Nella mattinata di ieri, mercoledì 29 ottobre, i Carabinieri della compagnia di Nicosia, hanno tratto in arresto Paul Kings classe 1996, nigeriano per lesioni personali aggravate. I militari contattati al 112 intervenivano presso il centro di seconda accoglienza S.P.R.A.R (sistema di protezione con richiedenti asilo e rifugiati) di Regalbuto dove era stata segnalata una lite in corso tra due dimoranti presso lo stesso centro. I carabinieri giunti sul posto accertavano che poco prima Paul Kings si era appropriato di una porzione di cibo di un altro extracomunitario L.C. classe 1984 del Gambia, in quanto secondo il nigeriano più abbondante rispetto alla sua. I due cominciavano a litigare fino a quando il Paul non afferrava una bottiglia in vetro e dopo averla rotta si scagliava violentemente contro il gambiano sferrando dei fendenti in direzione del volto. L’aggredito, nel tentativo di difendersi, accusava i colpi al braccio. Il nigeriano dopo aver provocato una profonda ferita all’arto superiore dell’uomo, si dileguava a piedi nelle vie di Regalbuto. Il ferito prontamente soccorso dal 118, trasportato presso l’ospedale di Enna, veniva sottoposto a intervento chilurgico. Al termine dell’operazione i sanitari lo riscontravano affetto da “ferita profonda da taglio avambraccio sx con lesioni muscolari” con prognosi di gg. 25 sc.. I carabinieri della stazione di Regalbuto unitamente a quelli di Centuripe iniziavano le ricerche del nigeriano rintracciando poco dopo per le vie del comune di Regalbuto. Il fermato, ultimate le formalità di rito è stato trattenuto nelle camere di sicurezza della compagnia Carabinieri di Nicosia in attesa del rito direttissimo. L’udienza svoltasi alle successive ore 14 si concludeva con la convalida dell’arresto e l’emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del nigeriano, il quale veniva tradotto presso il carcere di Enna come disposto dal tribunale di Enna.
Regalbuto. Litigano per una porzione di mangiare. Nigeriano rompe una bottiglia in vestro e aggredisce un altro extra comunitario
Centuripe. Otto anni a 26enne per maltrattamenti in famiglia
È andata al di là della richiesta del pubblico ministero la condanna che il Gup Calogero Commandatore ha inflitto ad un giovane centuripino colpevole dei reati di maltrattamenti, minacce e violenze in famiglia, violenza e resistenza a pubblico ufficiale in occasione dell’arresto. Al giovane A. G., infatti, il Gup ha disposto otto anni di reclusione, contro i sei chiesti dal Pm Francesco Rio, mille euro di multa ed il pagamento delle spese processuali.
Si tratta di una condanna pesante e ritenuta spropositata dall’avvocato difensore Mauro Lombardo che ha già manifestato l’intenzione di ricorrere in appello per ridurne la pena.
I fatti risalgono allo scorso anno quando in più occasioni il 26enne A. G. ha scaricato la sua ira contro la madre, i nonni ed in qualche occasione anche sul fratello minorenne.
L’imputato è stato riconosciuto colpevole di continue minacce ed aggressioni nei confronti della madre e dei nonni colpiti con schiaffi, calci e pugni imponendo anche vessazioni che con il passare del tempo hanno reso la vita dei congiunti difficile. In un’occasione i nonni furono costretti a ricorrere alle cure mediche che procurarono alla nonna una prognosi di venti giorni per lesioni ossee mentre al nonno 73enne furono causati ematomi e ferite al viso. Lesioni personali che furono riscontrare anche al fratello minore del condannato.
La vita dei familiari si era praticamente trasformata in un inferno tanto da costringere la madre ad allontanarsi da casa trasferendosi nell’abitazione dei nonni del ragazzo accusato anche di minacce nei confronti dei nonni obbligati a provvedere ad ogni necessità espressa dal nipote e se così non fosse stato allora erano guai. Così come quando chiese del denaro per far fronte al pagamento di una multa, richiesta che però non fu esaudita. E delle somme di denaro venivano costantemente chieste anche alla mamma. Questi fatti reiterati nel tempo sono stati considerati gravi dal Gup Commandatore che ha così portato ad otto gli anni di reclusione.
L’avvocato difensore Mauro Lombardo ha quindi annunciato che attenderà le motivazioni per capire il perché dell’aumento della pena rispetto alla richiesta del Pm e procederà in appello per chiedere una pena minore.
Enna. Interrogato Gesualdo: il presunto capo di Cosa nostra respinge le accuse
Ha respinto tutti gli addebiti, dichiarandosi totalmente estraneo ai fatti dei quali è accusato. Solo questo è emerso sull’interrogatorio di Salvatore Gesualdo, l’assistente della polizia penitenziaria arrestato all’alba di martedì con l’accusa di essere il nuovo reggente di cosa Nostra ennese. L’interrogatorio per rogatoria si è svolto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, dove Gesualdo è stato rinchiuso, alla presenza del suo difensore, l’avvocato Michele Baldi del Foro di Enna.
L’unico altro particolare emerso è che Gesualdo avrebbe spiegato che i rapporti che gli vengono contestati con esponenti della criminalità organizzata ennese sono solo frutto di antiche amicizie personali, ma senza alcun suo coinvolgimento episodi criminali. L’avvocato baldi si è limitato a spiegare che l’ordinanza di custodia cautelare verrà impugnata dinanzi al tribunale del riesame di Caltanissetta e che ne verrà chiesto l’annullamento contestando i presupposti dei gravi motivi alla base della custodia in carcere. Non è invece noto se si è già tenuto anche l’interrogatorio di garanzia per Giancarlo Amaradio, detenuto nel carcere di Milano e raggiunto anche lui da ordinanza di custodia cautelare, insieme a Gesualdo, che gli è stata notificata in carcere. Secondo le accuse che il trentatreenne agente della penitenziaria ha respinto, il suo sarebbe stato un ruolo di primo piano a partire dal 2009, quando venne arrestato Amaradio, che aveva riorganizzato il gruppo di Cosa nostra a Enna e che era il referente che interloquiva con il boss Salvatore Seminara, designato alla reggenza dal capo storico di Cosa nostra calatina Ciccio La Rocca, ne avrebbe preso il posto. Amaradio si fidava di Gesualdo, tanto da portarlo anche ai summit di mafia con Saminara e tanto da averlo come braccio destro anche nelle richieste di pizzo, come avvenuto, almeno sempre secondo le risultanze delle indagini, quandi venne chiesta la messa a posto al titolare di una discoteca di Pergusa che si rifiutò e venne anche alle mani con i due che lo minacciarono e poi boicottarono il suo locale cercando di allontanare i clienti. Sempre con Amaradio avrebbe minacciato e malmenato il debitore di un imprenditore amico, portato in una casa di campagna dello stesso Gesualdo. Accuse pesanti e circostanziate, alle quali si aggiungono quelle di avere poi assunto la guida del gruppo “sopravvissuto” di Cosa nostra che era stato vicino ad Amaradio, andando anche a caldeggiare una gestione autonoma di tangenti e stupefacenti degli affiliati di Regalbuto, con Filippo Passalacqua, all’epoca capo del clan Cappello a Catenanuova e incontrando gli esponenti del clan Santapaola per ottenere “aiuto” ma anche il benestare, per imporre il pizzo su un centro commerciale. Tutte accuse che gli muivono 3 pentiti ma che Gesualdo ha respinto.
Da La Sicilia www.lasicilia.it
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Enna. Danneggiata tabaccheria del centro storico
Enna. Una tabaccheria del centro storico, situata tra via Vittorio Emanuele e via Roma, nella cosiddetta Balata, durante la notte di ieri è stata danneggiata nella vetrinetta che si trovava accanto all’ingresso dell’esercizio commerciale. Domenica mattina, intorno alle 6,30 il signor Gaetano Salamone, ennese di 59 anni, titolare della tabaccheria, nell’aprire l’esercizio commerciale ha notato che la vetrinetta che si trova accanto alla porta di ingresso aveva il vetro tutto frantumato con un buco da dove i ladri (erano più di due) hanno portato via alcuni oggetti tra cui un trita sigari per un valore complessivo di circa cento euro. Per frantumare il vetro i ladri si sono serviti di un’asta di ferro lunga circa due metri, ma poco efficace visto che il vetro in parte ha resistito. Immediata la chiamata al 113 che ha incominciato ad esaminare la situazione. Tra l’altro c’è da sottolineare che tutta la zona tra via Roma e via Vittorio Emanuele e la stessa tabaccheria hanno un impianto di video sorveglianza per cui attraverso le immagini è stato possibile individuare i ladri, che ora sono attivamente ricercati. Sul posto anche la Scientifica dei Carabinieri ed Enzo Spinò, l’esperto dei carabinieri, nel suo esame della vetrinetta altre ad impronte digitali, ha anche pescato sul vetro di uno dei comparti delle gocce di sangue per cui l’individuazione dei ladri dovrebbe essere ancora maggiore. Già da ieri mattina la Scientifica ha incominciato a studiare le immagini dell’impianto di videosorveglianza per individuare gli autori di questo furto, che ha fruttato poche cose.
RIPRENDIAMO E PUBBLICHIAMO DAL QUOTIDIANO LA SICILIA
Enna. Due donne restano chiuse al cimitero, vicende a lieto fine grazie alla Polizia di Stato
Enna. In occasione della Commemorazione dei defunti, numerose persone si sono recate al Cimitero per fare visita ai propri cari. Tra queste, una anziana donna con la figlia, che, probabilmente non avendo udito il segnale acustico che annuncia ai visitatori la chiusura del Cimitero, sono rimaste chiuse all’interno dello stesso. Una congiunta delle due donne, appresa la notizia, si è messa in contatto con il numero di emergenza della Polizia di Stato “113”.
L’operatore della Sala Operativa, ricevuta la segnalazione, si è subito attivato e messosi in contatto con una delle due donne, si è fatto spiegare esattamente la posizione delle stesse. Rassicurate le donne, l’agente della Polizia di Stato, si è messo in contatto con il reperibile dei servizi cimiteriali, che ha provveduto ad inviare sul posto un addetto che, aperto il cancello del Cimitero, ha consentito alle due signore di uscire e di concludere positivamente la disavventura.
Altrettanto risolutivo l’intervento di altro operatore del “113” per una donna colta da malore. Un’anziana ennese, che abita da sola, nei giorni scorsi è stata colta da malore. Chiamato il numero di emergenza della Polizia Di Stato, con voce sofferente, riusciva a dare notizie all’operatore su dove si trovasse. Questi, contattato con altra linea il “118”, ha provveduto a non lasciare sola la donna, rassicurandola per telefono fino all’arrivo dei soccorsi. La donna veniva poi condotta all’Ospedale di Enna, per le cure del caso.
Il “113”, numero di emergenza e soccorso pubblico della Polizia di Stato, è sempre a disposizione dei cittadini, vicino alla gente, nei momenti di difficoltà.
Questore Enna emette Daspo nei confronti di un tifoso della società calcistica “Ravanusa”
In data 24.10.2014, su richiesta della locale Procura della Repubblica, il Giudice delle Indagini preliminari presso il Tribunale di Enna ha convalidato il provvedimento di D.A.S.P.O., adottato dal Questore di Enna, dott. Ferdinando Guarino, in data 14.10.2014, nei confronti di un tifoso della compagine sportiva “Ravanusa”. La misura di prevenzione in questione scaturisce da episodi di intemperanza posti in essere dallo stesso tifoso il 21/09/2014, in occasione dell’incontro di calcio “Usd Enna – Ravanusa”, valevole per il Campionato Regionale Dilettanti di 1^ Categoria, Girone C, disputatosi presso l’impianto sportivo di Pergusa.
Prima dell’inizio del predetto incontro, il giovane tifoso di Ravanusa, infatti, accendeva un fumogeno e lo lanciava all’interno del campo.
A pochi minuti dal termine della gara, lo stesso reiterava la condotta criminosa, accendendo e lanciando all’interno del terreno di giuoco un altro fumogeno.
Per i fatti sopra riportati, lo stesso veniva deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, poiché indiziato del reato di cui all’art. 6 bis della legge n.401/89, per aver lanciato materiale pericoloso in occasione di una manifestazione sportiva.
Il provvedimento del Questore di Enna prevede il divieto di accesso (DASPO) per il periodo di anni UNO in tutti i luoghi ove si svolgono competizioni calcistiche della società sportiva “Ravanusa”, nonché in tutti gli stadi o altri impianti sportivi in occasione di eventi calcistici riguardanti il Campionato Nazionale Dilettanti. Il divieto è esteso, nelle medesime circostanze di tempo, in tutti gli spazi antistanti o comunque limitrofi agli stadi o ai campi sportivi ove si disputeranno tali manifestazioni ed altresì in quelli interessati alla sosta, al transito ed al trasporto delle persone che partecipano o assistono alle manifestazioni medesime. Al tifoso è stato imposto l’obbligo di comparire presso il Comando Stazione Carabinieri del Comune di residenza al 20° minuto di ogni tempo di tutti gli incontri ovunque disputati dalla squadra calcio “Ravanusa”.
L’emissione del provvedimento in parola si inserisce in seno all’ampia campagna di contrasto ad ogni forma di violenza, anche in occasione di manifestazioni sportive, fortemente promossa dal Questore Guarino, nella convinzione che lo sport è e deve essere un momento di aggregazione giovanile, veicolo di messaggi positivi, non certo una occasione per porre in essere comportamenti violenti.
Enna. Sesso in cambio di ricariche telefoniche, al via processo contro un artigiano
Enna. Primi testi dell’accusa al processo a carico di un artigiano accusato di violenza sessuale su minori per avere abusato di due ragazzine. Salvatore D. V., artigiano di 75 anni, era stato arrestato lo scorso 2 aprile, con l’accusa di avere adescato e abusato di due quindicenni, al termine delle indagini condotte dagli agenti della Squadra mobile di Enna e parallelamente dai militari del Nucleo operativo della compagnia dei carabinieri. Ieri il Pm Marco Di Mauro ha chiamato a deporre i primi testi a carico dell’imputato. Sul banco dei testi un militare della compagnia carabinieri, un consulente incaricato dalla Procura, e la madre di una delle vittime. Secondo le accuse l’anziano avrebbe utilizzato una bieca tattica per adescare le ragazzine, offrendo loro piccoli regali, come schede telefoniche per avere poi in cambio di sesso, quando le ragazze avevano cominciato a fidarsi di lui. Approfittando dell’ingenuità delle minori, l’anziano, le attirava con la promessa di ricariche telefoniche e poi, abusava di loro con forme di violenza di volta in volta diversificate. L’uomo avrebbe abusato per anni dei sue vittime. Le indagini hanno accertato che l’anziano, difeso dall’avvocato Gabriele Cantaro, era riuscito ad ottenere la sottomissione delle minori rispetto ai soprusi sessuali che le costringeva a subire. Nel corso delle indagini sono stati acquisiti gli Sms che l’uomo inviava alle vittime e che hanno confermato i racconti delle ragazze costrette a subire varie perversioni sessuali. A fornire un quadro completo della vicenda hanno contribuito le perquisizioni ed i sequestri operati da polizia e carabinieri a carico dell’uomo, gli interrogatori dello stesso settantenne e le dichiarazioni delle ragazze. Al processo sono costituite parte civile le famiglie delle vittime con l’avvocato Eleanna Parasiliti. Il collegio penale, presidente Giuseppe Tigano ha fissato la prossima udienza per le deposizioni di altri testi per dicembre, ma è stata anche fissata una udienza che si terrà a porte chiuse per sentire le ragazze che all’epoca dei fatti erano quindicenni.
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Piazza Armerina. Per l’omicidio Avvenia inattendibile Aldo Consoli
RIPRENDIAMO E PUBBLICHIAMO DAL QUOTIDIANO LA SICILIA
Piazza Armerina: Carabinieri arrestano pusher
I militari dell’Aliquota Operativa del N.O.RM. della Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina, continuano la loro costante attività di controllo del territorio.
Nell’ambito di un servizio per la repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, alle prime luci dell’alba odierna, i Carabinieri del Nucleo Operativo, con l’ausilio dei colleghi del Nucleo Cinofili di Nicolosi (CT) hanno effettuato diverse perquisizioni locali nel quartiere Canali e, a seguito di una di queste che ha dato esito positivo, hanno tratto in arresto, in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, Hasan Mohamud Ismail, 18enne cittadino somalo, celibe, disoccupato, domiciliato a Piazza Armerina, titolare di regolare permesso di soggiorno per stranieri.
I militari dell’Arma, avendo fondato motivo di ritenere che presso l’abitazione del giovane somalo, sita a Piazza Armerina nel quartiere Canali, si potessero rinvenire sostanze stupefacenti, vi si sono recati per procedere alla perquisizione personale dello stesso ed a quella locale della sua abitazione.
I Carabinieri, giunti sul posto, hanno spiegato al ragazzo le ragioni della loro presenza ed hanno iniziato l’atto di polizia giudiziaria. La perquisizione ha dato esito positivo in quanto sono stati rinvenuti:
– un involucro in plastica, contente la sostanza stupefacente del peso di gr. 230 (duecentotrenta) circa, rinvenuto abilmente nascosto sotto il tavolo della cucina, nell’intercapedine dove viene inserita la prolunga per l’allungamento del tavolo stesso;
– un involucro di plastica trasparente del peso di gr. 2,5 (due grammi e mezzo) contenente sostanza stupefacente del tipo marijuana, rinvenuto abilmente occultato tra il terriccio di una pianta in plastica posta sul frigorifero;
– la somma in contante, di € 55,00 all’interno del portafoglio, in un reparto chiuso con cerniera;
– un bilancino di precisione, sopra il tavolo della cucina.
Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro.
Per le modalità di rinvenimento della sostanza stupefacente Hasan Mohamud Ismail veniva dichiarato in stato d’arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel corso delle operazioni di perquisizione non sono stati arrecati danni a beni mobili o immobili, né a suppellettili.
L’arrestato non ha dato il suo consenso ad avvisare la propria autorità diplomatiche.
La droga, su disposizione della Magistratura inquirente, sarà inviata nei prossimi giorni al Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale dei Carabinieri di Enna per gli accertamenti del caso.
Hasan Mohamud Ismail, espletate le formalità di rito, è rimasto piantonato nella cmaera di sicurezza di sicurezza di questa Compagnia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente.
Si rappresenta che il giovane somalo, già in data 11.07.2014, era stato tratto in arresto – in concorso ad altri due connazionali, per analoga violazione. Anche quell’arresto fu eseguito da parte dei militari del Nucleo Operativo della Benemerita piazzese unitamente ai colleghi della Guardia di Finanza della Compagnia di Enna ed Ismail a seguito di perquisizione locale e personale, eseguita anche con la cooperazione dei Cinofili della GdF, fu trovato in possesso di ingente quantità di sostanza stupefacente.
Provincia Enna: 6 NOVEMBRE 2014 – MALTEMPO CODICE ROSSO DALLE ORE 00 PER 24 ORE – CHIUSE SCUOLE IN ALCUNI COMUNI
Codice rosso per rischio idrologico, e codice giallo per rischio idraulico dalle ore 00 del 6 novembre e per tutte le successive 24 ore per la provincia di Enna.
Le maggiori precipitazioni dovrebbero verificarsi nel pomeriggio
Allo stato attuale si ha notizia della chiusura delle scuole nei Comuni di Calascibetta, Leonforte, Nicosia, Regalbuto, Sperlinga, Troina e Valguarnera
SINDACI CHE NON HANNO EMESSO ORDINANZA DI CHIUSURA: ENNA – AGIRA – ASSORO – BARRAFRANCA – CATENANUOVA – GAGLIANO – NISSORIA – PIAZZA ARMERINA – PIETRAPERZIA – VILLAROSA
N.P.: Aidone – Centuripe – Cerami
IN TUTTI I COMUNI E’ STATA ATTIVATA LA PROCEDURA COC E PRESIDIO OPERATIVO COME PREVISTO DAI PIANI DI PROTEZIONE CIVILE
PROSSIMO AGGIORNAMENTO DOPO LE ORE 16
La presente comunicazione non vuole assolutamente creare allarmismi.
Le notizie sono dai contatti con la Protezione Civile di Enna (si ringrazia per la disponibilità e collaborazione l’arch.Pietro Conte) e con i Sindaci.
“Criticità Rossa” per domani nella Sicilia orientale, nelle province di Messina, Catania, Ragusa e Siracusa: è il responso del bollettino della protezione civile Regionale, che inoltre mantiene la “Criticità Arancione” nei settori “B” ed “E” tra le province di Palermo, Enna, Agrigento e Caltanissetta. La “Criticità Arancione”, il livello di “Pre-Allarme”, è molto grave e prevede tra i possibili effetti al suolo anche il “pericolo per la pubblica incolumità/possibili perdite di vite umane“.
Invece la criticità rossa, prevede secondo lo scenario della protezione civile “Ingenti ed estesi danni ad edifici e centri abitati, alle attività agricole e agli insediamenti civili e industriali, sia prossimali sia distanti dai corsi d’acqua, o coinvolti da frane o da colate rapide. Ingenti ed estesi danni o distruzione di infrastrutture (rilevati ferroviari o stradali, opere di contenimento, regimazione o di attraversamento dei corsi d’acqua). Ingenti danni a beni e servizi. Grave pericolo per la pubblica incolumità/possibili perdite di vite umane“.
Maltempo. Scuole chiuse dalle 15 di oggi: Enna, Aidone, Assoro, Barrafranca, Calascibetta, Catenanuova, Centuripe, Gagliano, Leonforte, Nicosia, P.Armerina, Pietraperzia, Regalbuto, Sperlinga, Troina, Valguarnera, Villarosa
Vacanze forzate per gli studenti a causa dell’allarme meteo a seguito del codice rosso per rischio idrologico, e codice giallo per rischio idraulico per la provincia di Enna, dalle 15 di oggi e sino a tutto sabato 8 novembre i Sindaci dei comuni di Enna, Barrafranca, Calascibetta (solo plesso Umberto I), Pietraperzia.
Solamente per domani giorno 7: Aidone, Agira, Assoro, Catenanuova, Centuripe, Gagliano, Leonforte, Nicosia, Piazza Armerina, Regalbuto, Sperlinga, Troina, Valguarnera e Villarosa i Sindaci hanno emesso ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado.
In caso di emergenza saranno predisposti – da parte dell’ufficio di Protezione Civile della Provincia – la sistemazione di cancelli in corrispondenza della Sp 1, Sp 2, Sp 51 ed Sp 81 tutte arterie di accesso al capoluogo.
Nessuna ordinanza (per ora prevista) del Sindaco di Nissoria
Aggiornamento ore 15.12 (arch.Pietro Conte): Protezione Civile conferma dalle ore 16 alle ore 24 di domani l’allerta ROSSO per rischio idrogeologico e dichiara la fase operativa di allarme.
Chiunque dovesse segnalare una situazione di pericolo potrà contattare i numeri 0935 23201 oppure 0935 521521 dove personale addetto attiverà il protocollo di protezione civile.
La sala operativa, stante alle attuali condizioni atmosferiche, rimarrà attiva in h 24 in attesa che l’emergenza rientri.
(seguono aggiornamenti)
Ore 17,40 Ad Enna iniziato forte temporale
L’allarme meteo sta trascorrendo nella normalità. Si raccomanda di usare la massima prudenza specie durante il pomeriggio e in serata, limitando il più possibile le uscite. Pur non prevedendo situazioni di particolare emergenza, i cittadini sono invitati ad adottare tutte le cautele del caso.
Polizia di Stato Leonforte arresta pluri-pregiudicato implicato nell’operazione “Nickname”
Nella serata di ieri, gli uomini della Squadra Mobile di Enna e del Commissariato di P.S. di Leonforte e, in Catania, hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, Naceto Sebastiano, nato a Catania nel ‘66, pluri-pregiudicato
Il Naceto era stato tratto in arresto, nel giugno del 2013, dal Commissariato di Leonforte nell’ambito dell’operazione denominata “Nickname”, unitamente ad altri 42 soggetti, con capi d’imputazione andanti dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, alla detenzione ai fini di spaccio e all’estorsione. Dopo un periodo di carcerazione, lo stesso era stato posto agli arresti domiciliari, ma, nonostante ciò, la notte del 03.11.2014 si portava, unitamente ad altri due complici, in Niscemi (CL), ove perpetrava un furto ai danni di un esercizio commerciale di quel centro, e veniva pertanto tratto in arresto, in flagranza, da personale del Commissariato di Niscemi, per tale reato e per evasione.
In virtù di ciò, il GIP di Caltanissetta ripristinava la custodia carceraria per il Naceto, che ieri veniva prelevato dalla propria abitazione catanese e condotto presso la locale casa di reclusione.
Avviso di allarme meteo: pericolo ciclone
Polstrada: operazione sicurezza Piazza Armerina
Piazza Armerina. Nell’ottica dei controlli per rispetto delle norme del codice della strada e, non ultimo, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza della circolazione stradale, di concerto con la Questura ed il Compartimento della Polizia Stradale “Sicilia Orientale”, La Polizia Stradale della Provincia di Enna, nella mattina del 7 novembre, ha predisposto un dispositivo speciale di controllo che ha interessato il Comune di Piazza Armerina. Per tale attività sono state impiegate sette pattuglie, dislocate nelle arterie principali di accesso alla città, in particolare nella periferia nord e sud e nelle strade che portano alla Villa Romana del Casale. Tale dispositivo, coordinato direttamente dal Vice Questore Aggiunto Fabio D’Amore, Dirigente della Sezione Polstrada di Enna, ha permesso di effettuare accurati controlli di Polizia sulle autovetture e sugli occupanti in transito, impegnando tutto il personale della Sezione della Polizia Stradale di Enna, della Squadra di Polizia Giudiziaria, unitamente a pattuglie del Distaccamento di Nicosia. L’attività di repressione delle violazioni al Codice della Strada e dei reati in genere ha determinato il controllo, in totale, di 67 veicoli e 73 persone, utilizzando anche gli strumenti per verificare il tasso alcolemico. Sono state contestate 24 violazioni al Codice della Strada e decurtati 67 punti dalle patenti. Inoltre, 1 patente di guida è stata ritirata. Nella circostanza, un individuo di Piazza Armerina di circa sessanta anni veniva trovato positivo al controllo del tasso alcolemico. Pertanto, veniva deferito alla Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza. Infine le sanzioni al Codice della Strada hanno riguardato, principalmente, il mancato uso delle cinture di sicurezza, la circolazione con mezzi privi della prevista revisione periodica e della copertura assicurativa e la mancanza al seguito della prevista documentazione per la guida. Anche in tale circostanza la Polizia di Stato si è particolarmente impegnata ad effettuare controlli a vasto raggio nei pressi dei centri abitati di maggiore densità abitativa del comprensorio ennese, allo scopo di reprimere comportamenti pericolosi e illeciti, finalizzando gli interventi anche al miglioramento della sicurezza del traffico.
Piazza Armerina. Ennesimo incidente stradale sulla statale 117 bis, all’altezza della famosa “curva della morte”
Valguarnera. Ennesimo incidente stradale sulla statale 117 bis, all’altezza della famosa “curva della morte”. Nella tarda mattinata di giovedì verso le 12,00-12,15, una autovettura Fiat Stilo con a bordo una coppia di Valguarnera, probabilmente a causa del terreno viscido dalla pioggia o di un piccolo terrapieno a bordo strada, ha perso il controllo della strada e si è ribaltata al centro della carreggiata. Per fortuna in quel momento non transitavano altri mezzi perché altrimenti poteva succedere un disastro. I due coniugi, lui di 80 anni e lei di 78, provenivano da Piazza Armerina e stavano per rientrare a casa a Valguarnera. Sul luogo, allertanti da un automobilista di passaggio, sono intervenuti la Polizia stradale di Enna e due ambulanze che hanno condotto i coniugi valguarneresi al vicino ospedale di Piazza Armerina. Per come era acconciata la Stilo, si può dire che ne sono usciti senza gravi conseguenze, avrebbero infatti riportato varie escoriazioni al corpo e qualche lieve frattura. Il traffico sulla statale è stato interrotto dalla stessa Polizia stradale per una ventina di minuti, per consentire i rilievi del caso e la rimozione del mezzo. Non è la prima volta comunque che in quel tratto succedono incidenti di un certo tipo, in particolare durante il periodo invernale e quando il terreno è particolarmente viscido per la pioggia. Sono stati tanti negli anni i feriti più o meno gravi e i morti, ma non vi si è posto mai un deciso e definitivo rimedio. I dissuasori, i limiti di velocità e tutte le apparecchiature messe in campo che segnalano qualsiasi pericolo vanno sicuramente bene, ma se per cecità, mancanza di fondi, lungimiranza o altro, non è stato sin’ora possibile rimediare a quell’errore iniziale, ridisegnando un nuovo tracciato o rendere la curva meno pericolosa è stato un grossissimo errore. Ma rifare quanto meno periodicamente il manto stradale a regola d’arte sarebbe la cosa minima. Tra l’altro, stiamo parlando della statale, la 117 bis, transitata giornalmente da migliaia di auto, pullman e mezzi pesanti. La più importante della provincia. Essa infatti conduce all’Ospedale “Chiello”, alle scuole superiori di Piazza Armerina, a Villa del Casale a Morgantina e nelle due direzioni, a Gela e allo svincolo autostradale. Qualche anno fa, si ricorda, quel tratto pericoloso è stato livellato e ribitumato in modo perfetto e per parecchio tempo non è successo nulla di grave. Ci deve scappare ancora il morto per provvedervi? Speriamo di no.
Rino Caltagirone
Valguarnera: a spasso con macchina dell’ATO rifiuti per le vie del paese, fuori dall’orario di servizio e per scopi personali
Valguarnera. Va a spasso con la macchina aziendale per le vie del paese, fuori dall’orario di servizio e per scopi personali. Beccato dai carabinieri che lo tenevano sotto controllo da tempo, viene denunciato alla Procura della Repubblica di Enna per peculato. A cadere nella trappola tesagli dai militari dell’Arma, un dipendente valguarnerese dell’Ato rifiuti di Enna che presta servizio in paese e di cui sull’identità i militari mantengono al momento il massimo riserbo. L’indagine a suo carico è stata effettuata dai carabinieri del luogo, guidati dal luogotenente Nicola Lo Moro e dai suoi uomini e dipendenti dalla Compagnia di Piazza Armerina coordinata dal capitano Scotto Di Carlo. Il dipendente, secondo quanto riferito dai carabinieri del luogo, sarebbe stato visto in più occasioni, utilizzare l’auto aziendale fuori dall’orario di lavoro e per scopi puramente privati. Seguito per più giorni, attraverso appostamenti e controlli serrati, alla fine lo hanno aspettato e fermato all’uscita di un supermercato di piazza Garibaldi. Alla contestazione dei carabinieri che lo avevano sorpreso fuori dall’orario di servizio, il dipendente sarebbe rimasto sorpreso e ammutolito, non sapendo fornire al momento alcuna spiegazione. L’uomo dopo le contestazioni di rito è stato da prima condotto presso la stazione dei carabinieri del luogo e subito dopo denunciato come detto alla Procura della Repubblica di Enna per peculato. Gli stessi militari hanno provveduto nel contempo a sequestragli l’auto di servizio con la quale, secondo le indagini condotte dagli stessi militari, si muoveva a piacimento. Un’indagine interna sarebbe scattata pure da parte della società Enna Euno Spa, azienda per cui lavora. Un fatto sicuramente grave ed inaccettabile non solo per il dipendente, ma soprattutto per la sua azienda, ultimamente sotto il mirino della magistratura per vicende contabili e nell’occhio del ciclone da diversi anni non solo per la scarsa qualità dei servizi erogati ma soprattutto per l’esosità delle bollette sui rifiuti a carico dei cittadini.
Rino Caltagirone
Aveva estorto più di 8.000 ad un manovale di Troina: sottoposto a fermo un catanese
Gli investigatori della 3^ sezione Squadra Mobile della Questura di Enna e del Commissariato di P.S. di Leonforte, diretti rispettivamente dai Vice Questori Aggiunti dr. Giovanni Cuciti e dr. Salvatore Tognolosi, a seguito di indagini condotte in tempi ristrettissimi, hanno eseguito il provvedimento di fermo emesso dal P.M. dr. Augusto Rio della Procura della Repubblica di Enna, conducendo presso la casa circondariale di Catania Piazza Lanza:
– Santo Bonaccorsi, nato a Catania nel novembre 1975, ivi residente,
indagato in ordine ai delitti di cui agli artt. 110, 81 cpv. e 629 comma 2°, in relazione all’art. 628 comma 3° n. 1 c.p., per avere, in concorso con altri soggetti non ancora identificati, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, mediante minaccia consistita nel prospettare alla vittima un male ingiusto, profferendo minacce quali “buschi le botte…ti taglio tutto…ti rompo le corna…ti gonfio…ti rompo dalle legnate…ti do un colpo di coltello in faccia…ti brucio vivo…ti carico un colpo di coltello che ti mando in ospedale” ha costretto il malcapitato a consegnargli, in più tranche, la somma di 8.300,00 €, siffattamente procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno. I fatti sono stati commessi occorsi in Troina (EN) e Catania dal mese di giugno 2014 e fino ad oggi.
La vittima, ormai ridotta in totale di soggezione, era consapevole di essere caduto nella rete dell’aguzzino, il quale, con reiterate minacce, essendosi presentato come appartenente ad un gruppo criminale etneo, non solo era riuscito a farsi consegnare in più soluzioni circa 8.300, ma, non pago, aveva avanzato ulteriore richiesta di denaro, pena l’incolumità della parte offesa.
Questa, che doveva corrispondere la somma di 1.000 € ad un altro manovale di Troina per lavori edili da questi eseguiti, era stato contattato dal Bonaccorsi Santo, che, asserendo di essere un creditore di quest’ultimo, chiedeva la corresponsione di 300,00 € che il medesimo manovale avrebbe poi scontato dalla somma che doveva ancora ottenere.
Dopo avere percepito tale cifra, il Bonaccorsi, a seguito di una serie di minacce gravi, riusciva ad estorcere – in più tranche 8.300 € – dalla persona offesa, asserendo falsamente di essere stato arrestato per avere speso alcune delle banconote consegnategli dalla vittima, poi risultate false; per tale motivo, aveva la necessità di fare fronte a spese legali e personali che imputava all’estorto e che, altrimenti, non avrebbe dovuto sostenere.
Nonostante la somma indebitamente percepita, raccolta dal malcapitato grazie a prestiti elargiti da parenti o ottenuti da istituti bancari, il BONACCORSI, approfittando dello stato di soggezione in cui era riuscito a costringere il manovale, avanzava ulteriore richiesta della somma di 5.400,00 €, per altre spese personali, necessarie per fuggire in Germania.
Il termine ultimo per la consegna della somma in argomento era stato fissato al pomeriggio di venerdì 7 novembre 2014, pena violente ritorsioni.
Tali emergenze sono state acquisite tramite le indagini esperite dagli investigatori della Squadra Mobile e del Commissariato di Leonforte, dalle quali si è anche potuto documentare come il Bonaccorsi abbia, tra l’altro, acquisito notizie sia sulla ubicazione della abitazione della vittima che sulla sua sede lavorativa, avendo in animo la volontà di porre in essere azioni violente a suo nocumento.
In ragione di quanto sopra sintetizzato, nella mattinata del 6.11.2014 è stata depositata articolata e corposa comunicazione notizia di reato, significando che il S. Procuratore titolare del fascicolo, dott. Rio, proprio nella mattinata del 7 novembre, ha emesso fermo di indiziato di delitto a carico del Bonaccorsi Santo.
Il provvedimento restrittivo è stato eseguito da personale della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Leonforte nelle prime ore del pomeriggio del 7 novembre 2014 in Catania, luogo di residenza dell’indagato, il quale, dopo le incombenze di rito è stato associato alla casa circondariale di Piazza Lanza.
Catania. Maxi sequestro di 10mln a imprenditore, si stava interessando anche alla costruzione di strutture nel Parco di Regalbuto
I Carabinieri del ROS e quelli del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione ad un provvedimento di confisca dei beni emesso, su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica, dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione (ai sensi del D.LGS. 159/11) nei confronti di Francesco Pesce (nella foto), tratto in arresto dal ROS nell’ambito dell’indagine Iblis il 03.11.2010 e condannato in primo grado il 09.05.2014 alla pena di anni 12 poiché ritenuto responsabile di avere concorso nella famiglia di Cosa Nostra catanese Santapaola – Ercolano.
Il provvedimento, che si fonda sulle emergenze investigative provenienti dalle attività condotte dal ROS e coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia, è sorretto dagli esiti dell’indagine Iblis, svolta dalla Sezione Anticrimine di Catania in direzione delle famiglie di Catania, Ramacca e Caltagirone, che ha permesso di raccogliere decisivi elementi probatori sull’evoluzione di Cosa Nostra.
Da queste indagini, infatti, è emerso che Pesce concorreva nella famiglia di Cosa Nostra catanese quale imprenditore che metteva a disposizione di detto sodalizio la sua attività imprenditoriale, in stretta connessione con l’allora rappresentante provinciale Vincenzo Aiello ed altri affiliati mafiosi di rango, partecipando alla distribuzione di lavori controllati direttamente o indirettamente dall’organizzazione criminale a cui versava anche delle somme di denaro e permettendo ad imprese mafiose od a disposizione della medesima associazione di partecipare alle attività economiche intraprese, così, da un lato ponendo e mantenendo le sue imprese nel mercato in violazione delle regole della libera concorrenza e dall’altro apportando un concreto contributo causale ai fini della conservazione, del rafforzamento e, comunque, della realizzazione anche parziale del programma criminoso di Cosa Nostra etnea.
Già nell’anno 2005, grazie alla intercettazione dei colloqui carcerari effettuati tra Vincenzo Aiello ed i suoi familiari, si documentava l’esistenza di cointeressenze economiche, legate alle attività di Cosa Nostra, tra Francesco Pesce e Vincenzo Aiello; in quel contesto si accertava anche che era proprio Pesce ad essere onerato di versare lo “stipendio” alla famiglia del detenuto Aiello.
In un colloquio emergeva in particolare l’esistenza di rilevanti interessi economici che Galea Eugenio (già rappresentate provinciale di Cosa Nostra catanese) ed Aiello avevano proprio con Pesce e Carmelo La Mastra in ordine alla quota di un affitto annuale, pari a circa 600 milioni delle vecchie lire, relativa ad un terreno sito a Motta S. Anastasia, vicenda questa di cui si erano interessati gli esponenti più importanti dell’organizzazione tra cui lo stesso Benedetto Santapaola ed il figlio di questi Vincenzo.
Dalle indagini svolte è emerso inoltre con sicurezza che Francesco Pesce era utilizzato da Vincenzo Aiello per fissare degli appuntamenti con imprenditori e, comunque, per discutere di fatti attinenti all’organizzazione mafiosa.
In tale ambito è stato infatti documentato che Pesce ha svolto un importante ruolo di intermediazione con il responsabile della logistica di una azienda attiva nella grande distribuzione, in una vicenda che interessava Cosa Nostra Etnea e Cosa Nostra Palermitana, questa ultima all’epoca rappresentata dall’allora latitante Salvatore Lo Piccolo da cui si era recato Vincenzo Aiello il 19.06.2007 anche per discutere della vicenda che vedeva coinvolto Pesce.
Grazie al servizio di video sorveglianza svolto presso gli uffici della società Primefrut, riconducibile ai fratelli Aiello, si accertava inoltre che Francesco Pesce si incontrava sovente e in modo riservato con Vincenzo. Aiello
In particolare il 18.05.2007 e 24.05.2007 si notavano Vincenzo Aiello e Pesce intenti a comunicare, in maniera riservata, nella zona adiacente all’ingresso laterale della ditta; i due, evidentemente timorosi di essere intercettati, parlavano l’uno ad indirizzo dell’orecchio dell’altro.
In alcune intercettazioni ambientali emergeva che Vincenzo Aiello era consapevole di potere contare sul socio e sodale Francesco Pesce per insinuarsi anche in alcuni lavori che dovevano essere avviati per la realizzazione di campi da golf e di un imponente parco tematico progettato per il territorio di Regalbuto; in relazione a questi progetti si apprendeva che effettivamente Pesce si stava interessando sia della costruzione di una struttura alberghiera con campi da golf che del progetto per la costruzione di strutture ricreative che sarebbero dovute sorgere nel Parco di Regalbuto.
In conclusione è possibile affermare che dalle indagini complessivamente condotte dal ROS sul conto di Francesco Pesce è emerso che questi, imprenditore legato in maniera simbiotica alla famiglia di Cosa Nostra etnea:
– aveva uno stretto e fidato rapporto con Vincenzo Aiello, con cui si incontrava in riunioni riservate per discutere di affari riservati;
– aveva rilevanti cointeressenze economiche con Aiello, che coinvolgevano anche importanti rappresentanti della stessa famiglia mafiosa;
– pagava lo stipendio alla famiglia di Aiello, quando questi era detenuto;
– è stato socio occulto di Aiello in una società che effettuava lavori edili;
– si adoperava fattivamente per consentire al ramo imprenditoriale di Cosa Nostra, capeggiato da Aiello, l’inserimento in rilevanti vicende imprenditoriali.
Il valore dei beni oggetto di confisca, che comprendono 2 imprese, 2 quote societarie e 26 immobili, è stato quantificato in circa 10 milioni di euro.
Troina, Carabinieri, in piena notte, sventa incendio in una palazzina di via Carlo Max
“Siamo stati svegliati nel cuore della notte da un carabiniere che tornando a casa sua dopo il lavoro, ha notato l’abbondante fumo che saliva dalla palazzina nei pressi di quella in cui abito io con la mia famiglia”, è questo quello che riferisce il signor Filippo Di Marco.
”Il carabiniere, prosegue il signor Di Marco, ci ha svegliato nel cuore della notte per prevenire una possibile situazione di pericolo, avvisandoci di chiudere le condutture del metano. Subito dopo, sono prontamente arrivati anche i Vigili del Fuoco ed i Carabinieri di Troina e per fortuna le fiamme sono state spente senza nessun pericolo, probabilmente proprio grazie all’intervento tempestivo”.
Gli abitanti delle due palazzine, infatti, dopo essere stati evacuati a seguito dell’incendio, sono potuti tornare a casa già intorno alle tre del mattino. Diversi i danni provocati, ma per fortuna la mansarda non era abitata, quindi, nessuna conseguenza sui condomini.
Sandra La Fico
Enna. Falsi in bilancio all’Ato, al processo depongono i militari della Gdf
Entrato nel vivo, con la deposizione dei militari delle Fiamme gialle, il processo a carico 20 imputati per la presunta truffa da 9 milioni di euro ed i falsi in bilancio all’Ato Ennaeuno. Sul banco dei testi per la pubblica accusa, i militari della Guardia di finanza che hanno svolto le indagini sulla gestione dell’Ato rifiuti da parte di politici, amministratori pubblici ed i componenti dei Cda dell’Ato Ennaeuno, coinvolti nell’inchiesta che nel gennaio 2010 aveva portato al sequestro di beni e di somme contanti per quasi 9 milioni di euro. Imputati sono i politici ed ex deputati Mirello Crisafulli, Ugo Grimaldi, Elio Galvagno, Carmelo Tumino, che devono rispondere di truffa aggravata per avere indebitamente percepito i 9 milioni dal Fondo di rotazione attraverso i falsi in bilancio; saranno processati l’ex presidente dell’Ato ed ex sindaco di Cerami Salvatore Ragonese e all’ex sindaco di Nicosia Antonello Catania, che devono rispondere, oltre che dell’ipotesi di falso in bilancio anche di presunta evasione fiscale, per non aver pagato entro i termini ritenute per un ammontare di 203 mila euro; Antonio Cammarata ex amministratore delegato; l’ex presidente dell’Asi Gaetano Rabbito; gli ex sindaci Piero Capizzi, Franco Costanza; Totò Marchì; lNunzio Scornavacche; Giuseppe Assennato; Giuseppe Castrogiovanni; Maurizio Prestifilippo; gli ex consiglieri d’amministrazione Calogero Centone, Giovanni Vitale, di Leonforte, Francesco Santangelo, di Regalbuto; Claudio Cravotta, di Enna. dal processo è uscito l’ex presidente dell’Ato Serafino Cocuzza per il quale è stato avviato un procedimento stralcio. Contro i 2o imputati per la gestione dell’Ato Rifiuti si sono costituti parte civile i Comuni di Nicosia, Enna, quello di Troina e Centuripe e l’assessorato regionale Enti locali. I politici, gli amministratori pubblici ed i componenti dei Cda dell’Ato Ennaeuno sono stati coinvolti nell’inchiesta sull’Ato che nel gennaio 2010 aveva portato al sequestro di beni e somme contanti per quasi 9 milioni di euro e all’iscrizione di 22 persone nel registro degli indagati. Il meccanismo scoperto dalla procura di Enna sarebbe fraudolento perché basato su scritture contabili false con una operazione che portò all’aumento del valore nominale. Il meccanismo si sarebbe basato su una serie di falsi in Bilancio che avrebbero occultato perdite, ma secondo indiscrezioni, avrebbe anche riportato voci in attivo non reali. Le responsabilità degli amministratori derivano anche dall’avere utilizzato le somme percepite dal fondo di rotazione, con finalità diverse da quelle per le quali la Regione aveva concesso i fondi. Sono stati gli uomini della Guardia di finanza, coordinati dal procuratore capo di Enna Calogero Ferrotti, a ricostruire il sistema individuando una serie di gravi violazioni contabili. Accusati di truffa aggravata finalizzata all’indebita percezione di contributi pubblici i politici componenti del Cda che, nell’ottobre del 2006 ottenne la firma del decreto con il quale la Regione ha erogato il contributo dal fondo di rotazione. Complessivamente si tratta dei componenti dei Cda dal 2005 fino al 2007. I falsi in bilancio sarebbero stati mirati a chiudere fittiziamente in attivo il bilancio 2005 ed accedere illegittimamente al fondo di rotazione per 9 milioni di euro. I Finanzieri hanno accertato che al danno materiale di 9 milioni di euro per la truffa perpetrata nei confronti della Regione Siciliana, i Cda hanno causato un danno di altri 13 milioni di euro all’erario, occultando le pesanti perdite d’esercizio negli anni 2005, 2006 e 2007 per evitare la messa in liquidazione e lo scioglimento della società EnnaEuno Spa. Gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza ennese, hanno fatto luce su un complesso sistema di frode, basato su un “incastro” di conti fittizi, grazie ai quali, secondo le accuse, gli amministratori dell’Ato, hanno messo in piedi un quadro economico falso. Tra i crediti inesistenti ci sarebbero anche quelli legati alla riscossione delle bollette. Gli utenti risultavano debitori ma si trattava di crediti che l’Ato non poteva più vantare avendo ceduto la riscossione alle banche ed alla stessa Serit. L’Ato aveva ottenuto anticipazioni ed in cambio aveva ceduto la riscossione. Gli utenti sono debitori nei confronti delle banche e della Serit e non più dell’Ato che comunque quei soldi li aveva incassati cedendo il credito. Il danno erariale complessivo, segnalato dalle Fiamme gialle alla Procura della Corte dei Conti, ammonterebbe complessivamente a 22 milioni di euro.