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Barrafranca: minaccia compaesano con una pistola, arrestato cinquataduenne

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TAMBE' FilippoI militari della Stazione di Valguarnera, dipendenti dalla Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina, hanno tratto in arresto nella tarda mattinata di ieri, in flagranza dei reati di minaccia aggravata e porto abusivo di armi, Tambè Filippo, 52enne nato e residente a Barrafranca, disoccupato, coniugato.
I Carabinieri dell’Arma barrese, nel corso di attività d’indagine avviata a seguito della denuncia – querela sporta da un 66enne del luogo, a seguito di perquisizione personale eseguita nei confronti del predetto Tambè, gli hanno sequestrato una pistola marca tanfoglio cal. 7,65 completa di nr. 2 serbatoi e nr. 14 cartucce stesso calibro, con cui avrebbe minacciato – per futili motivi – il compaesano presso il fondo agricolo di quest’ultimo. L’arma e le munizioni sequestrate erano regolarmente denunciate.
L’arrestato, a conclusione dell’attività investigativa ed espletate tutte le formalità di rito, è stato associato presso la propria abitazione al regime degli arresti domiciliari a disposizione della competente Autorità Giudiziaria per la convalida.
L’attuale attività rientra nel controllo del territorio, compito primario e precipuo appunto per i militari della Compagnia Carabinieri della città dei mosaici.


Enna. Scoperti gli autori del furto e del dannegiamento ai danni di un tabacchino

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enna tabacchino SalamoneEnna. La notte del 2 novembre scorso, la rivendita di tabacchi di Piazza Matteotti è stata fatto oggetto, ad opera di ignoti, di danneggiamento e furto; gli autori, dopo essersi accaniti inutilmente sul distributore automatico di sigarette, utilizzando arnesi trovati nelle immediate vicinanze, riuscivano a frantumare la vetrina di un espositore, asportando alcuni dei prodotti contenuti (souvenir ed articoli per fumatori), prima di darsi alla fuga.
Sull’episodio, che ha provocato particolare sdegno nella popolazione, hanno indagato i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Enna che già nelle fasi del primo sopralluogo sono riusciti a raccogliere diversi elementi utili alle indagini, repertando anche delle tracce ematiche lasciate dagli autori, verosimilmente feritisi durante il gesto. Le immagini del sistema di videosorveglianza del negozio hanno successivamente fornito ulteriori elementi fondamentali per l’individuazione degli autori, che sono stati in conclusione identificati in A.C., 25enne, e A.P., 22enne, entrambi ennesi e già noti alle Forze di Polizia, i quali sono stati pertanto deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Enna per i reati di furto e danneggiamento aggravati, perpetrati ai danni del commerciante, di un privato e del Comune di Enna, avendo gli stessi utilizzato, come detto, arnesi trafugati da una vicina impalcatura e, addirittura, arredo urbano in ferro per la raccolta dei rifiuti.

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Enna. Danneggiata tabaccheria del centro storico

Enna. Arrestato psicomotricista, originario e residente in altra provincia, per violenza sessuale e corruzione di minorenni

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handicap-e-abusoPersonale della Polizia di Stato, in servizio presso la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Enna, ha eseguito l’arresto di un soggetto, originario e residente in altra provincia, in esecuzione dell’ordinanza di misura cautelare personale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Enna D.ssa Luisa Maria Bruno, su richiesta del P.M. d.ssa Fiammetta Modica, per i reati di violenza sessuale e corruzione di minorenni aggravati, in quanto compiuti da soggetto al quale alcune vittime minori erano state affidate per ragioni di cura.
Nel corso della diuturna attività d’indagine eseguita dalla Sezione di P.G., protrattasi per diversi mesi anche mediante intercettazioni audio-video, è emerso come l’uomo psicomotricista presso una struttura specializzata nella riabilitazione per la cura di minori affetti da handicap di varia natura, assolutamente estranea ed inconsapevole delle illecite condotte del dipendente, abusando della sua professione e delle minorate condizioni psico-fisiche dei pazienti a lui affidati, abbia attuato una serie di condotte, concretizzatesi con approcci a chiaro sfondo sessuale e mostrando immagini di organi genitali e di espliciti atti sessualizzati, finalizzate ad indurre le proprie vittime a compiere o subire atti sessuali.
L’attività d’indagine ha consentito di sequestrare un elevato quantitativo di materiale pornografico, contenuto nelle memorie di un computer e di un telefono cellulare in uso all’indagato e recuperato con l’ausilio di un esperto consulente, attraverso sofisticati software dedicati, che ha vanificato il maldestro tentativo di cancellazione posto in essere dal medesimo psicomotricista.
L’indagine in questione rientra tra le attività specifiche alle quali, per specifica disposizione del Procuratore della Repubblica di Enna, Dr. Calogero Ferrotti, la Sezione di P.G. della Polizia di Stato presso la Procura della Repubblica di Enna si è dedicata, ormai da diversi anni, attraverso l’alta formazione professionale di suoi appartenenti, i quali operano non solo nella fase repressiva di tali abietti e brutali delitti, ma soprattutto nella fase preventiva, in collaborazione ed in simbiosi con le strutture sanitarie e sociali del capoluogo, che vedono coinvolte anche l’A.S.P., con alcune articolazioni del Dipartimento di Salute Mentale e, in particolare, con il Servizio di Neuropsichiatria Infantile, coinvolgendo anche le scuole di ogni ordine e grado, presso le quali vengono svolte periodicamente specifiche conferenze.

Delitto Vanessa Scialfa, fissato a gennaio il processo d’appello per Francesco Lo Presti

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scialfa vanessaFissato per il 14 gennaio prossimo il processo d’appello a carico di Francesco Lo Presti, 35 anni, reo confesso del delitto della fidanzata Vanessa Scialfa. Lo Presti in primo grado è stato condannato a 30 anni di reclusione al termine del processo con rito abbreviato celebrato dinanzi al Gup del tribunale di Enna. Ad impugnare la sentenza in secondo grado, è stato il difensore di lo Presti, avvocato Antonio Impellizzeri che ha depositato nei mesi scorsi i motivi di appello. L’impugnazione della difesa verte sostanzialmente sul mancato riconoscimento dell’incapacità di intendere e volere dell’imputato al momento dei fatti, che ha agito quando, scattata la molla della gelosia ha perso totalmente la capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni, anche a causa di una personalità fragile che è stata attestata da consulenti e specialisti della difesa, secondo la quale il gesto di uccidere fu compiuto in stato di incapacità e quindi le azioni successive, di liberarsi del corpo, ripulire l’appartamento e fingere che vanessa fosse uscita dopo un litigio, non possono essere considerate per la valutazione della capacità al momento dei fatti. Anche il processo d’appello si gioca sostanzialmente sulla battaglia di perizie e consulenze e non si può escludere che l’avvocato Impellizzeri richieda alla Corte di nominare un collegio di periti e quindi rivalutare gli elementi a carico e discolpa dell’imputato sulla scorta di una “superperizia”. LO PRESTI Francesco Mario 1978I genitori di Vanessa, Giovanni Scialfa ed Isabella Castro, che in questi mesi hanno continuato la loro battaglia per avere chiarezza su cosa accadde dopo la morte della figlia e sapere se qualcuno aiutò Lo Presti a liberarsi del corpo, sono costituti parte civile, insieme alle sorelle ed al fratellino di Vanessa con gli avvocati Eleanna Parasiliti e Patrizia Di Mattia. Vanessa era scomparsa il 24 aprile del 2012 e la mattina del 26 Lo Presti aveva confessato di averla uccisa al culmine di una lite indicando la scarpata in fondo alla quale si trovava il corpo della fidanzata. Un procedimento che è stato particolarmente doloroso per la famiglia Scialfa che adesso si prepara ad affrontare anche il secondo processo a carico dell’uomo con il quale la figlia aveva deciso di andare a vivere e poche settimane dopo l’inizio della convivenza è stata uccisa, soffocata da uno straccio imbevuto di candeggina, quando Lo Presti si era accorto dopo averle stretto al collo il cavo del lettore Dvd, che la ragazza era ancora viva.




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NICOSIA BRUNO-CERAMICHE

Caltanissetta, fermati due nigeriani (uno residente a Piazza Armerina): rapina, lesioni e tentata violenza sessuale

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violenza_sessualeCaltanissetta. La Polizia di Stato ha denunciato, ieri, in stato di libertà due cittadini nigeriani W.M. di 30 anni, residente a Caltanissetta e A.P. di 29 anni, residente a Piazza Armerina, poiché ritenuti responsabili di rapina aggravata in abitazione con l’uso di armi improprie, lesioni personali aggravate e tentata violenza sessuale aggravata dall’abuso delle condizioni di inferiorità della vittima tenuta in ostaggio con l’uso di armi improprie.
La 4^ Sezione Reati contro il Patrimonio e Delitti contro la P.A., della Squadra Mobile di Caltanissetta guidata da Marzia Giustolisi, ha fatto luce su una rapina aggravata commessa lo scorso 22 settembre 2014, in danno di una cittadina nigeriana D.S. di 25 anni, residente nel centro storico di Caltanissetta.
In particolare nelle prime ore della notte di quel giorno di fine settembre 2014, la vittima D.S., una ragazza nigeriana di 26 anni, mentre si trovava in casa da sola, sentiva sfondare la porta di ingresso della sua abitazione e subito dopo facevano irruzione due suoi connazionali, i quali armati di bastone, coltello ed una bottiglia di vetro frantumata la percuotevano selvaggiamente, costringendola a spogliarsi ed ad inginocchiarsi cercando di abusare sessualmente di lei.
La violenza non veniva consumata solo grazie all’intervento di altri amici suoi connazionali, ai quali la vittima aveva richiesto aiuto telefonicamente, appena sentito i rumori dalla porta che i criminali stavano iniziando a sfondare con calci e pugni.
Gli amici della vittima riuscivano a mettere in salvo la giovane nigeriana e tutti si allontanavano per chiedere aiuto alla Polizia.
Quando la donna rientrava in casa accompagnata dai poliziotti constatava che i suoi due aggressori le avevano messo a soqquadro tutto l’appartamento e che le erano stati rubati degli alimenti ed una somma di duecento euro.
A quel punto si metteva in moto la macchina investigativa della Sezione Antirapina della Mobile nissena, la quale nel corso di un mese, a seguito di serrate e tradizionali indagini riusciva ad individuare i due criminali che venivano riconosciuti sia dalla vittima e dai suoi soccorritori.

Enna. Ancora un altro blitz della Guardia di Finanza al Castello di Lombardia

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Castello Lombardia sequesto GdF Enna (2)A meno di una settimana di distanza la Procura della Repubblica ennese ha predisposto un altro blitz al Castello di Lombardia da parte della Guardia di Finanza dove si stanno effettuando dei lavori di messa in sicurezza del costone di nord-ovest del Castello. Ieri mattina i finanziari ennesi hanno eseguito un altro sopralluogo, ma questa volta è stato presente anche il Sostituto Procuratore, Francesco Rio, che coordina l’indagine per vedere da vicino tutta la situazione di questi lavori, che hanno creato la protesta e le critiche di associazioni e cittadini e la presentazione di un esposto da parte del presidente di Sicilia Antica, presenti anche i responsabili della ditta che sta eseguendo i lavori per conto del Genio Civile, i responsabili del Genio Civile e della Soprintendenza ai Beni Culturali. Ovviamente, dopo l’incontro con i responsabili del Genio Civile e della Soprintendenza ai Beni Culturali, il dottor Francesco Rio ha nominato un suo consulente tecnico, presente al sopralluogo per controllare se effettivamente i lavori sono stati fatti per la messa in sicurezza della parete rocciosa e se lavori hanno provocato dei danni. Gli investigatori sono saliti in un cestello, messo a disposizione della ditta, e quindi hanno avuto la possibilità di avvicinarsi a pochi centimetri dalla zona dove sono stati fatti questi lavori, valutare la presenza delle fessure, quali pericoli che ancora sono evidenti nella parete stessa, se i lavori che si vogliono eseguire hanno veramente la possibilità di rendere la parete sicura, evitando la caduta di massi che potrebbero costituire pericoli per i visitatori del Castello. Ovviamente, prima di decidere, il dottor Rio, dovrà aspettare la relazione del consulente, che avrà la possibilità di studiare tutta la documentazione tecnica che è stata lasciata al magistrato dall’ingegnere capo del Genico Civile, Egidio Marchese.




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Un 36enne di Capizzi e un romeno 30enne arrestati per furto di gasolio a ditta affidataria lavori Nord-Sud

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nord sud Escavatore carabinieriNel corso della nottata, intorno all’una, due uomini Principato Trosso Gianni classe 78 di Capizzi (ME) e un Romeno Stina’ Ioan classe 1984, sono stati arrestati in flagranza di reato, dai Carabinieri della Compagnia di Nicosia per furto di gasolio.

Principato Trosso Gianni

Principato Trosso Gianni

I militari impiegati in servizio di pattuglia sono stati allarmati della presenza di un mezzo fuoristrada e di due uomini che si aggiravano all’interno di un cantiere stradale della Nord-Sud sito sulla SS117 altezza Contrada Serra Vigneta, dove si trovano parcheggiati i mezzi della società consortile “NORD-SUD SCAL”, a cui sono affidati i lavori di ammodernamento del tratto stradale. I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile giunti all’altezza del km 31+800, dopo aver individuato i due soggetti, si sono nascosti attendendo che gli stessi imboccassero l’uscita. I due ladri dopo aver svuotato i serbatoi dei mezzi edili presenti e caricato il fuoristrada con i bidoni si davano a rapida fuga, purtroppo interrotta dai Carabinieri.

Stina’ Ioan

Stina’ Ioan

I due non hanno opposto resistenza. La refurtiva consistente in circa 300 litri di gasolio è stata restituita all’impresa. Il materiale utilizzato per compiere il reato, tubi e taniche sono stati sequestrati. I due sono stati quindi arrestati con l’accusa di furto aggravato e tradotti presso la Casa Circondariale di Enna come disposto dal magistrato di turno della Procura della Repubblica.
Nelle ultime settimana si era particolarmente accentuato il fenomeno dei furti di gasolio nei cantieri edili dedicati all’ammodernamento della SS117. Gli arresti sono stati effettuati in flagranza di reato, gli accertamenti esperiti nell’immediatezza, anche grazie alla raccolta di alcune testimonianze hanno permesso ai Carabinieri di ritenere che i soggetti arrestati siano responsabili di almeno altri due analoghi episodi di furto di gasolio, accaduti sempre nei cantieri edili.

Chiude il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nicosia

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avvocati protestaA seguito della soppressione del tribunale di Nicosia, alla fine di dicembre chiuderà anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nicosia. Finisce così anche la lunga storia dell’organismo che ha rappresentato in questi anni l’avvocatura del circondario del tribunale di Nicosia, distintosi in questi ultimi otto anni, anche per il servizio di formazione e aggiornamento degli avvocati che ha visto succedersi a Nicosia autorevoli giuristi, del calibro di Giovanni Judica della Bocconi e Cesare Rimini, il più famoso matrimonialista d’Italia, solo per citarne alcuni. Nei giorni scorsi si è tenuto quello che forse è proprio l’ultimo degli incontri di formazione forense. Adesso, come stabilito dalla circolare del Ministero del 16 settembre scorso, “per gli Ordini corrispondenti ai tribunali soppressi non si dovrà procedere alle elezioni per il rinnovo degli organi consiliari. Dal 1 gennaio 2015, i professionisti iscritti a quella data presso gli albi degli Ordini circondariali soppressi devono ritenersi iscritti, ex lege, agli Ordini istituiti presso i Tribunali nel cui circondario e ricompreso il domicilio professionale degli stessi. Resta ferma naturalmente la facoltà degli stessi di stabilire il loro domicilio professionale in altra sede e richiedere quindi l’iscrizione all’albo di diverso Ordine circondariale”. Da questo “accorpamento d’ufficio” ad Enna anche degli avvocati oltre che del tribunale, è nata l’esigenza di verificare, prima del trasferimento d’ufficio ad Enna, per questo indigesto a molti avvocati, quanta potrebbe essere la parte di rappresentanza del foro di Nicosia nel consiglio ennese. L’iniziativa è stata promossa dall’avv. Giuseppe Falduzzi in una riunione che si è tenuta ieri alle 19 presso un ristorante di Nicosia. Gli esiti dell’incontro non sono noti ma la questione sollevata da Falduzzi non è solo quella delle ”poltrone” ma ha riflessi – sconosciuti a molti – di ben altro valore. Infatti, «con il decreto della “degiurisdizionalizzazione” convertito nella Legge 162/2014 – commenta l’avv. Giuseppe Agozzino dell’Unione Fori che proprio il 22 a Modica nel direttivo regionale tratterà della questione – , adesso vi è la possibilità che nelle cause civili pendenti che non hanno ad oggetto diritti indisponibili e che non vertono in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale, nelle quali la causa non è stata assunta in decisione, le parti, con istanza congiunta, possono richiedere di promuovere un procedimento arbitrale. Inoltre, nelle cause fino a 50.000 euro in materia di responsabilità extracontrattuale o aventi ad oggetto il pagamento di somme di denaro, se del giudizio è parte una Pubblica Amministrazione, il consenso al trasferimento in sede arbitrale, si intende in ogni caso prestato, salvo dissenso scritto entro trenta giorni dalla richiesta. Il punto è che se gli arbitri non li scelgono le parti, sono nominati dal Presidente del Consiglio dell’Ordine secondo un regolamento che dovrà emanare il Ministero. In mancanza del regolamento però, il presidente dell’Ordine dovrà tenere conto delle competenze professionali, del principio di rotazione, automatismi in grado di limitare gli spazi discrezionali». Il trasferimento delle cause dal tribunale alla sede arbitrale potrebbe avere successo, dati i tempi notevolmente inferiori per la sentenza rispetto al processo ordinario e, quindi, è prevedibile un ricorso massiccio a tale strumento da parte degli avvocati, in particolare quando controparte è un Comune per le cause fino a 50 mila euro.
Si capisce allora che l’iniziativa dell’avv. Falduzzi coglie nel segno, dato che la rappresentanza dell’avvocatura del Foro di Nicosia nel Consiglio dell’Ordine di Enna che sarà eletto a partire dal 1 gennaio 2015, è fondamentale perché la posta in gioco è alta: potere esercitare un adeguato controllo sul meccanismo di nomina degli arbitri che eviti qualsiasi forma involontaria di “favoritismo” agli avvocati ennesi, in considerazione anche dei compensi arbitrali. Per esempio, in un arbitrato con tre parti nella stessa posizione del valore di 50 mila euro, il compenso per l’arbitro può arrivare fino a 10 mila euro, importo che quasi nessun giudice liquida più in sentenza.


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Enna. Interrogatorio di fronte al Gip per l’insegnante di scuola materna sospesa

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bambino_maltrattatiComparirà di fronte al Gip Luisa Maria Bruno per l’interrogatorio di garanzia, la maestra di asilo indagata per maltrattamenti ai danni dei bambini della sua classe, a seguito del provvedimento di interdizione dall’esercizio dell’attività di insegnante per due mesi notificatole dai carabinieri.
E avrà la possibilità di difendersi, in presenza del suo avvocato, il penalista Gabriele Cantaro del foro di Enna. C’è già stato un interrogatorio, disposto dalla Procura, nella fase antecedente all’emissione del provvedimento, dopo la presentazione della denuncia da parte dei genitori di alcuni alunni. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Fiammetta Modica e diretta dal procuratore capo Calogero Ferrotti. Secondo quanto è emerso, in sostanza, la difesa ha sottolineato che non ci sarebbero stati episodi configurabili come maltrattamenti veri e propri, ma si sarebbe parlato tutt’al più di metodi, forse eccessivi, per mantenere l’ordine in classe.

Sbanda e resta ferito mentre percorre la Sp 18 Il vescovo di Nicosia

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muratore vescovo nicosiaNicosia. Brutto incidente stradale ieri mattina, per il vescovo di Nicosia Salvatore Muratore, rimasto ferito per fortuna in modo non grave, e ricoverato all’ospedale Basilotta. il vescovo stava viaggiando da solo sulla strada provinciale 18 Nicosia-Agira, quando, per cause ancora in corso di accertamento, la vettura è sbandata andando a urtare violentemente contro una delle paratie della strada. l’incidente è avvenuto in contrada Torretta. L’urto, violentissimo ha provocato l’esplosione dell’air bag e questo ha probabilmente evitato conseguenze più gravi al vescovo. L’auto è andata completamente distrutta, ma i danni fisici non sono stati gravi.
Il capo della diocesi di Nicosia ha riportato una ferita alla testa e numerose escoriazioni e contusioni. Immediatamente soccorso è stato trasportato all’ospedale Basilotta dove è stato sottoposto agli accertamenti necessari ad escludere fratture o lesioni interne e, per precauzione, è stato ricoverato sotto osservazione. Un incidente che comunque è stato autonomo e non ha coinvolto altri mezzi. Il vescovo fin dal suo insediamento ha voluto dare l’immagine di una persona semplice e non utilizza l’autista, preferendo guidare da solo ed è facile vederlo mentre fa manovra per parcheggiare l’auto nel cortiletto del palazzo vescovile, dietro la cattedrale di san Nicola.
Nominato vescovo della diocesi di Nicosia nel gennaio del 2009 e insediatosi nel marzo dello stesso anno, monsignor Muratore è apprezzato proprio per i suoi modi semplici. La notizia dell’incidente ha fatto immediatamente il giro della città e della diocesi e sono stati centinaia gli auguri e gli attestati di affetto pervenuti in pochissimo tempo. La strada Nicosia-Agira è una delle arterie principali di collegamento per l’autostrada A 19 Palermo Catania, ma anche per i Comuni ci Gagliano Castelferrato e Agira ed è una delle arterie che storicamente sono al centro delle polemiche per le condizioni disastrose nelle quali versa. Di recente sono stati realizzati interventi di sistemazione, ma molte tratte rimangono pericolose e dissestate, con carreggiate ridotte, avallamenti e frane. Proprio il vescovo Muratore aveva segnalato l’abbandono delle arterie di collegamento dell’area nord ennese, per ben due volte, nel 2013 quando in occasione della chiusura del tribunale di Nicosia aveva sottolineato i disagi cui sarebbero stati costretti i cittadini per raggiungere Enna e più recentemente poche settimane fa quando si era diffusa la notizia del definanziamento dei lotti in direzione Leonforte della Nord Sud.




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NICOSIA BRUNO-CERAMICHE

Incidente mortale sulla PA-CT, centuripino ferito

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A19 incidente GerbiniTragedia ieria sera alle 20,50 sull’autostrada Palermo – Catania, a un chilometro dallo svincolo di Gerbini. Un addetto al soccorso autostradale, Vincenzo D’Alessandro, di Misterbianco, è stato travolto e ucciso da un Tir che viaggiava in direzione Catania. D’Alessandro era sceso dal carro attrezzi dopo avere agganciato un’automobile rimasta ferma lungo l’autostrada Palermo – Catania per rimuoverla. Stava per risalire sul carro attrezzi quando è sopraggiunto il Tir che lo ha travolto. Il conducente del grosso automezzo non si è accorto dell’uomo che si trovava in strada e lo ha centrato in pieno, trascinandolo per una decina di metri, facendolo finire in una scarpata. L’impatto non ha dato scampo alla vittima, che è morta sul colpo. Il conducente del Tir, Massimiliano Rocco, di Centuripe, è rimasto ferito, ma non è in percolo di vita. Nel tentativo di evitare la vittima, è finito anche lui nel burrone con il grosso automezzo.

Enna. GdF e SIAE trovano database con più di 3.400 testi digitalizzati pronti per la riproduzione, segnalato titolare copisteria

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enna GdF Siae copia testi digilitizzatiNei giorni scorsi, militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Enna, unitamente a personale delle sede S.I.A.E. di Palermo, hanno passato al setaccio le copisterie di questo capoluogo ubicate nelle adiacenze dei plessi didattici dell’università “Kore”.
L’attività è stata sviluppata per garantire la tutela dei diritti di riproduzione delle opere letterarie mediante fotocopia, xerocopia o altri strumenti simili. Infatti, la riproduzione dei testi per fini commerciali è soggetta al pagamento di un compenso all’autore dell’opera; somma che viene riscossa, per conto dei beneficiari, da parte della SIAE.
Presso una copisteria di Enna, peraltro già segnalata da alcuni studenti al numero di pubblica utilità 117, sono state rinvenute 62 riproduzioni fotostatiche integrali di testi universitari, nonché un database con più di 3.400 files tra volumi universitari, dispense, quaderni, saggi, tutti digitalizzati e ordinati con riguardo ad ogni singola facoltà.

Alcune delle copie digitalizzate contenute nei files sono tratte da originali che recano nel frontespizio interno il timbro e la catalogazione interna della biblioteca dell’Università. In particolare le dispense si riferivano ai corsi di laurea tenuti presso le diverse facoltà della “Kore”, potendosi così ritenere che le richieste da soddisfare provenissero proprio da studenti frequentatori dell’ateneo ennese.

È stato rinvenuto anche un prezziario, in base al quale i prezzi di cessione delle opere abusivamente riprodotte variavano da pochi euro per i testi di poche pagine, fino a 37 euro per quelli più voluminosi.

Atteso le chiare finalità di lucro, il titolare della copisteria, già peraltro recidivo per lo stesso tipo di illecito, è stata segnalato alla Procura della Repubblica di Enna per rispondere della violazione dell’art. 171/ter della legge 22 aprile 1941 n. 633, che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 2.852 a 15.492 euro.
La fotocopiatura abusiva non è certamente un malcostume che possa annoverarsi tra quelli che destano particolare allarme sociale. Tuttavia, il fenomeno deve essere considerato grave, sleale e socialmente dannoso, destinato a generare effetti distorsivi sull’economia e sul mercato regolare, con ricadute negative, non solo sugli autori ed editori, che si vedono privati di un legittimo compenso, ma anche sull’indotto produttivo e distributivo del particolare settore commerciale e culturale, andando così ad implementare l’evasione tributaria e contributiva.

Enna. Aperto il processo “Go kart” per 18 imputati

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180214 enna mafia go kartAperto e rinviato a gennaio 2015 il processo con rito ordinario a carico di 18 imputati, ritenti appartenenti alla criminalità organizzata, coinvolti nell’operazione antimafia “Go Kart” su traffico di stupefacenti e racket delle estorsioni. L’operazione, condotta dai carabinieri del comando provinciale e dal Nucleo investigativo provinciale, comandato dal capitano Michele Cannizzaro e coordinata dalla Dda nissena, lo scorso 18 febbraio  aveva portato ad oltre 50 arresti tra Catenanuova, Regalbuto, Centuripe, Catania e l’hinterland etneo.

A comparire dinanzi al collegio penale del tribunale di Enna sono Mario Catalano Puma, 31 anni di Regalbuto, difeso dagli avvocati Nino Grippaldi e Dino Milazzo; Mario Caputa, 30 anni di Catenanuova, difeso dagli avvocati Alessandra Caruso e Michele Baldi; Salvatore Chisari,  37 anni di Paternò, difeso dall’avvocato Egidio La Malfa. Gli imputati di Catenanuova sono: Prosperino Di Marco 37 anni, difeso dall’avvocato Egidio La Malfa; Angelo Di Stefano detto “zu Angelu”, 56 anni, difeso dall’avvocato Ernesto Maria Brivido; Stefano Gagliardo, 30 anni, difeso dall’avvocato Danilo Tipo; Salvatore Leonardi, 48 anni, difeso dall’avvocato La Malfa; Andrea Maugeri, 24 anni, difeso dall’avvocato La Malfa; Salvatore Marletta, 55 anni, difeso dall’avvocato Sinuhe Curcuraci; Filippo Passalacqua 34 anni, difeso dall’avvocato Davide Giugno; Michael Prestifilippo Cirimbolo, 24 anni, difeso dall’avvocato Danilo Tipo; Prospero Riccombeni, 42 anni, difeso dall’avvocato La Malfa; Carmelo Tirendi, 19 anni difeso dall’avvocato Gabriele Cantaro; Antonino Saccone, 41 anni, difeso dall’avvocato Terranova; Giuseppe Scaffidi, 21 anni, difeso dall’avvocato Brivido; Giacomo Spicuzza, 32 anni, difeso dagli avvocati La Malfa e Corrado Sinatra; Salvatore Venia, 42 anni, difeso dall’avvocato Francesco Tavella; Mario Scalia, 59 anni di Catania, difeso dagli avvocati Marco Tringali e Massimiliano Bellini.

Tra gli imputati 8 sono detenuti in carcere, 8 agli arresti domiciliari e 2 si trovano in regime di 41 bis.  Le difese hanno chiesto il trasferimento del processo a Caltanissetta, per le problematiche logistiche e di spazio del tribunale di Enna

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Operazione “Compare”. Undici arresti dei carabinieri a Barrafranca e Pietraperzia

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droga sequestrata 2I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Piazza Armerina congiuntamente ai colleghi della Stazione di Barrafranca alle prime luci dell’alba odierna, in ottemperanza dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale, emessa dal Tribunale di Enna – Ufficio G.I.P. – a seguito della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito diversi provvedimenti restrittivi della libertà tra cui nove arresti domiciliari. Sono stati tratti in arresto:
Di Mattia Paolo, 21enne nato a Mainz (GERMANIA) ma residente a Barrafranca, celibe, disoccupato, con precedenti di polizia;
Nicoletti Giuseppe, 24enne nato a Goeppingen (GERMANIA) ma residente a Barrafranca, celibe, disoccupato, pregiudicato;
Messana Daniel, 24enne nato a Mazzarino ma residente a Barrafranca, convivente, disoccupato, con precedenti di polizia;
Pisano Gaetano, 34enne nato ad Enna ma residente a Barrafranca, coniugato, disoccupato, pregiudicato;
Faraci Giovanni, 29enne nato a Piazza Armerina ma residente a Pietraperzia (EN), celibe, operaio, con precedenti di polizia;
Viola Giuseppe, 23enne nato ad Enna ma residente a Pietraperzia, convivente, disoccupato, con precedenti di polizia;
Crapanzano Salvatore, 40enne nato a Mazzarino ma residente a Barrafranca, celibe, disoccupato, con precedenti di polizia;
Marchì Michel, 26enne nato a Dormagen (GERMANIA) ma residente a Barrafranca, coniugato, pregiudicato, disoccupato;
Specioso Salvatore, 42enne nato ad Enna ma residente a Barrafranca, celibe, disoccupato, pregiudicato.

Di Mattia, Nicoletti, Messana, sono gravemente indiziati, in concorso fra loro, di aver acquistato, trasportato e detenuto ai fini di spaccio sostanza stupefacente tipo hashish.
Di Mattia, Nicoletti anche delle cessioni a terzi di sostanza stupefacente.
Pisano è gravemente indiziato, in concorso con altri, di aver acquistato per poi cederla sostanza stupefacente tipo cocaina.
Faraci e Viola dovranno rispondere del reato, in concorso fra loro, di acquisto e cessione di sostanza stupefacente.
Crapanzano è indagato per aver detenuto, trasportato e ceduto sostanza stupefacente.
Marchì è gravemente indiziato di aver acquistato per poi cederla sostanza stupefacente.
Specioso è accusato di aver ricevuto e detenuto a fini di spaccio sostanza stupefacente.

I reati sarebbero stati commessi lo scorso anno tra Palermo, Barrafranca, Pietraperzia e Piazza Armerina.
Con la recidiva reiterata, specifica ed infraquinquennale per SPECIOSO e NICOLETTI. Con la recidiva infraquinquennale per Marchì e Pisano. Con la recidiva specifica per Crapanzano.
Nello specifico, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia della città dei mosaici, durante l’espletamento di complesse indagini, anche patrimoniali e supportate da mirate intercettazioni telefoniche ed ambientali utilizzando talvolta anche video – riprese, hanno raccolto una serie di elementi che hanno delineato un quadro probatorio che ha consentito alla Magistratura di ritenere sussistenti gravi indizi di colpevolezza nei confronti di alcuni dei venticinque indagati dell’intera operazione.
Gli atti di indagine compiuti, unitamente considerati ai pregiudizi penali e precedenti di polizia, portano ragionevolmente a presumere che i soggetti colpiti dal provvedimento degli arresti domiciliari, si dedichino professionalmente allo spaccio di sostanze stupefacenti e che vivano dei proventi degli illeciti perpetrati da cui traggono il loro sostentamento; il G.I.P. infatti ha osservato che, se lasciati in libertà, sarebbe derivata un’alta probabilità di commettere altri illeciti della stessa specie; inoltre il collegamento con ambienti criminali organizzati, che permette ad alcuni degli indagati di rifornirsi di rilevanti quantitativi di sostanza stupefacente, denota notevole capacità delinquenziale e stretti legami con l’ambiente del traffico di stupefacenti.
Sono questi i motivi che hanno scaturito l’odierno provvedimento.
Oltre all’esecuzione dei 9 arresti domiciliari e di altre misure cautelari personali non custodiali, i Carabinieri hanno anche notificato un decreto di sequestro probatorio nei confronti di cinque indagati di tre autovetture a loro in uso ed utilizzate per il trasporto dello stupefacente nonché di due libretti postali accesi presso l’ufficio di Barrafranca.
Sono state eseguite anche le perquisizioni domiciliari a casa degli arrestati che hanno permesso di recuperare altra sostanza stupefacente, bilancini di precisione e materiale atto al confezionamento.
In particolare sono stati rinvenuti nr. 9 dosi di cocaina a casa di CRAPANZANO ove è stata accertata anche la manomissione del contatore ENEL per cui lo stesso, oltre ad essere arrestato in flagranza per la detenzione di cocaina, verrà deferito anche per furto di energia elettrica.
Sono stati sequestrati anche 45 grammi di sostanza stupefacente tipo hashish ed un bilancino di precisione nella disponibilità del padre di uno degli indagati, Di Mattia Antonio, 42enne nato a Regalbuto ma residente a Barrafranca, coniugato, operaio, con precedenti specifici, padre di Paolo. Di Mattia Antonio è stato quindi arrestato in flagranza di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e posto agli arresti domiciliari.
Gli arrestati, a conclusione dell’attività investigativa ed espletate tutte le formalità di rito, sono stati tradotti presso la propria abitazione al regime degli arresti domiciliari a disposizione della competente Autorità Giudiziaria con la prescrizione di non comunicare con persone diverse da quelle con cui coabitano o convivono tranne il CRAPANZANO che è stato associato presso la casa circondariale di Enna.

CRAPANZANO Salvatore

CRAPANZANO Salvatore

DI MATTIA Antonio

DI MATTIA Antonio

DI MATTIA Paolo

DI MATTIA Paolo

FARACI Giovanni

FARACI Giovanni

MARCHI Michel

MARCHI Michel

MESSANA Daniel

MESSANA Daniel

NICOLETTI Giuseppe

NICOLETTI Giuseppe

PISANO Gaetano

PISANO Gaetano

SPECIOSO Salvatore

SPECIOSO Salvatore

VIOLA Giuseppe

VIOLA Giuseppe

Per doverosa notizia occorre precisare che, durante l’operazione di polizia denominata convenzionalmente “COMPARE” durata circa un anno, i militari dell’Arma piazzese hanno effettuato 11 arresti in flagranza di reato a riscontro delle attività d’intercettazione e sono stati sequestrati: 2,5 Kg di hashish, 0,5 Kg di marijuana, 40 gr. di cocaina, nr. 1 pianta di cannabis indica, nr. 1 fucile a canne mozze marca Franchi, nr. 7 cartucce cal. 12, soldi contanti provento dell’attività di spaccio per complessivi 7.500,00 Euro nonché nr. 5 bilancini di precisione.
All’operazione hanno preso parte cinquanta Carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina con l’ausilio dei colleghi del Nucleo Cinofili di Nicolosi (CT).

Enna. Presta servizio all’Umberto I il medico che ha contratto l’Ebola

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ebolaPresta servizio all’ospedale Umberto I di Enna il medico italiano di Emergency rientrato in Italia perché infettato dal virus Ebola. Cinquanta anni, originario di Catania il medico, Fabrizio P., da due mesi era in aspettativa ed era quasi a fine esperienza in Sierra Leone.

Il medico è stato trasportato all’ospedale Spallanzani di Roma dove è sotto la cura di un team di esperti che ne sta monitorando le condizioni di salute. Era stato prelevato ieri in Sierra Leone dal Boeing dell’Aeronautica configurato per questo tipo di trasporti sanitari di emergenza. L’uomo ha rassicurato la famiglia sul suo stato di salute che al momento presenta i normali sintomi dell’Ebola.

Il medico avrebbe dovuto rientrare in servizio a Enna ai primi di dicembre. Infatti avrebbe finito il periodo da volontario il 28 novembre.
“Abbiamo messo in atto tutto il piano operativo in caso di Ebola e di questo se ne é occupato il direttore sanitario. Il medico aveva chiesto i primi di settembre l’autorizzazione a partire e nonostante la situazione dell’organico delle malattie infettive non lo consentisse visto la nobile causa ho acconsentito alla sua partenza” dice il commissario Giuseppe Termine.
“Siamo preoccupati e seguiamo con apprensione l’evolversi della malattia anche se dalle notizie che abbiamo non sembra gravissimo. Siamo fiduciosi perché il nostro medico é ricoverato in uno uno dei migliori centri europei di malattie infettive” dice il direttore sanitario Emanuele Cassará.

E’ preoccupata, “molto preoccupata”, la signora Tina, la moglie del medico partito dalla Sicilia con Emergency per la Sierra Leone e contagiato dal virus Ebola. Dopo una notte insonne, pronta nella sua casa di Enna a fare le valigie con le due figlie di 18 e 19 anni per raggiungere il marito allo Spallanzani di Roma, una telefonata ha bloccato tutto: «Ha chiamato un funzionario della Farnesina. Ha provato a tranquillizzarci anche se non ci è riuscito… Dicono che per noi per il momento è meglio restare in Sicilia. Da quando è arrivato Roma ha inviato solo due sms col suo cellulare, l’unico contatto col mondo che gli è rimasto, l’unico aggancio possibile con noi».


Enna: arrestato un impiegato del tribunale per “concussione”

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enna tribunaleNella mattinata di oggi 25 novembre 2014 i Carabinieri della Compagnia di Enna, nell’ambito di attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica dello stesso centro, hanno arrestato nella flagranza del reato di “Concussione” un impiegato 53enne del locale Tribunale. Lo stesso è stato bloccato dai militari subito dopo aver ricevuto, dalle mani di un avvocato, la somma di euro 500 in denaro contante, in precedenza indebitamente richiesta per il compimento di atti d’ufficio.
L’indagine è stata avviata dai Carabinieri circa 2 settimane fa, dopo aver ricevuto la segnalazione da parte dell’avvocato, il quale, nel curare gli interessi dei propri assistiti in una causa di interdizione, si è trovato nella spiacevole situazione di essere, di fatto, costretto al pagamento di denaro per ottenere atti d’ufficio.
Terminate le formalità di rito il denaro è stato restituito all’avente diritto e l’arrestato è stato ristretto in regime di arresti domiciliari presso la propria abitazione.

Enna. Medico colpito da Ebola, l’attesa e la speranza dei colleghi e della famiglia

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virus ebolaÈ un medico siciliano, originario di Catania, in servizio all’ospedale Umberto I di Enna il primo italiano ad aver contratto il virus Ebola. Cinquant’anni, due figlie e un amore per la sua professione di medico, Fabrizio si trova adesso ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma dove è atterrato ieri mattina con uno speciale volo dell’aeronautica e con al seguito un team di 15 medici e 15 infermieri volontari.
Le sue condizioni sono stabili ed il primo bollettino ufficiale diramato dal dottor Emanuele Nicastri, infettivologo dello Spallanzani, fa ben sperare perchè dice di un paziente comunque “vigile, collaborante e autonomo. Ha la febbre a 39 con brividi e ha avuto un solo episodio di vomito domenica”. Per lui è stata avviata una cura sperimentale con un farmaco antivirale specifico non registrato in Italia ma autorizzato con ordinanza dell’Agenzia italiana del farmaco su indicazione del ministero della Salute e già usato in America.
Il medico siciliano è partito alla volta della Sierra Leone a settembre quando chiese alla direzione sanitaria l’aspettativa per prestare la sua opera con Emergency. In Africa il medico ha continuato la sua opera tenendosi sempre in contatto con la famiglia e rassicurandola sulle sue condizioni che sono state buone fino a qualche giorno fa. Pare infatti che i primi preoccupanti segnali siano arrivati il 20 novembre, mentre tre giorni dopo è arrivata la febbre. Subito si è quindi messa in moto l’azione per il rimpatrio in Italia dove sarà assistito da un team di esperti.
L’uomo in questi giorni ha mantenuto i contatti con la famiglia tramite sms, l’unico mezzo al momento disponibile per comunicare, rassicurando sul suo stato di salute. A mettersi in contatto con lui anche il direttore sanitario dell’Asp di Enna, Emanuele Cassarà: “Ho parlato con lui stamattina (ieri per chi legge ndr) e a parte il malessere tipico del virus si è detto fiducioso come del resto lo siamo noi perchè è in uno dei migliori centri mondiali”.

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Impiegato Tribunale Enna accusato di concussione: “mi avvalgo della facoltà di non rispondere”

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enna tribunaleEnna. In attesa di comprendere quali siano tutti gli elementi dell’accusa, l’impiegato del Tribunale arrestato, ai domiciliari, per concussione – che avrebbe preteso 500 euro da un avvocato per compiere un normale atto del suo ufficio, nell’ambito di una procedura di interdizione – dovrebbe comparire nuovamente dinanzi al Gip. Il primo interrogatorio, si è svolto la stessa sera dell’arresto, martedì alle 19,30 al Palazzo di Giustizia, stesso luogo dove l’indagato lavora, ad interrogarlo il Pm Scavone, titolare del fascicolo che ha ottenuto una sola risposta di poche parole: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». A quel punto l’interrogatorio si è concluso.

Enna. Avrebbe avuto approcci sessuali con disabili l’esperto in psicomotricità nel centro di riabilitazione, interrogato nega addebiti

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bambino_maltrattatiEnna. “Per noi era la persona più dolce di questo mondo, uno che con i ragazzi ci sapeva fare. Ancora oggi stento a crederci che possa avere fatto queste cose”. A dichiararlo una ragazza che opera nel Centro di Riabilitazione dove si è verificato la vicenda che ha visto protagonista l’esperto in psicomotricità, residente in provincia di Caltanissetta, ed alcuni ragazzi del Centro di riabilitazione. Per il magistrato, che si sta interessando di questa brutta storia, l’esperto avrebbe approfittato di alcuni ragazzi disabili, affidati a lui per avere approcci sessuali di vario tipo. La vicenda è partita dalla denuncia di alcuni genitori che portano i figli a frequentare il Centro perché si sono accorti che i ragazzi avevano atteggiamenti strani con tanta irrequietezza e tanta malavoglia di frequentare il Centro. L’esperto in pisicomotricità, arrestato dagli agenti della Sezione di polizia giudiziaria della Polizia che operano in Procura si è difeso di fronte al Gip Luisa Maria Bruno per l’interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Maria Giambra del foro di Caltanissetta, l’imputato ha risposto punto per punto negando gli addebiti, dichiarando di essere innocente. Probabile che l’avvocato Giambra possa presentare tra venerdì e lunedì ricorso al Tribunale del Riesame di Caltanissetta per chiedere di annullare l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. E’ stato il sostituto procuratore Fiammetta Modica a chiedere l’arresto del docente in psicomotricità sulla base dell’indagine effettuata dai poliziotti della Procura. A coordinare l’indagine è stato il procuratore Calogero Ferrotti, che sulla difesa dei bimbi disabili non transige e tra l’altro può contare su una sezione di Pg della Polizia che, da qualche anno, attraverso l’alta formazione professionale raggiunta, operano non solo nella fase repressiva ma anche nella fase di prevenzione. In questo campo c’è la collaborazione con le strutture sanitarie e sociali del capoluogo e della provincia con il coinvolgimento totale dell’Azienda sanitaria del Dipartimento di Salute Mentale e del Servizio di Neuropsichiatria Infantile, coinvolgendo tutte le strutture dove si trovano bambini disabili.




RIPRENDIAMO E PUBBLICHIAMO DAL QUOTIDIANO LA SICILIA

Enna. Arrestato uomo entrato in un luogo di culto, forzando una finestra, nel tentativo di rubare

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DI PRIMA GIANFILIPPOEnna. La Polizia di Stato, ha indagato, in stato di arresto presso il proprio domicilio, poiché colto nella quasi flagranza del reato, Di Prima Gianfilippo, gravato da pregiudizi specifici di furto in luoghi di culto, per essersi introdotto, forzando una finestra, all’interno dei locali di un luogo di Culto del capoluogo, tentando di impossessarsi di oggetti di valore o denaro.
Nel pomeriggio di ieri, operatori dell’U.P.G.S.P., in servizio di Volante, unitamente a personale della Squadra Mobile, procedevano all’arresto del Di Prima per i fatti di seguito specificati.
Alle ore 16.10 di ieri, la locale Sala Operativa inviava la volante presso un luogo di Culto di Enna ove era stata segnalata la presenza di un intruso, verosimilmente intenzionato a compiere atti predatori all’interno della struttura.
Giunto tempestivamente sul posto, l’equipaggio prendeva contatti con coloro i quali potessero riferire circostanze utili alla prosecuzione dell’attività ed apprendevano come pochi istanti prima, all’interno del luogo di culto, si fosse avvertito il suono del campanello.
Poco dopo, non sentendo più suonare, guardando fuori dalla finestra che si affaccia sul laterale dell’immobile, si notava il Di Prima Gianfilippo dirigersi, da solo, verso il retro della chiesa.
Immediatamente dopo, si sentiva un forte rumore e si realizzava come si fosse introdotto all’interno dello stabile, presumibilmente da una finestra che si affacciava sul seminterrato.
Chiesto immediatamente l’intervento delle forze dell’ordine, si sentiva chiudere la porta d’ingresso e poi null’altro, giacché che il soggetto si allontanava.
In tale frangente interveniva sul posto la Volante che constatava, sul retro, una finestra aperta sul cui vetro era rimasta impressa l’impronta di una mano.
Chiesti rinforzi alla Sala Operativa della Questura, al fine di rintracciare il soggetto, interveniva prontamente un equipaggio della Squadra Mobile, già allertato ed in zona.
L’azione sinergica, posta in essere dai due equipaggi, permetteva di rintracciare, alle ore 16.40, Di Prima Gianfilippo presso una sala adibita a centro scommesse.
Pertanto, sulla scorta dei convergenti e specifici elementi raccolti a suo carico, si procedeva a trarre in arresto il Di Prima Gianfilippo, che su disposizione del P.M. di turno, Dott. Augusto Rio, veniva condotto presso la propria abitazione, per permanervi in regime di arresti domiciliari, poiché indagato in ordine al delitto di furto aggravato.

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