Nella nottata di oggi 13 settembre 2014, tre uomini della provincia di Catania, Bellissimo Giuseppe, Bonsignore Domenico entrambi classe 1988 di Santa Maria di Licodia (CT), Cancellieri Filippo, classe 1984 di Biancavilla (CT) sono stati tratti in arresto in flagranza di reato da personale della Compagnia Carabinieri di Nicosia in quanto ritenuti responsabili di furto aggravato in concorso. Nella circostanza i Carabinieri della Stazione di Centuripe, allertati telefonicamente da un cittadino della presenza di un’autovettura abbandonata in Contrada Mandarano del Comune di Centuripe si recavano sul posto per verificare la segnalazione. Una volta giunti notavano un furgone, poi risultato essere di proprietà di uno degli arrestati, parcheggiato nascosto tra le piante e con il motore ancora caldo. I militari non vedendo nessuna persona nei pressi del mezzo, insospettiti, hanno deciso di nascondersi tra la vegetazione in attesa dell’arrivo degli occupanti del mezzo.
Dopo qualche minuto, in maniera silenziosa, giungevano i tre soggetti con in mano gli attrezzi utilizzati per compiere il furto e pertanto immediatamente bloccati. Nel corso del sopralluogo effettuato dagli investigatori sono stati rinvenuti, nascosti tra la vegetazione, ulteriori arnesi utili allo scasso (tenaglie, giraviti e seghetti) nonché il provento dell’attività delittuosa consistente in tre bobine in filo di rame, una matassa di filo conduttore di rame da 100 metri e un intero trasformatore ad alta tensione.
Il peso compressivo del rame asportato era di circa 90 kg. Le indagini successive hanno consentito di accertare che i tre catanesi si erano introdotti poco prima presso una centrale di distribuzione di energia elettrica di proprietà del Consorzio “Mandarano Alto” di Biancavilla (CT) e dopo aver distrutto totalmente la centrale, recuperavano tutto il rame presente. I componenti della banda, risultati già noti ai Carabinieri in quanto pregiudicati per reati specifici, sono stati tradotti presso le camere di sicurezza del Comando Provinciale dei Carabinieri di Enna in attesa del rito direttissimo come disposto dal magistrato di turno della Procura della Repubblica di Enna.
Il fenomeno del furto di rame è diventato da tempo un vera piaga a livello nazionale, soprattutto in Sicilia dove proprio nel mese di luglio in Prefettura ad Agrigento si era svolto un vertice alla presenza del ministro dell’Interno Angelino Alfano in cui sono state adottate misure per debellare il fenomeno che ha assunto ormai i connotati dell’emergenza appunto in tutta la Sicilia, Regione nella quale si verificano in media 6,3 furti al giorno con danni per milioni di euro sia per l’Enel e la Telecom ma anche per decine di aziende agricole.
Nella corrente mattinata presso il Tribunale di Enna (giudice Dottoressa Maira Alessandra) si è svolto il giudizio direttissimo nei confronti dei tre arrestati per furto di rame, in particolare:
Bellissimo Giuseppe, è stata rigettata la richiesta di patteggiamento ed emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere e tradotto presso la casa circondariale di Enna; rinviata la discussione.
Bonsignore Domenico e Calcelliere Filippo a seguito di patteggiamento entrambi condannati a 1 anno e 8 mesi pena da scontare in regime di detenzione domiciliare pertanto condotti presso la propria abitazione.