Quantcast
Channel: Cronaca – vivisicilia – vivienna
Viewing all 1318 articles
Browse latest View live

Enna – Leonforte: truffe ad anziani, inquirenti lavorano sulle immagini delle videocamere

$
0
0

truffe anzianiLe quattro truffe perpetrate in pochi giorni a danno di persone anziane ad Enna e Leonforte hanno convinto le forze dell’ordine, oltre ad aprire le indagini, a muoversi con celerità per evitare che altri episodi di questo genere possano verificarsi. Intanto Carabinieri e polizia stanno lavorando sulle immagini delle videocamere, laddove erano piazzate vicino al luogo delle truffe che si sono verificate, per cercare di individuare i responsabili delle quattro truffe ai danni di persone anziane. Tre di questi episodi sono avvenuti a Enna, due con una coppia di donne ed una con una persona a bordo di un furgone ed in questo caso le indagini sono in corso ad opera dei carabinieri della stazione e del nucleo operativo radiomobile di Enna, diretti dal tenente Francesco Zangla; mentre per la truffa di Leonforte, stanno operando gli agenti del locale commissariato, diretti dal vicequestore Salvatore Tognolosi. Su tre truffe le responsabili sono quasi sempre donne ben vestite e con una certa spigliatezza, in grado di infarcire discorsi comprensibili su ricette mediche ed anche su oggetti d’oro ai quali hanno applicato un codice che non esiste. Ma in queste vicende sicuramente un dato appare chiaro, ci sono sistemi di video sorveglianza che non servono a niente perché sono stati montati ma non funzionano e quando succedono di questi episodi non si può fare niente. Solo in un caso è venuto fuori qualcosa di concreto. L’anziana, alla quale Alessandro, il fantomatico amico del figlio,è andata a prelevare i 250 euro dal bancomat, il sistema di videosorveglianza funzionava per cui delle immagini ci sono e si stanno studiando con un certo interesse da parte degli specialisti della Scientifica dei Carabinieri. Gli altri casi sono più complicati perché di video sorveglianza in zona ce n’erano ma non funzionavano come avrebbero dovuto. Il comandante provinciale dei carabinieri Baldassare Daidone, tenuto conto del ripetersi degli episodi, ha presentato ieri un “vademecum” che consiglia come prevenire le truffe. Si tratta di consigli pratici da apprendere, memorizzare, specie le persone anziane. L’opuscolo si intitola “Non ci casco” e fornisce suggerimenti utili alle persone anziane se si viene presi di mira dai truffatori in casa, in banca o all’ufficio postale, al bancomat e per strada “Un consiglio vogliamo dare – evidenzia il colonnello Daidone – non bisogna far entrare mai estranei a casa vostra. Qualsiasi possa essere la scusa, chiamare subito il 112 o 113 per farsi aiutare”.

 


Nuovo Vicario del Questore di Enna prima donna a ricoprire questo incarico

$
0
0

Ferdinando GuarinoIl Questore di Enna, Dr. Ferdinando Guarino, stamane ha presentato ai giornalisti il Primo Dirigente dottoressa Rosa Maria Iraci, recentemente assegnata dal Dipartimento della P.S. alla Questura di Enna, quale Vicario del Questore, prima donna a ricoprire in questa Provincia il delicato incarico; presentato alla stampa anche il Primo Dirigente Dottor Angelo Foti, neo assegnato alla Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e Immigrazione.
Nel corso dell’incontro, il Questore ha sottolineato l’importanza della neo assegnazione – che va a colmare la vacanza durata circa due mesi, conseguente al collocamento a riposo del Dott. Santo Foti, precedente Vicario, e l’assenza del Primo Dirigente alla Divisione PASI. Il Signor Questore, al termine della presentazione, ha fatto i migliori auguri al Vicario ed al Primo Dirigente certo dello spessore professionale ed umano che contraddistingue il loro operato.

Curriculum Dott.ssa Rosa Maria Iraci
Entrata in Polizia a 25 anni (nell’anno 1986) nel ruolo dei Commissari, poco dopo la riforma, che ha permesso alle donne di accedere alla stessa carriera prevista per gli uomini, laureata in Giuirisprudenza e Scienze Politiche, ha ricoperto importanti incarichi. Dopo il corso di formazione è stata assegnata alla Scuola Allievi Agenti di Vibo Valentia in qualità di Direttore Ufficio Corsi, che è incaricato dell’addestramento formativo di nr.500 allievi agenti della Polizia di Stato.
Nell’anno 1988 è stata trasferita alla questura di Reggio Calabria, ove ha diretto l’ufficio Misure di Prevenzione ed applicato le norme della legislazione antimafia, al tempo ancora in fase embrionale; in quel periodo sono stati proposti all’AG. numerosi sequestri di beni appartenenti ai sodalizi delinquenziali della “ndrangheta”, quali quelli della cosca “De Stefano-Martino”, che successivamente sono stati definitivamente confiscati.
Trasferita dopo tre anni alla Questura di Messina, ha diretto l’ufficio Volanti e, per parecchi anni, i Commissariati Distaccati di P.S. di Patti, Milazzo,Barcellona Pozzo di Gotto ed a scavalco quelli di Taormina, S. Agata di Militello e Capo d’Orlando. Nel corso dei predetti incarichi ha portato a compimento numerose operazioni di P.G., quali quelle c.d. “Mare Nostrum”, “Musco”, ”Tindari”, ”Rio Rosso”, “Tentacoli”, con le quali è stata fatta luce su organizzazioni criminali efferate, di stampo mafioso, dedite a gravi delitti, quali omicidi, estorsioni, traffico di stupefacenti ed altro appartenenti alla cosca dei c.d. “barcellonesi” e “tortoriciani” operanti nell’hinterland della fascia tirrenica della provincia di Messina.
Promossa Primo Dirigente nel 2008, ha diretto la Divisione P.A.S.I della Questura di Vibo Valentia e, trasferita alla Questura di Reggio Calabria, ha diretto la DIGOS, occupandosi di numerose indagini scaturite da episodi intimidatori a danno di amministratori pubblici ed è stata componente delle Commissioni di accesso agli atti del comune di Villa S. Giovanni. Si è occupata della gestione dell’O.P. scaturito dal grave episodio criminoso della collocazione della bomba al Tribunale di Reggio Calabria, avvenuto nel gennaio del 2010, in seguito al quale, atteso il clamore nazionale, sono stati organizzati in quella sede il Comitato Nazionale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica, il Consiglio dei Ministri, la visita del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano ed altre manifestazioni di rilevanza nazionale.
Sempre nella direzione della DIGOS di Reggio Calabria si è occupata della gestione dell’O.P. scaturita dalla “rivolta dei migranti” avvenuta a Rosarno nel gennaio 2010, che ha richiamato l’attenzione dei mass-media nazionali e stranieri sulle condizioni disumane di vita e di lavoro degli extracomunitari e la presenza di numerose Organizzazioni Umanitarie sul territorio. Anche la festa del 1° maggio, con la consueta presenza di esponenti politici e sindacali nazionali, ha avuto luogo, nel 2010, a Rosarno.
Nel settembre 2010 ha assunto la direzione del Compartimento di Polizia Ferroviaria per la Sicilia, con sede a Palermo, ed a scavalco quella del Compartimento di Polizia Ferroviaria per la Sardegna, con sede a Cagliari nel corso di tali incarichi si è mirato ad elevare il livello di sicurezza delle strutture ferroviarie e a fare luce su organizzazioni delittuose dedite ai furti di rame, che parecchio danno generano all’economia dell’ente FF.SS. e mettono in pericolo la sicurezza dei trasporti.
Dal 23 giugno ha assunto le funzioni di vicario del Questore di Enna ed è la prima donna a ricoprire questo incarico.

Curriculum primo dirigente Dr.Angelo Foti
Nel luglio del 1990, al termine del 74° Corso di formazione, svolto presso l’Istituto Superiore di Polizia, è stato assegnato alla direzione del Nucleo Prevenzione Crimine “Calabria” con sede a Reggio Calabria. Contemporaneamente a tale incarico ha ricoperto quello di funzionario addetto al Centro Regionale Criminalpol “Calabria”.
Nello stesso periodo ha anche assunto la direzione dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura della provincia reggina.
Nel maggio del 1991, – a seguito dei violenti episodi di sangue, di stampo ‘ndranghtistico, che hanno sconvolto l’opinione pubblica nazionale -, è stato inviato in missione a Taurianova (RC) per la costituzione del nuovo Commissariato di Pubblica Sicurezza.
Nel maggio del 1992 è stato inviato in missione a Genova per la direzione del costituendo Nucleo Prevenzione Crimine “Liguria”.
Il primo settembre 1992 è stato trasferito alla Scuola Allievi Agenti della P. di S. ove ha dapprima diretto gli Uffici preposti alla formazione degli allievi e successivamente ha assunto la Direzione della Scuola stessa.
A marzo del 2006, è stato trasferito alla Questura della provincia di Vibo Valentia per dirigere la Divisione di Polizia Amministrativa, Sociale e Immigrazione e, poi, la Divisione Anticrimine.
E’ stato promosso Primo Dirigente il 1° gennaio 2009.
Da maggio 2014 è stato assegnato alla Questura di Enna.

Enna. Arrestati due catanesi per tentato furto presso un capannone di contrada Mariola

$
0
0
Cantone Lorenzo

Cantone Lorenzo

Nei giorni scorsi sono stati tratti in arresto, da personale della Sezione Volante, due soggetti per tentato furto presso una abitazione di campagna.
Alle ore 23,35 circa di qualche giorno fa, nello specifico, giungeva su linea “113” la segnalazione relativa alla presenza di tre persone che stavano armeggiando intorno ad una recinzione di un fondo ricadente in contrada Santa Mariola.
Immediatamente, giungevano sul posto due volanti dell’U.P.G.S.P., diretto dal Dr. Alessandro Scardina, che appuravano come fossero state notate, poco prima, tre persone che, scese da una autovettura, intente a tagliare la recinzione di una proprietà ove all’interno ricade un capannone.
Inoltre, si prendevano notizie sul tipo del veicolo, sul colore e su parte della targa del mezzo.
Il personale intervenuto, accertava, quindi, che gli ignoti avevano tranciato parte della rete creandosi un varco, avevano fatto accesso all’interno e forzato il catenaccio che chiudeva il portone del capannone, contenente materiale edile, senza però entrare, probabilmente perché disturbati dai rumori.

Litrico Mario

Litrico Mario

Le volanti si mettevano alla ricerca dell’auto segnalata con a bordo i responsabili del tentato furto.
Infatti, poco distante incrociavano il veicolo descritto riuscendolo a bloccare.
Sull’autovettura vi erano solamente due persone, ma, la perquisizione locale, permetteva di ritrovare oggetti atti allo scasso ed una cesoia usata, verosimilmente, per tagliare la recinzione.
Inoltre, i due fermati risultavano essere due pregiudicati e residenti a Catania.
Grazie alla fattiva collaborazione dei cittadini il furto non veniva portato a compimento e le esatte descrizioni fornite permettevano l’arresto dei responsabili.
Successivamente presso gli Uffici della Questura, gli Ufficiali di P.G. dell’U.P.G.S.P. e della Squadra Mobile, diretta dal Dr. Giovanni Cuciti, intervenuti, procedevano alla completa identificazione dei soggetti a corredo degli atti che permettevano l’arresto.
I due, Cantone Lorenzo nato a Catania il 31/05/1959 e Litrico Mario, nato a Catania il 07/03/1990, venivano associati presso il carcere di Enna, mentre gli arnesi atti allo scasso venivano sequestrati.
Inoltre, il veicolo di proprietà del Cantone Lorenzo, veniva verbalizzato e sottoposto a fermo amministrativo in quanto sprovvisto di copertura assicurativa.

 

Barrafranca. Bruciata la macchina dell’ex sindaco Ferrigno

$
0
0

angelo ferrigno barrafrancaFiamme nella notte mondiale calcisticamente parlando a Barrafranca. Intorno alle due di lunedì, uscendo, dopo aver visto Germania –Algeria, Angelo Ferrigno, chiamato lo squalo da quando faceva il centroavanti della Barrese, dopo aver visto la partita, intorno alle due, ha sentito puzza di bruciato ed uscendo da casa ha trovato la sua auto, parcheggiata davanti casa, a qualche decina di metri dall’ufficio tecnico comunale, in fiamme. Allertati immediatamente i vigili del fuoco ed i carabinieri della locale stazione poco hanno potuto fare perché la macchina era già avvolta da fiamme altissime, molte delle quali provenivano dal basso. Si ritiene che il liquido infiammabile per la maggior parte pare che sia stato versato nel fondo dell’auto. E’ chiaro che si tratta di un incendio doloso proprio per la rapidità con cui si sono sviluppate le fiamme. “Mi sembra molto strano – dichiara Angelo Ferrigno, interpellato telefonicamente – che la mia auto, una Chrysler Voyager non nuova parcheggiata alle sette di sera nei pressi prenda fuoco spontaneamente, durante la notte con questa intensità. Qualcosa, in queste cinque ore sarà pur successo, Sono solito parcheggiare l’auto in quel posto, lo sanno tutti”. Ovviamente gli investigatori hanno iniziato le indagini, nelle vicinanze non ha trovato alcun recipiente che potesse contenere liquido infiammabile, anche se i carabinieri, diretti dal luogotenente Epifanio Giordano, coordinati dal reparto operativo e dalla compagnia di Piazza Armerina, hanno iniziato a svolgere accurate indagini. Angelo Ferrigno, ieri mattina ha ricevuto da Barrafranca e da tutta la Provincia attestati di solidarietà da parte degli amministratori barresi, con in testa il sindaco Salvatore Lupo, da rappresentanti politici, essendo stato uno degli uomini di punta del movimento di Raffaele Lombardo. E’ il suo impegno politico ed amministrativo potrebbe essere l’unica spiegazione da collegare a questo attentato. “Se qualcuno pensa di farmi spaventare – sottolinea Ferrigno – ha sbagliato persona. Non ho fatto male a nessuno, sono sempre stato a disposizione di tutti e chi si è rivolto a me ha sempre avuto della risposte chiare e precise perché ho cercato di fare del bene, specie a chi ne aveva bisogno”. Sembra difficile che l’episodio possa collegarsi la criminalità organizzata, che vede malvolentieri il suo impegno politico. Si tratta di un avvertimento? Non si sa. L’episodio delittuoso è avvenuto ed è anche pesante, ora bisognerà cercare con pazienza l’autore o gli autori di questo attentato. A Barrafranca simili episodi accadono. L’ultima intimidazione è avvenuto pochi mesi fa ha riguardato il Consorzio di Bonifica che gestisce la diga Olivo. Un dipendente, arrivato in ufficio, ha scoperto una testa di agnello e due proiettili sulla sua scrivania.

Tentato suicidio. Piazza Armerina: salvato 56enne grazie alla tempestività dei Carabinieri

$
0
0

Tentato suicidioQuesta Mattina i Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina, comandata interinalmente dal Luogotenente Matteo Mulè hanno tratto in salvo un cittadino Piazzese di anni 56 da morte certa. Il 56enne allontanatosi dalla propria abitazione oramai da quasi 48 ore aveva raggiunto una zona impervia di Contrada Sambuco ove aveva deciso di “farla finita” a seguito di una delusione amorosa. I familiari allarmati dall’assenza del congiunto hanno deciso di rivolgersi ai Carabinieri che immediatamente hanno messo in moto la macchina delle ricerche. I Carabinieri durante le ricerche, allertati anche da un cittadino che passando aveva notato un’autovettura in una zona insolita, controllavano una zona impervia di Contrada Sambuco ritrovando il corpo del 56enne agonizzante e destinato da li a poco a morte certa. Vista l’urgenza del soccorso decidevano di caricarlo sul proprio mezzo e trasportarlo in ospedale ove si trova tuttora in prognosi riservata.

Incendi in diversi comuni della provincia di Enna

$
0
0

incendio PergusaVigili del fuoco del comando provinciale e dei distaccamenti di Nicosia e Piazza Armerina in attività per incendi di sterpaglie che si sono verificati in zone che avrebbero potuto costituire pericolo anche per abitazioni civili. A Nicosia la zona in cui è verificato un incendio di sterpaglie è in contrada Marzuolo ed il pronto intervento di una squadra ha evitato che le fiamme si propagassero in una zona a densità abitativa. A Piazza Armerina diversi gli incendi a cominciare da ieri notte nel pressi del bivio per Barrafrabca sulla provinciale 15, quindi in contrada Scarante e poi ad Aidone in contrada San Bartolo. A Leonforte i vigili del fuoco del locale distaccamento sono intervenuti nei pressi del cimitero, mentre a Pietraperzia l’incendio di sterpaglie si è sviluppato in contrada Santa Lucia, proprio all’ingresso del paese. Ieri mattina intorno alle sette i vigili del fuoco del comando provinciale sono intervenuti sulla provinciale uno, nei pressi del bivio per il Castello di Lombardia dove si è verificato un incidente autonomo. Un’auto, una Fiat uno, per cause ancora da accertare è andata ad impattare con violenza contro un palo della pubblica illuminazione. L’incidente per fortuna non ha provocato ferimenti ma solo danni alla macchina. Grande paura per l’autista dell’auto ma neanche un graffio.

Sventato furto al comune di Villarosa, fermati due diciottenni, sottratte centinaia di carte d’identità in bianco e venti timbri

$
0
0

villarosa vista aereaE’ stato sventato un furto al comune di Villarosa da parte dei carabinieri di Villarosa e del Nucleo operativo e radiomobile del comando provinciale, diretti dal tenente Francesco Zangla. Si è trattato di due ragazzi di diciotto anni, che forzando una delle finestre del comune, sono entrati dentro, hanno a messo a soqquadro alcuni uffici, in particolare l’ufficio di ragioneria. I due ragazzi sono stati sorpresi mentre si trovavano all’interno del palazzo comunale. I due, entrambi incensurati, ma uno dei due, C.P., è già noto agli inquirenti, non sono stati arrestati ma solo denunciati a piede libero alla Procura di Enna. I carabinieri hanno effettuato delle perquisizioni ed a casa di C.P., hanno rinvenuto centinaia di carte d’identità in bianco e venti timbri del Comune, fra cui quello relativo al conto dell’ente, che gli investigatori riconducono a un furto che si è verificato lo scorso giugno presso l’ufficio Anagrafe. I Carabinieri da qualche tempo sono in stato di allerta per la prevenzione di furti, alcuni dei quali si sono verificati lo scorso mese, atti di vandali. Durante un controllo dei carabinieri si è giunti all’individuazione dei due ragazzi. I ragazzi, entrando nel palazzo del Comune, avevano messo a soqquadro tutto quello che incontravano, passando di stanza in stanza, gettando carte per terra, forzando un distributore di caffè, brioche e bevande, rubando le monete che erano contenute all’interno. I carabinieri, dopo averli bloccati, sono entrati nuovamente nei locali del Municipio con il sindaco Franco Costanza, che ha aperto la porta principale, constatando tutto ciò che era accaduto all’interno: erano stati anche aperti degli armadi, forse alla ricerca di soldi o di documenti. Le accuse nei loro confronti sono tentato furto e danneggiamento aggravato.

Enna. Rinvii al tribunale e il “Mdt” di Nicosia valuta il ricorso alla Commissione europea.

$
0
0

caos giustiziaEnna. Si valuta il ricorso alla Commissione europea per le mancate verifiche sulle conseguenze del Dl 155 che ha soppresso diversi tribunali accorpati a quelli più grossi e, tra questi Nicosia accorpato a Enna. Secondo la commissione ministeriale che doveva valutare eventuali disservizi derivanti dagli accorpamenti, tutto funzionerebbe alla perfezione, una valutazione che però non si basa su dati derivanti da ispezioni e verifiche che, peraltro, pur essendo programmate per il tribunale di Enna sono state rinviate ben due volte. Questo però viola linee guida dettate dall’Europa che, almeno per le conseguenze della soppressione del tribunale nicosiano, sembrerebbero essere state ignorate. L’attuazione della riforma introdotta dal Dl 155 doveva passare da un dettagliato monitoraggio. “Andava effettuata la verifica di conformità alle linee guida della Commissione Europea per l’efficienza della giustizia civile, aspetto questo che come Movimento per la difesa dei territori abbiamo esposto per iscritto al ministro della Giustizia il 7 novembre scorso. Questo perché – spiega il legale del Mdt Giuseppe Agozzino – il monitoraggio delle riforme di ogni Stato membro è un obbligo, così come prevede l’ultima raccomandazione del Consiglio dell’Ue sul programma nazionale di riforma 2014 dell’Italia per la giustizia civile. In Italia il monitoraggio è stato affidato alla commissione istituita presso il Ministero della Giustizia ma se, come noi sosteniamo, questo monitoraggio è errato perché mancante di verifiche ispettive, ci sono i presupposti per chiedere al Consiglio dell’Unione europea ed alla Commissione Europea di verificare se il monitoraggio di recente conclusosi con la relazione del gruppo di studio del Ministero, sia conforme alle raccomandazioni europee”. Quanti siano i disservizi causati dall’accorpamento lo dimostrano i rinvii dei processi. così due giorni fa, mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi annunciava che tra i 12 punti della riforma della giustizia c’è la semplificazione del processo civile, per arrivare in un anno al giudizio di primo grado e al dimezzamento dell’arretrato, al tribunale di Enna gli effetti dell’accorpamento di quello di Nicosia hanno dato una ulteriore dimostrazione dell’impatto negativo della soppressione di alcuni uffici giudiziari. Tre cause civili, provenienti dal tribunale di Nicosia e avviate nel 2011 e nel 2012 tutte e tre ormai in decisione, sono state rinviate al primo ottobre, al 12 novembre 2014 e la terza addirittura al 21 gennaio 2015. Si tratta di processi provenienti dal tribunale di Nicosia e, quindi, le cause subiscono un ritardo a causa dell’accorpamento dei due uffici giudiziari, con la soppressione di quello nicosiano. I rinvii sono stati decisi perchè il giudice Ottavio Grasso cui erano assegnate, da settembre sarà trasferito alle funzioni di Gip, Gup e monocratico penale del tribunale di Enna. Il magistrato ha già numerosissime cause in scadenza ed è relatore in diversi processi penali che si celebrano dinanzi al collegio che sono pronti per la discussione. In sostanza i procedimenti civili che erano fissati dalla fine di giugno in poi per le precisazioni delle conclusioni devono essere rinviati. Un caso fra i tanti rinvii che denota come, almeno nel caso del tribunale di Enna, la riforma della geografia giudiziaria che ha portato alla soppressione del tribunale di Nicosia, stia creando disservizi ai cittadini che per qualunque motivo si rivolgono alla giustizia e che vedono dilatarsi i tempi rispetto a quelli che mediamente si registravano a Nicosia.

Energia Libera Beghelli  499


I Genieri del 4° Reggimento domano un incendio a Villarosa

$
0
0

incendio VillarosaI genieri del 4° rgt g. gua di Palermo, presenti nel territorio di Villarosa (EN) per attività addestrativa, alle 13.30 di oggi scorgevano, a breve distanza dalla diga in cui operavano, un incendio che stava coinvolgendo una vasta area boschiva di pini ed eucalipti. Il Col. Pisciotta, Cte del 4° rgt genio, presente sui luoghi, disponeva l’immediato intervento dei militari e contestualmente venivano allertati telefonicamente la guardia forestale ed i vigili del fuoco.

Con attrezzi di circostanza, attrezzature del genio ed un autobotte i militari sono riusciti a domare l’intenso incendio che aveva già coinvolto una vastissima area.

Le capacità tecniche del personale ed i mezzi in dotazione all’Esercito garantiscono il prezioso intervento in caso di pubblica utilità e per la tutela dell’ambiente. In particolare, i reparti genio, grazie alle esperienze maturate nelle missioni estere ed all’elevata connotazione “dual-use” (capacità di cooperare con le autorità civili a favore della cittadinanza e quella operativa espressa nei teatri operativi), operano a favore della comunità nazionale sia in caso di pubbliche calamità, sia per la bonifica dei residuati bellici ancora ampiamente presenti sul territorio italiano.

Leonforte: presentato esposto sul servizio di pronto soccorso e chirurgia dell’ospedale

$
0
0

ospedale_leonforte3.jpgI sindaci di Leonforte Francesco Sinatra, Nissoria Armando Glorioso, Agira Gaetano Giunta, Assoro Pippo Bertini, Gagliano Salvatore Zappulla, Regalbuto Francesco Bivona, hanno presentato un esposto alla procura della repubblica di Enna e per conoscenza al Prefetto di Enna, perché venuti a conoscenza di una serie di disservizi nell’ospedale FBC di Leonforte :
-“Presso il reparto di Chirurgia del F.B.C. non si espletano più, ormai da diverse settimane, interventi chirurgici in urgenza-emergenza, o secondo la normale programmazione clinica, in quanto non è assicurata la presenza dei medici anestesisti e cardiologi. Questi ultimi, i cardiologi, risultano essere stati trasferiti in altri servizi e non più in forza al reparto di Medicina dell’ospedale di Leonforte.
-Una recente direttiva a firma del direttore sanitario del distretto ospedaliero EN 2, motivata dalla presunta difficoltà a reperire personale medico anestesista, dispone che a far data dal 26/06/2014 tutte le emergenze-urgenze dalle 08:00 alle 20.00 vengano differite ad altri stabilimenti Ospedalieri limitrofi.
-In più occasioni di programmati interventi chirurgici risulta che la mancanza dei medici anestesisti non è stata comunicata in tempo. Tutto ciò cagionando danni alle risorse dell’ospedale, sprecate, e certamente comprensibili disagi e disservizi agli utenti, nonché gravi danni alla salute degli stessi.
-Le assenze dei medici anestesisti pare siano spesso dovute a malattie, che avvengono stranamente in concomitanza di ferie concesse ad altri colleghi di uguale specialistica;
- detto comportamento è stato pubblicamente stigmatizzato dal Commissario Straordinario dell’Asp 4, dott. Termine, durante un Consiglio Comunale ad Enna svoltosi in seduta aperta nei locali dell’Umberto I;
- Pare che a Leonforte vengano rifiutati ingressi in sala operatoria di pazienti che necessitano di interventi in strutture dotate di Rianimazione. Questi stessi pazienti sono poi trasferiti ed operati negli stabilimenti ospedalieri limitrofi, non sempre provvisti delle necessarie strutture di rianimazione”.
Secondo i sindaci scriventi, tali fatti evidenziano che il Decreto Assessoriale n. 1150 del 25 maggio 2010 non verrebbe garantito, provocando di fatto la chiusura del Pronto Soccorso e del reparto di Chirurgia, E non comprendono perché debba essere penalizzato l’ospedale F.B.C., di cui scrivono “ si trova in una posizione geografica strategica per accogliere ricoveri, dotato di strutture nuove ed idonee ad affrontare diverse patologie cliniche e chirurgiche”.
E hanno concluso chiedendo di “voler valutare i fatti narrati e, se vi sono gli estremi, l’apertura di un’inchiesta”.

Livia D’Alotto

 

Nicosia. Maxi sequestro di bombole di g.p.l. a Villadoro. Denunciato il gestore del deposito

$
0
0

nicosia deposito gplNel corso di una normale attività di controllo del territorio, una pattuglia della Tenenza di Nicosia, condotta personalmente dal Comandante del Reparto – tenente Vittorio Di Bernardo – ha notato un deposito di bombole di gas di petrolio liquefatto (g.p.l.) impiantato su un terreno situato a breve distanza dal centro abitato di Villadoro, frazione di Nicosia.
L’ingente quantitativo di bombole, e l’apparente stato di abbandono in cui versavano i recipienti, hanno da subito insospettito ed allarmato i militari, che hanno così proceduto ad identificare il proprietario del deposito.
In considerazione dell’elevato numero dei contenitori metallici, la pattuglia operante ha chiesto al gestore l’esibizione del prescritto certificato di prevenzione incendi (SCIA), nonché tutta la documentazione e le autorizzazioni amministrative necessarie per l’esercizio dell’attività di vendita di g.p.l. in bombole.
I permessi rilasciati al titolare consentivano però solo lo stoccaggio di gas per un quantitativo fino ad un massimo di 500 kg, mentre il peso reale, rinvenuto all’interno del deposito, è risultato di gran lunga superiore. Inoltre, solo alcune delle bombole piene sono state rinvenute nell’apposito box ignifugo, mentre la gran parte, vuote e piene, insistevano accatastate all’aria aperta, insieme a detriti vari, serbatoi in plastica ed eternit, carcasse metalliche.
Accertata così la violazione della normativa in materia di sicurezza antincendio, i militari operanti hanno proceduto al sequestro di 875 bombole di varia misura (15 – 10 kg.), consentendo così la messa in sicurezza del sito e scongiurando ulteriori rischi e pericoli per la sicurezza e la salute pubblica.
Il proprietario del deposito è stato segnalato all’autorità giudiziaria per le conseguenze di legge.
Il sequestro, fra i più ingenti nel genere in questo territorio, sottolinea la costante attenzione che il Comando Provinciale di Enna rivolge al delicato settore dei depositi e delle rivendite irregolari di bombole di GPL.

Regalbuto: arrestata rumena per espiazione pena accusata di mancato mantenimento figli minori

$
0
0

mancato mantenimento figliNel corso della tarda serata di ieri 3 luglio a Regalbuto, personale della locale stazione Carabinieri in ottemperanza ad un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dall’ufficio esecuzioni penali della procura generale della repubblica di Caltanissetta, ha proceduto all’arresto di una donna, M.I. classe 1973, di origini rumene dovendo la stessa espiare la pena di sette mesi e giorni 4 di reclusione per il reato di “abbandono di famiglia” e “mancato versamento di assegni di mantenimento per i figli minori”.
L’arrestata, al termine delle formalità di rito, è stata tradotta presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.

Enna. Soppressione dei tribunali, legge incostituzionale. La “questione” sollevata per la terza volta

$
0
0

enna tribunaleEnna. Sollevata dinanzi al tribunale di Enna la questione di legittimità costituzionale della legge di riforma della geografia giudiziaria che ha soppresso, tra gli altri, il tribunale di Nicosia. L’avvocato Salvatore Timpanaro, responsabile del Comitato tecnico scientifico del Coordinamento Unitario, ha riproposto per la terza volta la questione di legittimità costituzionale della legge di riforma della geografia giudiziaria e, quindi, della soppressione del Tribunale nicosiano e del suo accorpamento a quello di Enna. L’eccezione di incostituzionalità è stata sollevata dal legale in veste di difensore degli imputati in un processo che si celebra dinanzi al giudice monocratico il Tribunale Penale monocratico di Enna Giuseppe Tigano. La questione era stata sollevata da Timpanaro un prima volta,avanti al Tribunale di Nicosia e il giudice Tigano l’aveva ritenuta fondata e aveva rimesso gli atti alla Corte Costituzionale con ordinanza del 24 maggio 2013. La Consulta con sentenza del 3 luglio 2013 aveva ritenuto le analoghe questioni sollevate da altri tribunali infondate, per cui la questione relativa al tribunale nicosiano era rimasta assorbita. L’avvocato Timpanaro aveva poi riproposto la questione una seconda volta in relazione alla presunta violazione dello Statuto della Regione Siciliana e delle prerogative statutarie, ma il tribunale di Enna non l’aveva accolta. Riproposta ora la questione in via incidentale il Tribunale si è riservato di decidere rinviando il procedimento penale al 30 settembre. Si tratta della stessa questione, vizi della norma di delega legislativa, accolta dalla Consulta per la legge Fini-Giovanardi in materia di droga. Lo scorso febbraio, la Corte Costituzionale, con sentenza ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, per violazione dell’art. 77 della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti-legge. “Sono stati usati criteri diversi e contraddittori nella decisione sulla contestata chiusura dei Tribunali. La coerenza – ha spiegato l’avvocato Timpanaro – imporrebbe che, così come con la legge Fini Giovanardi, anche quella sulla geografia giudiziaria venga dichiarata illegittima»

AC_web

Durante i festeggiamenti della Patrona furto in un appartamento ad Enna

$
0
0

furto in abitazioneEnna. Dalle truffe agli anziani si è passati ai furti negli appartamenti di città, dopo quelli subiti e tentati nella zona di Pergusa. La microcriminalità non demorde e proprio il giorno dei festeggiamenti alla Madonna della Visitazione ha colpito, svaligiando l’abitazione di un commerciante di articoli sportivi, C.M., che abita nella zona di Fontana Grande. Il commerciante e la sua famiglia sono usciti da casa, intorno alle 20,30 per assistere alla processione ed anche ai fuochi di artificio, ed allo spettacolo musicale, poi sono ritornati alle 23 ed hanno avuto la sgradita sorpresa di vedere una delle porte di ingresso rotte e l’appartamento visitato dai ladri, che hanno portato via dei soldi, circa tre mila euro, ed oggetti d’oro da quantificarne il valore. I ladri non hanno messo in subbuglio l’appartamento, hanno forzato l’unica porta d’ingresso, delle tre esistenti, che poteva essere forzata, quindi una volta entrati con calma hanno cercato quello che serviva loro, sistemando gli indumenti che si trovavano dentro un armadio, aprendo i cassetti e poi rimettendo tutto a posto. Una volta fatto il colpo sono andati via tranquillamente. Amaro il ritorno della famiglia ennese, che, rendendosi conto di essere stati vittima di un furto, hanno allertato i carabinieri, che sono giunti sul posto, hanno constato la dinamica del furto, hanno sentito il racconto di C.M. ed anche di cosa avevano portato via i ladri, è stata sottoscritta una denuncia circostanziata. Si svolgeranno delle indagini per cercare di scoprire gli autori del furto (pare che i ladri erano due), ma sarà parecchio difficile individuarli a meno che gli oggetti d’oro non vengano smerciati subito e qualcuno possa riferire ai carabinieri tutto questo. Il furto preoccupa molto perché significa che i ladri stanno incominciando a valutar la possibilità di saccheggiare gli appartamenti degli ennesi, i quali devono essere vigili e riferire immediatamente alle forze dell’ordine la presenza di persone estranee all’ambiente.

Agira. Azzerato il processo ai “muratori tombaroli”. Demolendo un immobile scoprirono necropoli

$
0
0

scavi archeoAgira. Tutto da rifare al processo a carico dei tre agirini ribattezzati i “muratori tombaroli per caso”. Domenico R. S., difeso dall’avvocato Orazio Spalletta, Gaetano B. e Mario D. B. difesi dall’avvocato Gaetano Grassia, durante la ristrutturazione di un immobile, scoprirono casualmente una zona archeologica e secondo le accuse, si appropriarono di antichi reperti. Il processo a loro carico era praticamente alla battute finali, ma è cambiato il giudice e la difesa si è opposta all’acquisizione degli atti, quindi tutto da rifare dinanzi al giudice Tricani che ha rinviato a gennaio 2015. Si tratta di un processo proveniente dal tribunale di Nicosia per fatti che risalgono al 2008. Per gli imputati a questo punto si prospetta la prescrizione dei reati contestati già prima della conclusione del processo di primo grado. I tre vennero sorpresi dai carabinieri in cantiere, una vecchia abitazione nel centro storico di Agira, intenti a scavare benché fosse ormai tarda sera, ed a recuperare i reperti, dal momento che il giorno successivo era prevista la gettata di cemento. I tre imputati che avevano già deposto, hanno sostenuto che volevano solo mettere in sicurezza gli oggetti rinvenuti per consegnarli il giorno successivo alle autorità e, quanto all’orario “insolito”, hanno spiegato che stavano facendo gli straordinari, proprio in vista della gettata che doveva essere effettuata. I tre muratori, ribattezzato i “tombaroli per caso”, alla fine di marzo 2008 vennero denunciati dai carabinieri per essersi impossessati di reperti archeologici, ma la vicenda ebbe risonanza sulla stampa, perché fecero una scoperta importantissima. Dal terreno rimosso affiorarono frammenti di vasellame e ossa umane provenienti da antiche tombe, oltre ad una camera di fornace. Dopo l’intervento dei militari era scattato il sequestro del cantiere, della pala meccanica e di tutti gli attrezzi utilizzati. Tutto da rifare anche se all’udienza di ieri erano previste le conclusioni di accusa e difesa e, salvo richieste di repliche, la sentenza. Nello “scavo clandestino” realizzato dagli edili denunciati, gli esperti hanno rinvenuto reperti di vario tipo. La presenza di ossa umane lascerebbe ipotizzare che l’area non sia stata saccheggiata in epoche passate, ma ovviamente è tutto ancora da verificare. Tra la terra smossa e i resti della necropoli ellenistica sono stati rinvenuti un unguentario acromo, pezzi di anfore acrome, vari frammenti ceramici riconducibili a vasellame, che probabilmente è stato irreparabilmente danneggiato dallo scavatore utilizzato per rimuovere il terreno. L’area portata alla luce dai manovali ha una superficie di circa 150 metri quadrati sui quali erano state scavate grosse buche. Oltre alle tracce evidenti della necropoli è stata individuata una fornace di epoca medievale.

AC_web

 

comunica studio 499

 


Piazza Armerina arrestato per evasione un pregiudicato

$
0
0

PERLA Giovanni 3.5.82Personale del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina ha tratto in arresto Perla Giovanni, classe ’82, pluripregiudicato per reati contro la persona, il patrimonio ed altro, poiché colto nella flagranza del delitto evasione.
Infatti, nonostante il predetto fosse sottoposto alla misura cautelare degli Arresti Domiciliari, alle ore 14.00 circa, una pattuglia di detto Commissariato aveva modo di notarlo nella centralissima Piazza Garibaldi della cittadina armerina, intento a consumare delle bevande.
Immediatamente bloccato e tratto in arresto, il Perla Giovanni, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Enna, veniva associato presso il Carcere di Enna.
Il predetto, negli ultimi due anni, è stato più volte tratto in arresto dal personale del Commissariato in flagranza di reato, per vari delitti, tra questi si ricorda il danneggiamento aggravato consumato nel dicembre del 2013 in pregiudizio del Palazzo Comunale sito nell’Atrio Fundrò di Piazza Armerina, che aveva visto il Perla infrangere diverse vetrate dell’edificio pubblico, lanciandovi contro grosse pietre; ancora, nel corso del mese di maggio lo stesso venne tratto in arresto a seguito di lesioni e resistenza a PP.UU. consumate in pregiudizio di alcuni Poliziotti del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina.

Regalbuto. Picchia il padre che gli nega una somma di denaro. Arrestato da CC un uomo di 33 anni

$
0
0

carabinieriRegalbuto. Aggredisce e picchia il padre, riducendolo in fin di vita, perché gli aveva negato i soldi che chiedeva. E’ accaduto nella notte in una abitazione della cittadina del lago Pozzillo.

L’autore del gesto, un trentatreenne che già in passato si era reso protagonista di episodi simili, sempre nei confronti degli anziani genitori, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Nicosia in flagranza di reato, per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. L’uomo di fronte al diniego del padre lo ha colpito con violenti pugni al volto, all’addome ed al torace. Il trentatreenne cheideva continuamente soldi ai familiari e quando questi non possono far fronte alle sue richieste, reagisce con la violenza. L’anziano è stato trasportato all’ospedale Umberto I di Enna.

studio GE_o 499

 

Cerami. Accoltella il cognato. Il ferito, in gravi condizioni, salvato dai carabinieri

$
0
0

cerami - stazione carabinieri Nella tarda serata di ieri, Rizzo Alfio, 43 anni nato a Nicosia ma residente a Quarrata in provincia di Potenza e’ stato accoltellato davanti alla caserma dei carabinieri di Cerami. I militari subito intervenuti hanno immediatamente prestato soccorso tamponando la ferita al collo con evidente copiosa fuoriuscita di sangue. Il ferito e’ stato trasportato presso l’ospedale di Nicosia per le immediate cure, scongiurando la morte. L’uomo e’ stato accoltellato dal proprio cognato Pietro Mancia, nato nel 1970, pregiudicato, gia’ avvisato orale di p.s., Al termine di una lite familiare per futili motivi. L’aggressore dopo aver sferrato il fendente alla gola si e’ dileguato per le campagne dell’ennese facendo perdere le proprie tracce, veniva successivamente rintracciato dai carabinieri della compagnia di Nicosia e arrestato. Il ferito versa in gravi condizioni, monitorato dai sanitari.
L’episodio maturato nel contesto familiare ha inizio nella serata di sabato sera. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri il Mancia la sera di sabato, mentre si trovava a Troina, avrebbe avuto un alterco con il proprio nipote figlio del Rizzo, per motivi non ancora chiari.
La discussione continuava il giorno dopo, la domenica, allorquando nella tarda serata il Mancia passando sotto la palazzina dove dimora il Rizzo a Cerami in via Ettore Maiorana, vedendo il Rizzo affacciato al balcone cominciava a inveire contro di lui.
Mario ManciaIn poco tempo gli animi si riscaldavano e il Rizzo scendeva per strada per chiarire la vicenda faccia a faccia. La discussione diventava violenta fino a far perdere le staffe al Mancia il quale sfilava un coltello dalla tasca dei pantaloni sferrando un fendente alla gola del Rizzo. Il ferito a quel punto insanguinato si recava presso il comando stazione Carabinieri di Cerami a pochi metri, dove ad aprigli la porta trovava il militare di serzio, il quale prestava immediato soccorso, tamponando la ferita con mezzi di fortuna e trasportandolo velocemente presso per le cure. Il Rizzo presentava una profonda ferita alla gola con copiosa fuoriuscita di sangue. I sanitari di Nicosia prestavano le prime cure applicando 35 punti di sutura e mantendo il ferito in osservazione per verificare che la ferita non continuasse a sanguinare. L’intervento tempestivo dei carabinieri, cosi come per altro riferito dai sanitari, ha consentito di scongiurare ben piu’ gravi danni se non addirituttra la morte del Rizzo.
Il mancia dopo il folle gesto si dileguava a piedi verso le campagne di Cerami dove si disfaceva dell’arma. I carabinieri della compagnia di Nicosia effettuavano pertanto una battuta delle aree rurali circostanti scovando il fuggiasco nascosto tra la vegetazione. Il mancia veniva tratto in arresto poiche’ ritenuto responsabile del reato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e condotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari cosi come disposto dal magistrato di turno della procura della repubblica di Enna.


BRUNO-CERAMICHE 499_1BRUNO-CERAMICHE-INTERNO 499

 

 

 

 

Leonforte – Assoro – Agira: tre arresti per estorsione ai danni di imprenditori

$
0
0
Cuccia Giuseppe

Cuccia Giuseppe

Nella mattinata odierna gli uomini del Commissariato di Leonforte e della Squadra Mobile di Enna hanno notificato il provvedimento restrittivo della libertà personale emesso dal G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta – su richiesta di quella Procura Distrettuale Antimafia – a carico dei leonfortesi:

1. FIORENZA Alex, alias “lo stilista”, nato a Leonforte nel 1982;
2. FIORENZA Saimon, alias “il bufalo”, nato a Enna nel 1984, residente a Leonforte;
3. CUCCIA Giuseppe, alias “Orzowei”, nato ad Enna nel 1975, residente ad Agira.

L’operazione è il seguito e lo sviluppo di quella convenzionalmente denominata “Homo Novus”, che il 20 settembre 2013, a conclusione di articolate e complesse attività investigative condotte dal Commissariato di P.S. di Leonforte e dalla Squadra Mobile ennese, ha portato al fermo di indiziato di delitto, emesso dai sostituti procuratori della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, a carico di:

Fiorenza Alex

Fiorenza Alex

FIORENZA Giovanni, nato a Leonforte nel 1959, ivi residente;
FIORENZA Alex;
FIORENZA Saimon;
ARMENIO Mario, nato a Leonforte nel 1956, ivi domiciliato;
VIVIANO Giuseppe, nato a Catania nel 1960, residente a Leonforte;
GUISO Nicola, nato a Enna nel 1975, residente a Leonforte;
COCUZZA Gaetano, nato a Leonforte nel 1987, ivi residente;
MONSÙ Angelo, nato a Leonforte nel 1970, ivi residente,

indagati, a vario titolo, dei delitti di cui agli artt. 416 bis, comma I e III c.p. (associazione per delinquere di stampo mafioso); artt. 81, 56, 110, 629 in relazione all’art. 628 co. III n.3° c.p., aggravati dall’art. 7 della L. 203/91 (estorsione aggravata e continuata in concorso posta in essere ai danni di imprenditori edili di Leonforte, commessa con le condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. e per agevolare l’organizzazione “cosa nostra”); artt. 81, 110 e 423 del c.p., aggravati dall’art. 7 della L. 203/91 (incendio aggravato di autovetture ed un magazzino); artt. 81, 110 e 612 del c.p., aggravati dall’art. 7 della L. 203/91 (minacce aggravate).

Fiorenza Saimon

Fiorenza Saimon

Dalle indagini esperite si era, infatti, accertato come in Leonforte, con ramificazioni nei vicini centri di Assoro (EN) ed Agira (EN) e collegamenti con analoghe strutture insediate nel territorio siciliano, si fosse costituita un’associazione a delinquere di tipo mafioso, dedita alla commissione di delitti di ogni genere e, più specificatamente, estorsioni, traffico di stupefacenti e danneggiamenti, al fine di acquisire, in modo diretto e indiretto, la gestione o comunque il controllo di attività economiche, per realizzare profitti ingiusti di vario genere per loro e per altri.

Con il menzionato provvedimento di fermo erano stati, altresì, contestati dei tentativi di estorsione aggravata posti in essere ai danni di imprenditori, manovali e commercianti leonfortesi, ai quali era stata chiesta la corresponsione del 3% su alcuni lavori edili, ovvero somme di denaro a titolo di estorsione per potere riavere una propria autovettura rubata, ovvero erano stati cagionati danneggiamenti al fine di rivolgersi all’associazione mafiosa per ottenere protezione.

*****
Tuttavia l’attività investigativa, nonostante le misure adottate nel Settembre 2013, procedeva incessantemente, e permetteva di far luce su un ulteriore tentativo di estorsione ad una ditta operante nel leonfortese, nonché di delineare meglio le responsabilità inerenti due episodi estorsivi già oggetto dei fermi del Settembre 2013.

Il prosieguo delle attività investigative disimpegnate dai menzionati uffici ha consentito, infatti, di raccogliere ulteriori elementi a carico di dei citati germani FIORENZA Alex e Saimon, nonché di CUCCIA Giuseppe, già deferito e non colpito da fermo poiché all’epoca ristretto in carcere per il delitto di cui all’art. 74 D.P.R. 309/90, in seno all’imponente operazione antidroga “Nickname”, e pertanto, non ricorrendo per lo stesso il pericolo di fuga, non era stato oggetto di alcuna misura. Attualmente, invece, si trovava al regime degli “arresti domiciliari”.
Nello specifico, i tre sono ritenuti responsabili di tentata estorsione aggravata ai danni di altro imprenditore di Leonforte al quale era stata avanzata richiesta di messa a posto per lavori effettuati in un complesso commerciale, mentre al CUCCIA è stato contestato il concorso nell’estorsione aggravata tentata posta in essere dai fratelli FIORENZA ai danni degli imprenditori locali, per i quali era già stato emesso provvedimento di fermo nel mese di settembre 2013.
In particolare, si aveva la corresponsabilità del pregiudicato agirino CUCCIA Giuseppe, soprannominato “Orzowey”, il quale, in concorso con i fratelli Alex e Saimon FIORENZA, rappresentanti di “Cosa Nostra” leonfortese capeggiata dal padre Giovanni, poneva in essere le richieste estorsive nei confronti di due imprenditori edili leonfortesi, che avrebbero dovuto “mettersi a posto” per non incorrere in inconvenienti.
Ad uno dei due, che aveva operato nel territorio agirino, ossia nel paese del CUCCIA, questi contestava che “aveva lavorato tranquillo”, e che “non gli era mancato neppure un tubo”, mentre Alex FIORENZA gli aveva sottolineato che un regalo serviva “per far mangiare il panettone, a Natale, ai picciotti che sono dentro”.
L’attività investigativa, proseguita incessantemente nonostante l’esecuzione dell’operazione “Homo Novus”, faceva, altresì, luce su un nuovo episodio estorsivo, non ancora delineatosi chiaramente nel settembre 2013.
Un terzo imprenditore leonfortese, operante nel settore dei servizi e delle manutenzioni, era contattato dai fratelli FIORENZA che, dopo avergli dato appuntamento presso un bar leonfortese, lo conducevano ad un incontro, in un’appartata zona di campagna, con il citato CUCCIA. Qui i tre malavitosi esplicitavano al malcapitato la necessità di corrispondere idonea somma di denaro per dei lavori effettuati senza la preventiva “autorizzazione”: l’attività delittuosa non si perfezionava per l’esecuzione dell’operazione “Homo Novus”.
I fatti contestati sono stati commessi in Agira e Leonforte dal Dicembre 2012 al Giugno 2013.
*****

L’ordinanza custodiale è stata notifica ad Alex e Saimon FIORENZA presso le case circondariali dove si trovano già detenuti, mentre CUCCIA Giuseppe, già ristretto in regime di arresti domiciliari, è stato prelevato dalla sua abitazione di Agira e condotto presso istituto di custodia.

 

Enna. Incidente mortale per un 39enne

$
0
0

incidente mortale contrada geraciIn data odierna alle ore 10.50 la sala operativa del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di enna veniva allertata per un incidente stradale avvenuto nella sp 78 al km 11 +700, in contrada Geraci, tra Enna e Barrafranca.
Arrivati sul posto i Vigili del Fuoco costatavano che un Golf era uscita fuori strada per cause ancora in fase di accertamento, e che all’interno vi era il corpo privo di vita del Sig.P.G. di anni 39, originario di Pietraperzia.

Sul posto,oltre ai vigili del fuoco, intervenivano anche i Carabinieri ed il personale del 118. L’intervento dei Vigili del Fuoco, si concludeva con il recupero della Salma.

Viewing all 1318 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>