Impegnati Carabinieri e Corpo Forestale in un’operazione antibracconaggio all’interno della R.N.O. Sambughetti – Campanito per la repressione della caccia di frodo.
Nella giornata del 9 novembre forze di polizia, costituite da personale del N.O.P. Corpo Forestale, del Distaccamento Forestale e dei Carabinieri, hanno condotto brillantemente un’operazione di repressione di caccia abusiva all’interno di zona vietata, come lo è appunto la riserva naturale orientata Sambughetti – Campanito, che ha permesso di denunciare a piede libero 7 soggetti, (B.M. – B.G. – F.A. – C.C. – T.F. – T.C. – T.G.), ai quali sono stati contestati reati che vanno dal concorso nell’esercizio abusivo di attività venatoria all’interno di zone con divieto di caccia all’utilizzo di mezzi vietati.
Tutti i soggetti denunciati erano in possesso di armi e munizioni, alcune con ottica di precisione, utilizzate solitamente per la caccia di specie selvatiche di grossa stazza che, essendo state poste sotto sequestro perché utilizzate all’interno di zone protette, secondo la normativa in vigore, potrebbero essere distrutte in quanto oggetto di confisca.
Nicosia. Operazione antibracconaggio all’interno della riserva Sambughetti – Campanito: 7 denunciati
Furti nelle abitazioni di contrada Montagna di Valguarnera
Valguarnera. Diversi tentativi di furto sono stati compiuti nelle notti scorse a danno di abitazioni valguarneresi. Ad essere presi particolarmente di mira appartamenti di villeggiatura di contrada Montagna, ubicati tra i due territori limitrofi di Valguarnera ed Assoro. Approfittando dell’assenza dei proprietari e probabilmente delle intemperie del tempo, ignoti malviventi scardinando porte e finestre sono penetrati all’interno di essi e hanno messo a soqquadro tutto quanto vi era attorno: armadi, cassettiere, divani ecc. In seguito alle denunce presentate presso la stazione dei carabinieri del luogo i proprietari dei villini avrebbero riferito di non aver subito alcun furto ma solo danneggiamenti e solo in qualche caso, oggetti di poco valore. Probabilmente- secondo i carabinieri che hanno avviato le indagini- erano alla ricerca di qualcosa di più tangibile come armi, denaro ed oro.
Rino Caltagirone
Nicosia. Morte partoriente, il Pm chiede l’archiviazione per 4 indagati
Nicosia. Dopo il deposito della conclusione delle indagini per la morte di Antonella Seminara, avvenuta per le complicanze insorte nel corso di un parto con il taglio cesareo all’ospedale Basilotta, il Pm ha richiesto l’archiviazione delle accuse a carico di 4 dei 6 indagati. Le perizie eseguite dal medico legale e da una ginecologa, hanno escluso che nella sequenza di fatti che ha portato alla morte della donna, avvenuta nell’agosto del 2013, ci fosse la responsabilità dell’operatore del 118 di Caltanissetta, del medico anestesista e delle due ostetriche che quella sera si trovavano in sala operatoria. Il Pm Fabio Scavone, che ha coordinato le indagini, ha trasmesso la richiesta di archiviazione delle 4 posizioni al Gip ed ha depositato l’avviso di conclusione indagini a carico delle due ginecologhe, per le quali si prospetta la richiesta di rinvio a giudizio. Per l’operatore del 118 la richiesta di proscioglimento deriva dalla circostanza che i periti del Pm hanno ritenuto che i ritardi nei soccorsi, derivati dal guasto dell’elicottero di Caltanissetta, non hanno avuto alcun ruolo nella morte della Seminara, che senza gli interventi che avrebbero dovuto essere eseguiti in sala operatoria sarebbe comunque spirata, anche se il tarsorto in un reparto di rianimazione fosse stato sollecito. Per quanto riguarda l’anestesista, i periti hanno ritenuto corretto il suo operato, ed hanno sottolineato che la scelta di praticare l’isterectomia, definito l’unico intervento che avrebbe potuto salvare la vita della donna, era di esclusiva competenza delle ginecologhe presenti. Stesso ragionamento per le due ostriche che non potevano decidere quali protocolli seguire quando sopravvenne l’emorragia, né tanto meno potevano intervenire chirurgicamente. Il cesareo venne deciso d’urgenza quando si constatò che il bambino non dava segni vitali, ma era sopravvenuta una emorragia e, secondo i periti, le ginecologhe non avrebbero gestito come dovuto l’emergenza.
Tutte le nostre offerte su http://www.stilauto.it/
Troina: in 6 giorni trovati 27 cagnolini gettati nella spazzatura
Troina. “In poco più di 6 giorni abbiamo trovato oltre 27 cuccioli di cane gettati nella spazzatura”. È questo l’amaro sfogo di Carmen Vitale, presidente dell’associazione Qua la zampa di Troina, che già da diverso tempo, si impegna nell’amorevole cura verso questi animali, portando in piazza, ogni volta che può, il proprio contributo, per sensibilizzare l’opinione pubblica ad un problema, che visti i numeri, fa davvero paura.
“Martedì, abbiamo trovato gli ultimi 4 cuccioli, grazie all’allarme dato da alcuni ragazzi, continua Carmen Vitale, ma nonostante assieme all’amministrazione comunale di Troina stiamo facendo uno sforzo straordinario per cercare di salvarli tutti, siamo al limite, sia umano che economico, e vi assicuro che non sappiamo più cosa altro inventarci per tamponare questa situazione”.
L’impegno di Carmen, come quello di tanti altri volontari, è palese, come il suo amore per questi cuccioli indifesi. L’ultimo intervento, in ordine di tempo, i volontari l’hanno fatto su Rambo, un cagnolino massacrato di botte, ritrovato in fin di vita in una mangiatoia, pieno di tagli e senza un occhio, che hanno dovuto sottoporre ad un rischioso intervento. Chi non ama gli animali, non capisce e forse non capirà mai, ma l’esigenza di dare una svolta a questa situazione è molto forte.
“Purtroppo i continui appelli alla sterilizzazione fatti ai possessori dei cani sono caduti nel vuoto, conclude il presidente, e questi sono i drammatici risultati. Abbiamo iniziato a fare denunce contro ignoti, al fine di promuovere delle indagini e cercare di porre un freno o almeno un limite a questo autentico scempio che di certo Troina non merita. Una sterilizzazione costa mediamente 120,00 euro e presto verranno dati incentivi x venire incontro ai proprietari, non possiamo più andare avanti così”.
Sandra La Fico
RIPRENDIAMO E PUBBLICHIAMO DAL QUOTIDIANO LA SICILIA
Caltanissetta, fermati tre giovani di Barrafranca con arnesi da scasso
Giro di vite della Polizia di Caltanissetta. La scorsa notte, infatti, decine di pattuglie della sezione Volanti hanno effettuato un servizio di controllo del capoluogo e delle fasce periferiche, coordinate dal commissario capo Alessandro D’Arrigo. In tutto sono state controllate 97 persone a bordo di 42 automezzi e controllate le posizioni di 21 persone agli arresti domiciliari e di 16 sorvegliati speciali. Alle due di notte, una Volante ha intercettato una Fiat Punto con tre ragazzi a bordo tra i 21 e 24 anni, tutti di Barrafranca e con precedenti per ricettazione, stupefacenti, danneggiamento, minaccia, furto, guida senza patente e detenzione di armi. Inoltre, nei confronti di due di essi risultavano rispettivamente, un provvedimento di avviso orale, emesso lo scorso marzo dal Questore di Enna e un provvedimento di rimpatrio con Foglio di via obbligatorio, con divieto di fare ritorno a Caltanissetta, emesso dal Questore di Caltanissetta e scaduto martedì scorso.
I tre amici non hanno fornito agli agenti convincenti giustificazioni sulla loro presenza in città a notte fonda e per questo motivo sono stati perquisiti così come la vettura. Non sono mancate le sorprese tant’è che i poliziotti hanno rinvenuto un bastone telescopico in metallo, di 45 centimetri con torcia, nascosto tra i due sedili anteriori; due cacciaviti, una pinza, una tenaglia, due scalpelli, un paio di guanti di cotone con rivestimento di plastica, un mazzo contenente 7 chiavi universali di autovetture e due autoradio, tutto materiale nascosto in diversi punti dell’auto.
I tre giovani non sapevano fornire un valido motivo circa la presenza di tutti i predetti attrezzi da scasso sul veicolo. I tre barresi sono stati portati in Questura, fotosegnalati e denunciati a piede libero per i reati di porto ingiustificato di oggetti da scasso e atti a offendere e ricettazione. La loro posizione è al vaglio della Divisione Polizia Anticrimine per l’applicazione di misure di prevenzione.
Salvatore Gesualdo non è il boss della famiglia di Cosa Nostra di Enna
RIPRENDIAMO E PUBBLICHIAMO DAL QUOTIDIANO LA SICILIA
Centuripe. Denunciati un catanese e un nicosiano. Sequestrata merce contraffatta e droga
Sono 56 le persone identificate e 35 le autovetture controllate dai Carabinieri della compagnia di Nicosia nel corso di un servizio coordinato a largo raggio che si è svolto dalle 14 di ieri, fino alla tarda serata, interessando il territorio del comune Centuripe e zone limitrofe comprese le strade principali.
L’attività di contrasto all’illegalità è stata svolta principalmente nei confronti dei reati così detti “predatori”, che sempre più intaccano la percezione di sicurezza dei cittadini, ha visto impegnati 20 carabinieri, sia in divisa che in abiti civili, che si sono avvalsi della collaborazione di unità cinofile antidroga di Nicolosi (Ct).
I controlli hanno interessato anche i luoghi maggiormente frequentati dai giovani con particolare attenzione agli esercizi pubblici (bar e sale giochi) nel comune di Centuripe, dove sono state effettuate perquisizioni con le unità cinofile antidroga e delle verifiche amministrative. 20 le contravvenzioni elevate al codice della strada.
In tale contesto un 32enne di Nicosia A.B. è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della repubblica di Enna per guida in stato di ebrezza. L’uomo, all’atto del controllo stradale lungo la SS 121 a Centuripe, a seguito degli accertamenti attraverso l’etilometro, è stato accertato che il suo tasso alcolemico era superiore ai livelli consentiti.
Nell’ambito del servizio a largo raggio i militari della stazione Carabinieri di Centuripe unitamenti a quelli del nucleo operativo e radiomobile hanno deferito all’A.G. un 60enne, originario del catanese residente ad Adrano, per detenzione e commercio di prodotti con segni falsi e guida senza patente
I militari, impegnati in servizio di pattuglia lungo la SS 121, hanno notato una vettura, il cui conducente, alla vista dei militari, ha compiuto strane manovre elusive, quasi volesse sottrarsi all’eventuale controllo. Il veicolo è stato pertanto immediatamente fermato e, nel corso dell’ispezione dell’abitacolo, sono stati rinvenuti alcuni grossi scatoloni, contenenti capi di abbigliamento di note griffes nazionali ed estere (maglioni, giubbotti, scarpe ed accessori vari). Tutto il materiale, costituito da oltre 20 capi complessivi, dal valore di circa mille euro, è stato sottoposto a sequestro e l’uomo dovrà rispondere dell’accusa di detenzione e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione.
I controlli e le perquisizioni hanno consentito inoltre di segnalare alla Prefettura di Enna due giovani di Centuripe trovati in possesso di sostanza stupefacente del tipo marijuana detenuta per uso personale.
Piazza Armerina. Denunciato rumeno per porto abusivo di arma, sequestrate due auto ed emanato foglio di via a cittadino serbo
Nella giornata del 12 novembre u.s., il Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, diretto dal Commissario Capo dott. Aurilio Fabio, ha intensificato i controlli nel centro armerino finalizzati alla prevenzione dei reati in genere ed al contrasto, in particolare, di quelli contro il patrimonio, con risultati di rilievo.
Nel corso dei controlli, infatti, è stata denunciata una persona, è stato allontanato un cittadino serbo con foglio di via con divieto di ritorno nel comune di Piazza Armerina per tre anni e sono state sequestrate due autovetture ed un coltello a serramanico.
In particolare, durante un controllo effettuato nella centrale Piazza Generale Cascino, sono stati identificati cinque cittadini rumeni, notati in atteggiamento sospetto. I cinque venivano sottoposti a perquisizione personale, estesa anche all’auto nella disponibilità di uno di essi. All’interno dell’auto veniva, così, rinvenuto un coltello a serramanico, con lama di sette centimetri. Pertanto, il cittadino rumeno, I.I. di anni 32, residente in città da circa un anno, è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per il reato previsto dall’art. 4 della legge 110/1975 (porto abusivo di armi) ed il coltello è stato sequestrato.
Nel quartiere “Monte”, invece, gli agenti del Commissariato hanno notato la presenza di un uomo aggirarsi tra le vie e suonare a private abitazioni. Dopo averlo seguito, gli agenti procedevano al controllo del predetto, A.A., un cittadino serbo di etnia kosovara di 47 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio, residente nella provincia catanese, e, visti i precedenti specifici, hanno proceduto nei confronti dell’uomo a perquisizione personale e veicolare, con esito, però, negativo. Ciò nonostante, considerati i precedenti e la condotta dell’uomo, nonché le circostanze di tempo e di luogo, poiché il predetto non è stato in grado di fornire agli agenti spiegazioni plausibili che giustificassero il suo comportamento e la sua presenza in quel luogo ed a quell’ora, è stata proposta al Questore di Enna l’adozione di foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Piazza Armerina per tre anni, notificato nell’immediatezza al cittadino straniero.
Infine, nel corso dei controlli su strada, durante i quali sono state controllate decine di auto e di persone, gli agenti del Commissariato hanno proceduto al sequestro amministrativo di due autoveicoli sprovvisti dell’obbligatoria copertura assicurativa, contestando ai rispettivi conducenti la violazione prevista dall’art. 193 del Codice della Strada.
Scossa di terremoto tra Valguarnera e Piazza Armerina MI 2 alle ore 09:37
Un terremoto di magnitudo (Ml) 2 è avvenuto alle ore 09:37:12 italiane del giorno 15/Nov/2014 (08:37:12 15/Nov/2014 – UTC).
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel distretto sismico: Sicilia_centrale.
vent-ID 4004426161
Magnitudo(Ml) 2
Data-Ora 15/11/2014 alle 09:37:12 (italiane)
15/11/2014 alle 08:37:12 (UTC)
Coordinate 37.4348°N, 14.3443°E
Profondità 44.6 km
Distretto sismico Sicilia_centrale
Comuni entro i 10Km
PIAZZA ARMERINA (EN)
VALGUARNERA CAROPEPE (EN)
Comuni tra 10 e 20km
MAZZARINO (CL)
AIDONE (EN)
BARRAFRANCA (EN)
CALASCIBETTA (EN)
ENNA (EN)
MIRABELLA IMBACCARI (CT)
RADDUSA (CT)
SAN CONO (CT)
SAN MICHELE DI GANZARIA (CT)
Enna. Operazione antidroga Clapton, reati prescritti per tutti
Il processo d’appello scaturito dall’operazione antidroga Clapton, su un presunto giro di cocaina che avrebbe coinvolto decine di insospettabili, si è concluso con il non luogo a procedere per sopravvenuta prescrizione. La sentenza di primo grado che aveva portato complessivamente a condanne per oltre 40 anni di carcere a carico degli imputati, era stata emessa il 16 ottobre del 2011, ma le motivazioni della sentenza erano state depositate a quasi un anno dalla conclusione del processo che si era svolto dinanzi al tribunale di Enna. ad impugnare la sentenza i difensori di Filippo Bellomo, che era stato indicato come l’organizzatore del giro e condannato ad 8 anni di reclusione, Salvatore Bonfirraro, Giuseppe Cammarata, Alessandro Colombo che erano stati condannati a 5 anni, Luca Alfonso Milazzo a 4 anni, Rosangela Cammarata a 3 anni e 6 mesi, Virgilio Mantenga a 2 anni e 6 mesi. Per tutti la Corte d’appello ha pronunciato la sopravvenuta prescrizione dei reati contestati. A ricorrere in appello anche le difese di Carlo Colaleo, ex maresciallo delle Fiamme gialle condannato in primo grado 4 anni, e di Elio Filippo Manin condannato a 3 anni. le loro posizioni sono state stralciate dal processo di secondo grado per un difetto di notifica ad uno dei difensori, ma anche per Colaleo e Manin si profila il non luogo a procedere per prescrizione. L’avvocato Paolo Giuseppe Piazza che difende Bellomo, accusato di avere avuto un ruolo di organizzatore del giro di spaccio, si è limitato a commentare che già in primo grado era stata riconosciuta dal tribunale la “lieve entità”. Formalmente aperto il 20 dicembre del 2007, il processo di primo grado si è trascinato per 4 anni a causa di una serie di rinvii oltre che dal cambio della composizione del collegio giudicante del tribunale di Enna a seguito del quale era ricominciato da capo. I difensori degli imputati non avevano prestato consenso all’acquisizione degli atti e quindi era stato necessario anche disporre nuovamente la trascrizione di oltre 50 mila intercettazioni, per centinaia di ore, ed affidare un nuovo incarico ai periti, poi l’attesa per il deposito delle motivazioni e quelli per la fissazione dell’udienza d’appello hanno portato alla prescrizione di tutte le accuse. L’operazione antidroga “Clapton” aveva portato a diversi arresti e ad un centinaio di denunce a piede libero e fece scalpore per il coinvolgimento nel giro di spaccio, se pure come “assuntori” di professionisti, commercianti e comunque nomi noti della Enna bene e di appartenenti alle forze dell’ordine.
Tutte le nostre offerte su http://www.stilauto.it/
Truffa alle Procure di Enna e Nicosia, Pm chiede processo per due persone
La Procura di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio dei due responsabili della società incaricata delle fonoregistrazioni e trascrizioni di diversi uffici giudiziari siciliani. gli indagati avrebbero truffato anche le procure di Enna e Nicosia, per conto delle quali eseguivano le fonoregistrazioni e le trascrizioni degli atti giudiziari. La procura di Agrigento, che è tra le presunte “vittime” della truffa, che chiesto il rinvio a giudizio dell’amministratore unico e del direttore generale della Sinav Srl, società che svolgeva il servizio. La richiesta di rinvio a giudizio riguarda Francesco e Maria Palumbo rispettivamente di 43 e 37 anni, fratello e sorella che devono rispondere di truffa ed evasione fiscale. La società si occupava delle registrazioni e delle trascrizioni oltre che per quelle di Nicosia ed Enna, per le Procure di Agrigento, Ragusa, Palermo, Catania, Modica, Termini Imerese, Nicosia, Caltanissetta, Barcellona Pozzo di Gotto, Trapani, e Gela, ma curava anche la registrazione delle udienze attività alla quale sarebbe poi stata affiancata anche quella per conto delle procure alle quali forniva i supporti necessari alle intercettazioni. Secondo le accuse, scaturite dagli accertamenti del nucleo i polizia tributaria delle Fiamme gialle di Agrigento, i responsabili della società avrebbero “indotto in errore” le procure riuscendo ad ottenere, per il solo 2010, profitti indebiti per l’ammontare di 137 mila euro. Gli avvocati Andrea Gemma, Giorgio Tamburrini e Nino Caleca, difensori di Maria e Francesco Palumbo e della Sinav Srl, quando la notizia è stata diffusa, in una nota hanno precisato di avere appreso dai mezzi di comunicazione dell’esistenza di una richiesta di rinvio a giudizio emessa dalla Procura di Agrigento, precisando di “non avere avuto, sino ad oggi, alcuna comunicazione ufficiale. Peraltro, in considerazione dei fatti da cui tale richiesta sembra scaturire, siamo certi di poter rapidamente chiarire che il comportamento ascritto alla Sinav S.r.l. ed ai nostri assistiti è immune da ogni possibile censura”.
Tutte le nostre offerte su http://www.stilauto.it/
Guardia Finanza Enna appone sigilli a cantiere Castello di Lombardia: stop della Procura ai lavori in corso
La Procura della Repubblica di Enna, con un provvedimento a firma del Sostituto dr. Francesco Rio, ha disposto il blocco dei lavori, che da alcuni mesi stanno interessando il costone roccioso del lato nord-ovest del Castello di Lombardia.
Personale della locale Compagnia della Guardia di Finanza ha apposto stamattina i sigilli al cantiere dell’impresa che, su disposizione del locale Ufficio del Genio Civile, avrebbe dovuto procedere ai lavori di messa in sicurezza e di consolidamento della parete argillosa.
Nello scorso mese di marzo, dopo che alcune pietre si erano staccate dal livello medio-alto del fianco roccioso, erano stati avviati, con il criterio della somma urgenza, i relativi lavori di stabilizzazione, che avevano però destato l’allarme e la preoccupazione delle associazioni ambientalistiche e culturali, le quali lamentavano l’inappropriatezza della particolare tipologia di intervento che si intendeva adottare.
Infatti, la base rocciosa risultava incisa con uno scavatore meccanico per una lunghezza di una trentina di metri circa, così da potervi successivamente appoggiare, secondo i piani progettuali, un muro di contenimento in cemento armato, che, unitamente alla posa di reti metalliche, avrebbe dovuto, in futuro, difendere la sede stradale dalla caduta accidentale di massi.
Dopo un primo fermo dei lavori e l’intervento della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali, che ha richiesto ed ottenuto alcune varianti al progetto originario, i lavori sono però ripresi.
Secondo “Sicilia Antica”, l’associazione che svolge sul territorio un’azione di tutela storica, archeologica ed artistica, la procedura pubblica seguita potrebbe essere viziata da irregolarità e la supposta inadeguatezza delle opere cantierate potrebbe finire per cagionare un danno irreparabile all’area tutelata e soggetta ad un rigoroso vincolo archeologico ed ambientale.
Le osservazioni hanno formato oggetto di un dettagliato esposto a firma del Presidente dell’ente, a seguito del quale la Procura della Repubblica ha ritenuto di aprire un fascicolo a carico di ignoti per esecuzione di opere su beni paesaggistici senza la prescritta autorizzazione o in difformità della stessa, nonché per distruzione e deturpamento di bellezze naturali, procedendo altresì a sospendere i lavori in corso ed ad avviare delle verifiche sulla regolarità di tutta la procedura seguita per la realizzazione dell’intervento.
A tal fine, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Enna sono stati inviati presso le locali sedi dell’Ufficio del Genio Civile e dell’Ufficio Tecnico Comunale, dove sono stati acquisiti i fascicoli relativi all’iter amministrativo di autorizzazione dei lavori.
Catenanuova. Tratto nuovamente in arresto “nunziu u trainisi” ritenuto appartenenti al sodalizio del clan Cappello
Non si ferma l’attività di contrasto condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Enna sugli appartenenti ai clan mafiosi operanti su Catenanuova.
Nella tarda serata di ieri è stato infatti nuovamente arrestato, a seguito di nuova Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal Tribunale di Caltanissetta su parallela richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A. di Caltanissetta, nella persona dei Sostituti Procuratori Dott. Giovanni di Leo e Santi Roberto Condorelli, il pregiudicato Di Marco Nunzio, di anni 41, ritenuto essere stato, già a far data del 2008, un fedele appartenente al gruppo mafioso capitanato su Catenanuova dal noto Passalacqua Filippo, quest’ultimo in carcere ormai da diversi anni ed in ultimo sottoposto al regime dell’art. 41 bis dell’Ordinamento Penitenziario riservato ai capi delle organizzazioni mafiose, in atto sotto processo in quanto accusato di essere stato il principale organizzatore ed esecutore della Strage di Catenanuova del 15.07.2008 e principale indagato della stessa Operazione Go Kart.
Il Di Marco, com’ è noto, era stato già tratto in arresto in data 12.07.2014, ma in data 31.07.2014 era stato scarcerato dal Tribunale del Riesame che aveva rilevato dei vizi di procedura.
I Magistrati titolari delle indagini hanno nuovamente ripreso in esame tutto l’ingente materiale probatorio fino a quella data raccolto sul Di Marco Nunzio, disponendo ai Carabinieri di Enna nuovi riscontri anche su ulteriori dichiarazioni nel frattempo emerse da parte di nuovi collaboratori di giustizia, elementi che hanno ulteriormente rafforzato la posizione della Procura, già espressa in precedenza nei confronti del Di Marco.
E’ appena il caso di ricordare che il Di Marco Nunzio è accusato di essersi associato al Passalacqua Filippo ed aver fatto, per lo stesso, il latore delle richieste estorsive a diversi imprenditori e piccoli artigiani che in quegli anni avevano in corso in Catenanuova l’apertura di nuove attività commerciali o la conduzione di piccoli appalti. Testualmente lo stesso riferiva alle vittime individuate che “era necessario far prendere un caffè a Filippo” (Passalacqua), frase che il GIP del Tribunale Francesco Lauricella ha qualificato rivelatrice della modalità estorsiva concordata con lo stesso Passalacqua. Tutti infatti comprendevano che si trattava di una richiesta di “pizzo”, alla quale di norma si adeguavano.
Lo stesso Di Marco Nunzio è ritenuto dagli uomini del Comando Provinciale di Enna anche il mandante dell’incendio, cagionato per ben due volte, dell’auto privata di un militare dell’Arma che in quegli anni prestava servizio a Catenanuova e che avrebbe subito il gravissimo atto di ritorsione per aver condotto nell’anno 2008, insieme ad altri militari dell’Arma di Catenanuova, un controllo ad un cantiere edile gestito dal Di Marco Nunzio e dal fratello dello stesso, posto poi sotto sequestro perché totalmente abusivo e con l’impiego di operai assunti in nero.
Il Di Marco è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Caltanissetta a disposizione dei Magistrati Dott. Giovanni di Leo e Santi Roberto Condorelli, titolari delle attività investigative antimafia condotte sulla provincia di Enna.
Enna tra le migliori per numero dei delitti denunciati nel 2013
Il Prefetto di Enna ha espresso oggi ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine un sincero apprezzamento per l’impegno profuso nell’anno passato in quanto esso ha certamente contribuito a collocare Enna, secondo la classifica pubblicata ieri dal quotidiano il Sole 24 ore, tra i capoluoghi migliori per numero di delitti denunciati.
Enna si è collocata per l’anno 2013 al 4° posto – prima tra le provincie siciliane – premiando il costante impegno nel controllo del territorio esperito dalle Forze dell’Ordine che ha consentito, in controtendenza rispetto al costante incremento dei reati predatori a livello nazionale, una conferma del capoluogo ennese tra i più sicuri di d’Italia.
Già all’inizio dell’anno in corso la classifica annuale sulla qualità della vita, diffusa dallo stesso quotidiano per l’anno passato, aveva premiato Enna collocandola al 10° posto – per l’ordine pubblico – sulle 107 province in graduatoria.
Il Prefetto, a tal riguardo, nel ringraziare le Forze dell’Ordine per quanto già fatto, auspica che il dato pubblicato ieri possa costituire una conferma ed, al contempo, un indice di miglioramento delle condizioni di sicurezza dei cittadini nella provincia ennese, anche in vista dell’imminente diffusione della classifica sulla qualità della vita per l’anno 2014.
In proposito, il Prefetto ha ribadito come il miglioramento delle condizioni della sicurezza e dell’ordine pubblico costituisca un presupposto essenziale per la nascita e lo sviluppo di nuove imprese e di un’economia legale fiorente.
Polstrada Enna, intensi controlli, denunciati anche due giovani di Agira con 18 involucri di sostanza stupefacente
Intensa è stata l’attività della Polizia Stradale di Enna e dei dipendenti Distaccamenti per il fine settimana. In particolare, nell’ambito dei controlli effettuati con finalità di prevenzione e repressione dei comportamenti a rischio e per verificare le condizioni psicofisiche dei conducenti ed il rispetto delle regole del Codice della Strada, nella nottata di domenica 16 novembre, alle ore 02.53 circa, una pattuglia autostradale della Polstrada del Distaccamento di Catenanuova, nei pressi dello svincolo di Catania, sull’autostrada A19 Palermo-Catania, fermava un conducente di una autovettura Audi A4. Questi veniva sottoposto al controllo con l’etilometro, il quale dava esito positivo. Pertanto, il guidatore, S.G. di 26 anni di Caltagirone (CT), veniva denunciato all’Autorità Giudiziaria per guida sotto l’effetto di alcol e la patente di guida ritirata ai fini della sospensione. Qualche ora dopo, alle ore 04.15, la stessa pattuglia, sempre durante l’attività di controllo e di vigilanza autostradale, nei pressi dello svincolo di Catania, denunciavano A.D. di anni 18 di Niscemi (CL). Questi alla guida dell’autovettura Fiat Punto, circolava senza aver mai conseguito la patente di guida. Inoltre, sottoposto anch’esso al test alcolemico a mezzo dell’etilometro, è stato trovato positivo. Per tale ragione il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo per 30 giorni ed il conducente veniva deferito alla Procura della Repubblica di Catania, ai sensi degli artt.116 CDS e 186 del Codice della Strada, per guida senza patente e perché trovato alla guida di una autovettura sotto l’effetto di sostanze alcoliche. Ma anche nella mattinata di domenica, alle ore 10 circa, una pattuglia della Polizia Stradale della Sezione di Enna, unitamente ai militari di una radiomobile dell’Arma dei Carabinieri, intenti a svolgere un’attività di prevenzione presso l’area di servizio di Sacchitello nord, sull’autostrada A19 Palermo-Catania, disposta dalla locale Questura in occasione del transito dei tifosi in trasferta per la partita Trapani-Catania, fermavano un conducente, tale B.S. di 36 anni, di Catania. Questi, alla vista degli operatori, mostrava un atteggiamento nervoso ed agitato. Soggetto al controllo, è stato trovato in possesso di 1,61 grammi di sostanza erbacea stupefacente. Pertanto, sottoposto agli accertamenti previsti, è risultato positivo all’uso di sostanze stupefacenti. Inoltre, nell’auto da lui condotta è stato rinvenuto un coltello. Per tali motivi, lo stesso è stato congiuntamente denunciato dagli Agenti della Polizia di Stato e dai militari dell’Arma dei Carabinieri all’Autorità Giudiziaria per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e per porto abusivo di arma. Infine, nella stessa giornata, alle ore 22, personale di una pattuglia del Distaccamento Polstrada di Catenanuova fermava, per un normale controllo, all’interno dell’area di Servizio Gelso Bianco, sempre sulla A19, il conducente di una autovettura Peugeot 308, tale G.L. di anni 21, con a bordo quale passeggero M.I. di anni 24, entrambi di Agira. Dal controllo sull’autovettura e sulle persone, venivano rinvenuti 18 involucri di sostanza stupefacente. Gli individui, su disposizione del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania, venivano denunciati ai sensi dell’art. 73 del D.P.R. 309/90, per detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Enna. Controlli dei carabinieri, un arresto per armi a Leonforte
Weekend intenso per i Carabinieri della Compagnia di Enna che hanno operato in diversi Comuni della giurisdizione ponendo in essere diversificate attività volte a prevenire e reprimere la commissione dei reati in genere ed in particolare i fenomeni di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti.
L’attività, condotta da circa 15 militari con l’ausilio dell’unità Cinofila del Nucleo di Nicolosi (CT) e del Nucleo Carabinieri Antisofisticazioni e Sanità di Catania, ha riguardato i Comuni di Enna, Leonforte ed Assoro, ove sono state effettuate una serie di perquisizioni personali e domiciliari, controlli agli esercizi pubblici ed agli utenti della strada.
Ad Enna i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione Capoluogo congiuntamente al N.A.S. di Catania hanno eseguito dei controlli ad esercizi commerciali in materia di sicurezza alimentare e circa l’applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore, rilevando irregolarità igienico-sanitarie a carico di un panificio della zona per aver omesso la predisposizione delle procedure di autocontrollo (sistema HACCP) e, comminando, al termine della verifica una sanzione amministrativa complessiva pari ad euro 2.000,00.
Sempre ad Enna, presso l’area di servizio Agip “Sacchitello Nord”, direzione Catania-Palermo, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile unitamente alla Sezione della Polizia Stradale di Enna, nel corso di un’attività di prevenzione disposta dalla locale Questura in occasione del transito dei tifosi in trasferta per la partita Trapani-Catania, notavano l’arrivo di un’autovettura che zigzagava. Si procedeva pertanto al controllo del veicolo e dell’occupante. Il conducente S.B., 36 anni, pregiudicato catanese, già gravato dal DASPO, veniva trovato in possesso, all’esito di perquisizione personale e veicolare, di gr. 2,00 circa di sostanza stupefacente del tipo marijuana e di un coltello di genere vietato, il tutto occultato all’interno dell’abitacolo. Lo stesso, inoltre, risultava positivo all’uso della marijuana e pertanto veniva deferito all’A.G. di Enna sia per porto di armi od oggetti atti ad offendere che per la guida in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti con contestuale ritiro del documento di guida e sequestro dell’autovettura ai fini di confisca oltreché segnalato alla Prefettura di Catania per detenzione di stupefacenti per uso personale.
A Leonforte ed Assoro, ove è stato impiegato anche il cane Indic, i Carabinieri delle locali Stazioni e del N.O.RM. hanno condotto diverse perquisizioni domiciliari e veicolari che hanno consentito, presso uno degli obiettivi, di rinvenire e sequestrare diverse dosi di sostanza stupefacente del tipo marijuana e segnalare contestualmente alla locale Prefettura un giovane quale assuntore recidivo, M.P. 22enne di Assoro.
A Leonforte, è stato tratto in arresto per detenzione illegale di arma e munizionamento Massimiliano Virzì, 28 anni pregiudicato, poiché trovato in possesso, all’esito di perquisizione personale e domiciliare, di una pistola cal. 9 mm clandestina completa di due serbatoi e 75 proiettili cal. 7,65, il tutto illegalmente detenuto ed occultato sulla persona che, avvertita la presenza degli operanti, stava cercando di darsi alla fuga. L’arrestato, dopo le formalità di rito, veniva ristretto presso la Casa Circondariale di Enna a disposizione del P.m Lo Cascio.
pub-5835099738341121
Gagliano. Arrestato 38enne per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente
Alle prime ore del mattino, i Carabinieri della compagnia Nicosia hanno arrestato il 38enne Vicino Nicolò di Gagliano C.to, per detenzione di sostanza stupefacente tipo marijuana. I militari, nel corso di una vasta operazione di controllo del territorio finalizzato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nel comune di Gagliano, nell’ambito della quale venivano eseguite numerose perquisizioni domiciliari in vari edifici e luoghi ritenuti sensibili, rinvenivano e sequestravano, debitamente occultati e nella disponibilità del Vicino, complessivi 30 grammi di marijuana suddivisa in 13 dosi, pronte per essere spacciate. Nel corso dell’operazione, i Carabinieri ispezionavano approfonditamente l’abitazione rinvenendo e sequestrando un bilancino di precisione e utensili vari per il confezionamento della citata sostanza. L’arrestato è stato tradotto presso il proprio domicilio in regime di detenzione domiciliare così come disposto dall’autorità giudiziaria di Enna.
“Kindergarden”. Enna: Insegnante di scuola materna della provincia sospesa per due mesi, infliggeva mortificanti punizioni ed ingiurie
Nella giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza i Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura insieme a quelli del Comando Provinciale di Enna, hanno notificato, nella mattinata del 19 novembre 2014, ad una insegnante di una scuola materna della provincia, l’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’attività didattica per la durata di due mesi.
Le indagini, dirette dal P.M. dott.ssa Fiammetta Modica e coordinate dal Procuratore della Repubblica dott. Calogero Ferrotti, sono state avviate a seguito della denuncia di alcuni genitori di alunni tra i 4 ed i 5 anni, frequentatori della scuola materna, e si sono sviluppate nell’arco di un mese anche con l’esecuzione di intercettazioni audio e video. Le attività hanno messo in luce che l’insegnante, nelle ore in cui i piccoli alunni erano affidati alle sue cure, spesso e per motivi del tutto futili, travalicava i normali metodi educativi, infliggendo mortificanti punizioni arrivando anche ad ingiuriare pesantemente i bambini e ad usare vere e proprie forme di violenza fisica.
Il compendio delle investigazioni è stato valutato positivamente dal G.I.P. del Tribunale di Enna, dott.ssa Luisa Bruno, la quale ha emesso la misura cautelare richiesta.
Con l’esecuzione del provvedimento, che è stato notificato anche agli organi amministrativi scolastici della Provincia, per quanto di loro competenza, la Procura, con i suoi organi investigativi, ha dimostrato una particolare attenzione ad un tema di scottante attualità a livello nazionale, quale quello dell’abuso del potere educativo e disciplinare in ambito scolastico.
Valguarnera. Carabinieri trovano armi e munizioni, arrestato trentaseienne
I militari della Stazione di Valguarnera, dipendenti dalla Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina, con l’ausilio dei colleghi del Nucleo Cinofili di Nicolosi (CT) hanno tratto in arresto nella tarda mattinata odierna, in flagranza di reato, Molara Gianfranco, 36enne nato a Valguarnera, con precedenti di polizia.
Il reato contestato è la detenzione illegale di munizioni ed armi clandestine nonchè ricettazione. I militari operanti dopo accurate e prolungate indagini di polizia giudiziaria hanno eseguito diverse perquisizioni domiciliari nelle proprietà del predetto e nelle adiacenze delle stesse e, in una di queste sita in Valguarnera Caropepe alla Contrada Cafeci, hanno rinvenuto:
· Nr. 1 fucile da caccia, marca franchi, modello 300, tipo doppietta, calibro 12, con matricola abrasa;
· Nr. 1 pistola semiautomatica, marca pietro beretta modello 71, calibro 22, con matricola abrasa;
· Nr. 7 cartucce calibro 12 di cui 6 a pallini ed una a pallettoni;
· Nr. 8 cartucce calibro 22 lr;
· Nr. 1 telefono cellulare marca samsung risultato asportato a Venezia nell’agosto u.s..
Il telefono e le armi sono stati sequestrati.
L’arrestato, a conclusione dell’attività investigativa ed espletate tutte le formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Enna a disposizione della competente Autorità Giudiziaria per la convalida. Sono tuttora in corso indagini per risalire all’origine delle armi ed al loro reale utilizzo.
Nei prossimi giorni entrambe le armi verranno inviate al R.I.S. di Messina per le consuete analisi balistiche.
L’attuale attività rientra nel controllo del territorio, compito primario e precipuo appunto per i militari della Compagnia Carabinieri della città dei mosaici.
Arrestati due 19enni catanesi sopresi a rubare mezzo quintale di olive a Centuripe
Nella tarda mattinata di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Nicosia, nel corso di un servizio di controllo delle aree rurali, finalizzato a contrastare le bande dedite alla commissione di furti nelle campagna, hanno tratto in arresto in flagranza di reato due Catanesi per il furto di circa mezzo quintale di olive: Severino Antonio Giuseppe classe 1995, operaio e Grillo Emanuele classe 1995 entrambi residenti a Catania. I militari della Stazione di Centuripe e del Nucleo Operativo e Radiomobile di Nicosia notavano i due giovani Catanesi in un fondo agricolo ubicato in contrada “Cugno di Carcaci” del Comune di Centuripe che percuotevano gli alberi di olive trasportandoli poi con dei sacchi nel cofano della macchina con cui erano giunti sul posto.
I Militari, attesi i rinforzi, dapprima hanno aspettato che i due incauti ladri s’impossessassero di una consistente quantità di frutti e successivamente intervenivano tagliando ogni via di fuga ai malfattori che venivano bloccati e tratti in arresto. I due ladri se fossero riusciti a compiere indisturbati la loro azione avrebbero raccolto oltre 3 quintali di olive. La refurtiva, di quasi mezzo quintale è stata restituita al proprietario, mentre gli arrestati sono stati rimessi in libertà come disposto dal magistrato di turno della Procura della Repubblica di Enna.