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Barrafranca: arrestato pregiudicato per minacce e molestie a ragazza

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MARCHI MichelI Carabinieri della Stazione di Barrafranca nella giornata di ieri, in ottemperanza dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Tribunale di Enna, hanno tratto in arresto Marchì Michel, 26enne nato a Dormagen (Germania) residente a Barrafranca, coniugato, pregiudicato, disoccupato.
Il Marchì, è gravemente indiziato del reato di “detenzione illegale in luogo pubblico di un’arma modello revolver” commesso in Barrafranca il 7 Maggio 2014 nonché indagato per “minacce e molestie”, avvenute a Barrafranca sino al 7 Maggio u.s..
I fatti da cui trae origine la misura cautelare sono compendiati in una dettagliata denuncia – querela sporta da una ragazza di Barrafranca nei confronti di Marchì Michel per minacce e molestie anche a mezzo telefono.
I militari della Stazione di Barrafranca, su disposizione della Dr.ssa Fiammetta Modica, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Enna, sono stati delegati all’espletamento di attività info–investigative tese ad accertare la veridicità degli episodi narrati dalla giovane denunciante. I Carabinieri hanno dapprima accertato i contatti telefonici tra il Marchì e la denunciante.
Oltretutto è emerso che proprio lo scorso 7 Maggio, il Marchì, al fine di far rimettere la querela nei suoi riguardi, con altre persone, avrebbe intimato al fidanzato della ragazza, sotto la minaccia di un’arma modello revolver, di intercedere presso la fidanzata per la remissione dell’atto querelatorio.
Ultimati tutti gli accertamenti, vista la gravità del caso, sia il PM, Dr.ssa Modica che il GIP. – Dr.ssa Bruno, hanno lavorato alacremente alla redazione alla richiesta ed all’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia degli arresti domiciliari, eseguita stamani dai Carabinieri dell’Arma barrese anche e soprattutto in virtù del vissuto criminale del Marchì, del suo dimostrato spregio per i precetti dell’ordinamento nonché per l’esistente e concreto pericolo di reiterazione del reato.
Marchì Michel, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso la propria abitazione a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante del provvedimento.
All’atto dell’arresto Marchì Michel, nel corso della perquisizione domiciliare eseguita, è stato trovato in possesso di gr. 4 di sostanza stupefacente verosimilmente “marijuana”. Il materiale rinvenuto è stato sequestrato in attesa di essere sottoposto ai necessari analisi di laboratorio dopo le dispozioni dell’Autorità Giudiziaria.
Si vuole ricordare come, già nell’estate dello scorso anno, il Marchì si era reso responsabile di reati contro la persona e, in data 31.08.2013, militari della Stazione Carabinieri di Barrafranca lo avevano tratto in arresto per maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie.

 


Arresti due fratelli di Regalbuto per aggressione nei confronti dei familiari dell’ex fidanzata

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aggressione-bastoneDue fratelli Mario S. di 21 anni, Daniele S. di 20 anni. Difesi dagli avvocati Prima Cammarata e Mauro Lombardo, sono stati arrestati dai carabinieri di Regalbuto dopo essere stati i protagonisti di un’aggressione con bastone ed ascia nei confronti dell’ex fidanzata e dei suoi familiari. Da una ricostruzione, fatta dai carabinieri della locale stazione, a seguito di una lite avvenute tra le due parti, i due fratelli si sono armati di bastone ed hanno colpito più volte sia il padre dell’ex fidanzata, provocandogli lesioni guaribili in 20 giorni, all’ex fidanzata guaribili in sette giorni, ad un altro familiare guaribili in tre giorni. Dopo averli colpito con il bastone, i due fratelli hanno cercato di investire con la propria auto il padre dell’ex fidanzata che è riuscito a scansarsi e l’ex fidanzata, che, invece, è stata investita, cadendo a terra. Dopo quest’aggressione i due fratelli prendevano da casa un’ascia e colpivano più volte l’auto del padre dell’ex fidanzata, costringendoli ad uscire dall’auto e il padre veniva colpito ancora. I carabinieri della locale stazione,conosciuti i fatti ed individuati i due fratelli, che sono due pregiudicati, sono stati cercati ed arrestati,quindi c’è stata la convalida dell’arresto in quanto c’erano gravi indizi di colpevolezza. I due fratelli hanno cercato di difendersi dicendo che la loro aggressione nei confronti dei familiari dell’ex fidanzata era legittima difesa e c’era anche l’attenuante della provocazione. Il Giudice, dopo aver letto la relazione dei carabinieri di Regalbuto, ha deciso di concedere ai due fratelli gli arresti domiciliari nella loro abitazione con l’obbligo di non allontanarsi se non dopo l’autorizzazione del giudice.

Sgominata banda sui Nebrodi: operazione “Affari di famiglia”, un arresto a Centuripe

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drogaQuesta notte, i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata Militello, in collaborazione con i rispettivi Comandi Arma del luogo, in Tortorici, Rocca di Capri Leone, Galati Mamertino, Milazzo, Centuripe e Catania, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di 22 soggetti, coinvolti a vario titolo in una ramificata organizzazione criminale, con base in Tortorici, votata stabilmente al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, cannabis indica e hashish.

La particolarità dei rapporti esistenti tra i componenti dell’organizzazione criminale ha portato la Procura di Patti a ravvisare, al termine delle indagini, la sussistenza del reato associativo e, per tale ragione, il procedimento è stato trasmesso alla Procura di Messina, funzionalmente competente. Detto Ufficio, tuttavia, ha restituito il fascicolo alla Procura di Patti che, comunque, confermando l’ originaria impostazione, ha chiesto al Gip l’emissione di misura cautelare anche in relazione all’associazione criminale, trattandosi di reato ad alto allarme sociale.

Il GIP del Tribunale di Patti, con l’ordinanza eseguita nella notte, ha ravvisato l’esistenza del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (ex art. 74 D.P.R. 309/90) e di numerosi episodi di spaccio di stupefacenti, disponendo le seguenti misure cautelari:

- 10 indagati sono stati colpiti dal provvedimento di custodia cautelare in carcere: Francesco Conti Mica, 27 anni, ritenuto il capo del gruppo criminale, i fratelli gemelli Alessandro e Mirko Talamo, 27 anni, considerati i luogotenenti del gruppo, nonché gli affiliati Andrea Calà Campana, 26 anni, Sebastiano Galati Massaro, 43 anni, Giuseppe Barbagiovanni (detto Gniupinu), 28 anni, tutti di Tortorici, ed ancora Michele Bontempo Ventre, 29 anni, residente a Rocca di Capri Leone, i catanesi Tindaro La Monica, 37 anni, e Phil Joe La Monica, 24 anni, ed infine Simone Costanzo Zammataro, 23 anni, residente a Centuripe.

- 9 indagati sono stati colpiti dal provvedimento degli arresti domiciliari: Luisa Bontempo, 43 anni, Antonino Conti Mica (Massimo), 36 anni, Maurizio Arcodia (mafia), 26 anni, Carmelo Calà Campana, 30 anni, Antonino Costanzo Zammataro (karate), 32 anni, Salvatore Marino Gammazza, 26 anni, tutti di Tortorici, Francesco Anastasi, 31 anni, di Galati Mamertino, Calogero Salvatore Conti Bellocchi, 26 anni, di Torrenova, ed infine, Samuele Chillemi 32 anni, di Milazzo.

- 3 indagati sono stati colpiti dal provvedimento di obbligo di dimora: Giuseppe Consales, 30 anni, di Tortorici, Valentino Conti Bellocchi, 23 anni, di Torrenova, e Luca Talamo, 25 anni 25, di Milazzo.

L’inchiesta giudiziaria, avviata nel mese di giugno 2011, condotta dai Militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Sant’Agata Militello, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Patti, dott.ssa Rosanna Casabona, è il frutto di una complessa ed articolata attività investigativa, compendiata da numerose attività di intercettazione, ambientali e telefoniche. Le investigazioni hanno avuto inizio con le operazioni di intercettazione all’interno del Carcere di Messina – Gazzi, sul conto di Francesco Conti Mica, ritenuto il capo del gruppo criminale, detenuto per una rapina compiuta nella stessa Tortorici ai danni di un’anziana donna. In seguito il contesto di indagine è stato ampliato con una serie di ulteriori attività di intercettazione nei confronti degli altri indagati, nonché l’effettuazione di pedinamenti, di perquisizioni e contestuali sequestri di partite di stupefacenti.

In particolare, le indagini hanno riguardato un composito gruppo criminale, chiaramente riconducibile alla famiglia mafiosa di Tortorici, nello specifico la cosca dei cosidetti Batanesi, i cui componenti risultavano avere il controllo diretto di numerose “piazze di spaccio” ramificate sull’intero territorio dei Nebrodi, tra le quali le più attive operavano: nei centri di Rocca di Capri Leone e Capo d’Orlando, gestita da Michele Ventre Bontempo, con l’apporto di altri indagati; a Rocca di Capri Leone, agivano pure i fratelli Salvatore e Valentino Conti Bellocchi; nel paese montano di Galati Mamertino, operava Francesco Anastasi; anche nella stessa Tortorici era stata allestita una frenetica piazza di spaccio gestita direttamente da Alessandro Talamo, Maurizio Arcodia, detto mafia, Sebastiano Galati Massaro, chiamato Jano, e Giuseppe Barbagiovanni, soprannominato gniupino.

Infine, ulteriori piazze di spaccio sono state individuate nei comuni di Torrenova e Sant’Agata Militello. I canali di approvvigionamento di stupefacenti utilizzati dal sodalizio criminale tortoriciano sono stati localizzati nelle città di Palermo, Catania e Centuripe, presso soggetti anch’essi fidelizzati alla criminalità organizzata. Tali contatti sono stati agevolati dall’intervento presso dette fonti di approvvigionamento da parte dei maggiorenti della famiglia mafiosa di Tortorici.

Nel corso delle indagini, si è potuto stabilire un ruolo determinante svolto dai fratelli Alessandro e Mirko Talamo, i quali traducevano le disposizioni provenienti dal carcere da parte di Francesco Conti Mica, che a sua volta faceva riferimento ai maggiorenti delle cosche mafiose tortoriciane, agevolato anche dalla parentela con esponenti di spicco della medesima organizzazione criminale. Infatti, Francesco Conti Mica è il figlio dell’ergastolano Sebastiano Conti Mica, detto “bellocciu”, temuto killer del Clan dei Batanesi, nonché nipote del boss Sebastiano Bontempo, inteso vappu, ritenuto il capo del medesimo gruppo criminale, anch’egli condannato all’ergastolo.

Anche i rimanenti soggetti del sodalizio criminale in questione, risultano contigui alla medesima famiglia mafiosa. Invece, Antonino Conti Mica, detto Massimo, e Mirko Talamo hanno dei trascorsi giudiziari che li vedono entrambi affiliati alla richiamata cosca mafiosa dei Batanesi.

Il nome dell’operazione, “Affari di famiglia”, scaturisce dal coinvolgimento di alcuni componenti della famiglia di Francesco Conti Mica nelle attività illegali gestite dal sodalizio criminale ed è diretto a sottolineare il vincolo associativo che unisce tutti gli indagati. Infatti, le disposizioni veicolate dal carcere giungevano agli affiliati del gruppo prevalentemente attraverso Luisa Bontempo, madre del predetto, nonché con Antonino Conti Mica, detto Massimo, zio paterno, i quali settimanalmente si recavano presso il carcere di Messina – Gazzi per effettuare i colloqui parentali con lo stesso Francesco Conti Mica.

Le indagini sono state estese anche ad altri contesti criminali, che hanno avuto essenzialmente riguardo delle “piazze di spaccio”, articolate sul territorio egemonizzato dalla locale criminalità organizzata, per cui l’inchiesta giudiziaria avrà certamente ulteriori sviluppi. Nel corso dell’imponente operazione di polizia sono stati impiegati circa 100 militari, con l’uso di 35 automezzi, e l’ausilio di diverse unità cinofile antidroga ed un elicottero in ricognizione sulla zona di interesse.

Dissequestrati sei allevamenti tra Enna e Leonforte

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allevatoriPaolo Garofalo, sindaco di Enna ,e Francesco Sinatra, sindaco di Leonforte, hanno provveduto con propri ordinanza a dissequestrare sei allevamenti di bovini ed ovini in quanto gli stessi hanno superato il periodo di “blocco” dovuto alla presenza di brucellosi e tubercolosi bovina, che ne aveva condizionato l’attività. La presenza di queste malattie aveva costretto i due Sindaci ad emettere ordinanza di blocco di tutte le attività e di interventi sanitarie tendenti a migliorare la salute degli animali. Le azioni prescritte di profilassi e contrasto delle zoonosi, con la collaborazione dei veterinari del Dipartimento di salute pubblico, diretto dal dottor Ireneo Sferrazza, hanno ottenuto dei risultati positivi. Nella lotta alla brucellosi e tubercolosi bovina i veterinari sono molto attivi, grazie ai continui controlli settimanali, tutti gli allevamenti del territorio provinciale vengono tenuti costantemente sotto osservazione per cui al sorgere delle malattie c’è l’isolamento e le continue cure per superare il momento difficile. Un dato è molto significativo per la provincia di Enna, da gennaio ad oggi sono stati individuati, curati e dissequestrati più di quaranta allevamenti soprattutto fra Enna e Leonforte, ma interessati anche allevamenti di altri comuni, specie nella zona nord della provincia proprio per evitare che le malattie diventino pericolose per la zootecnia del territorio. A Enna, nello specifico, sono stati dissequestrati gli allevamenti che si trovano nelle contrade Privita, Trabonella Castellaccio, tra Enna e Leonforte, e Turlimurli. A Leonforte sono stati dissequestrati tre allevamenti di pecore di contrada Scavo, che appartengono a tre proprietari diversi. Nelle ordinanze sindacali viene specificato che sulla base delle “risultanze favorevoli dei controlli” effettuati dai veterinari per la diagnosi di tubercolosi e sentito il parere del responsabile del servizio di sanità animale dell’Asp di Enna, le situazioni sono migliorate nettamente per cui i proprietari possono riprendere le loro attività senza dover più fare i conti con sequestri “fiduciari”. In questa maniera non ci sarà più alcun tipo di vincolo, eccetto che per l’utilizzo del latte da destinare al consumo umano, che dovrà essere raccolto in contenitori identificati con degli appositi contrassegni e destinato a caseifici che siano dotati di attrezzature idonee per essere risanato, prima della lavorazione mediante trattamento di pastorizzazione o qualsiasi altro trattamento termico equivalente, fino a quando sarà riacquisita la qualifica di “allevamento ufficialmente indenne”.

Polstrada Enna aumenta controlli su autobus di linea, in particolare gite scolastiche

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scuolabus1Anche quest’anno, nell’ambito del potenziamento dei controlli di legalità nel settore dell’autotrasporto nazionale ed internazionale di persone, la Sezione della Polizia Stradale di Enna, diretta dal Vice Questore Aggiunto Dott. Fabio D’Amore, unitamente ai dipendenti Distaccamenti di Nicosia e Catenanuova, ha disposto, in particolare nel periodo primaverile, dove vi è un incremento del servizio di autotrasporto di persone per l’aumento delle gite organizzate, una serie di controlli mirati, al fine di accertare le condizioni di regolarità del trasporto stesso, anche e soprattutto sotto l’aspetto della sicurezza. Pertanto, come gli anni passati, oltre ad una serie di controlli sugli autobus di linea, a seguito di richiesta formulata dalla Polstrada di Enna ai Dirigenti scolastici di alcune scuole di vario grado del comprensorio di Enna e della Provincia, la Polizia Stradale ha avuto modo di conoscere le date, gli orari e le ditte che avrebbero effettuato il servizio di trasporto degli alunni per le gite organizzate a scopo didattico nel periodo tra aprile-giugno. Come sempre, con la preziosa collaborazione dei Dirigenti contattati, si è avuto modo, prima della partenza per le gite scolastiche, di predisporre una pattuglia per effettuare i controlli sul veicolo (in particolare le dotazioni di sicurezza, l’efficienza dello stesso, nonché le condizioni psico-fisiche dei conducenti e le relative autorizzazioni previste dalla vigente normativa). L’iniziativa ha avuto il plauso anche dei genitori degli alunni.
Nella circostanza, sono stati controllati, in totale nr. 42 autobus e i conducenti di 10 di questi sono stati sanzionati per 23 infrazioni al C.d.S. ed alle leggi complementari, nonché sono state effettuate alcune segnalazioni agli Enti preposti per irregolarità nel trasporto. La presenza di pattuglie, in particolare, lungo il tratto autostradale della A19 di competenza e nelle località di maggiore traffico, tra le quali la S.S.117 bis e la S.S. 561, che portano da Enna a Piazza Armerina e Pergusa, ha permesso il controllo degli autobus di linea ed a noleggio.
Come detto, tali controlli sono stati indirizzati a tutelare la correttezza degli operatori del settore e la libera concorrenza tra essi, che più di ogni altro ambito economico, può essere turbata dalla presenza di operatori abusivi o che non rispettano le regole. Tali soggetti, molto spesso, per raggirare le regole pongono in essere comportamenti pericolosi per la sicurezza stradale. Pertanto i controlli sono stati estesi alla validità della documentazione autorizzatoria ed al rispetto delle norme di comportamento. In particolare, sono stati controllati i tempi di guida e di riposo e gli orari di lavoro, le condizioni psico-fisiche dei conducenti e la regolarità della revisione dei veicoli, nonché la presenza e l’efficacia degli equipaggiamenti e dei dispositivi di sicurezza previsti.

Rinviato processo per malore dell’anziano accusato di violenza sessuale nei confronti di due ragazzine

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palpeggiatoreIl processo a suo carico, con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di due ragazzine, che avrebbe palpeggiato all’interno del suo garage, nelle parti intime promettendo loro dei regalini, avrebbe dovuto iniziare ieri mattina al tribunale di Enna, ma l’imputato S.D.V. di 74 anni, si è sentito male ed è stato trasferito, con l’ambulanza del 118, al pronto soccorso dell’Ospedale di Enna. Ovviamente il processo è stato rinviato al prossimo 11 luglio. Il rinvio è dovuto anche al fatto che bisogna consentire agli uffici giudiziari la notifica del decreto di giudizio immediato ad alcune persone offese. L’inchiesta sulla vicenda delle ragazzine attirate nel garage dell’artigiano ennese, è stata condotta dagli agenti della squadra mobile, diretti dal vice questore Giovanni Cuciti ma anche dai carabinieri della compagnia di Enna che sono arrivati alla vicenda per altre vie, ed è stata coordinata dal pm Marco Di Mauro. L’artigiano, durante l’interrogatorio, aveva cercato di difendersi sostenendo che il suo rapporto con le ragazzine era lontano da possibili sentimenti sessuali, soltanto da “rapporti di buon vicinato” con le piccole che frequentavano ben volentieri e senza malizia il suo garage, durante le frequentazioni era possibile ricevere qualche regalino, ma non c’era alcun rapporto di natura sessuale, solo amichevole. Una versione che non ha trovato consensi favorevoli nell’accusa, la quale ha sostenuto con dati di fatto che l’artigiano ha cercato più volte di approfittare e in qualche caso pare che ci sia riuscito ad ottenere qualcosa di concreto sul piano sessuale. Il processo, a porte chiuse, proprio per la presenza di minori, dovrà chiarire proprio la posizione dell’anziano palpeggiatore.

Rubate circa dodicimila nuove carte di circolazione alla Motorizzazione Civile di Enna

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enna motorizzazione (2)Circa dodicimila carte di circolazione, in bianco, sono state rubate alla Motorizzazione Civile di Enna, sita in via senatore Romano. I ladri, sicuramente dei professionisti, durante la notte di venerdì scorso, sono entrati all’interno degli uffici, si sono recati immediatamente dove erano conservati documenti e materiale vario, si sono appropriati di uno scatola che conteneva dodicimila carte di circolazione vergini e se ne sono andati via senza fare alcun danno.Questo sta a significare che il furto è stato effettuato su commissione e che l’obiettivo dei ladri era proprio quello di appropriarsi delle carte di circolazione, che potrebbero essere utilizzate nel furto di automobili e la riedizione di queste auto. I ladro sono andati a colpo sicuro e questo fa pensare che il furto è stato studiato in ogni particolare e che l’obiettivo primario erano proprio le carte di circolazione. I ladri erano dei professionisti e questo lo si è potuto rilevare dal fatto che la Scientifica della polizia, che sta svolgendo le indagini, dopo la denunzia dei dirigenti della Motorizzazione, non hanno alcuna impronta sia nella finestra rotta, che ha consentito loro di entrare, sia nelle maniglie delle porte che sono state aperte. Non è la prima volta che la Motorizzazione Civile di Enna subisce dei furti ben specificati. Qualche anno fa alcuni ladri sono entrati all’interno degli uffici e si sono portati via delle patenti nuove, non utilizzate, anche questo è stato un furto organizzato possibilmente dalla malavita do altre province, che aveva bisogno di queste patenti “vergini” per poterli utilizzare tranquillamente.

Piazza Armerina, protesta di alcuni africani, occupano strada comunale di Piano Marino

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protesta migrantiPiazza Armerina. Un gruppo di africani ha deciso di occupare la strada comunale che da Sant’Andrea porta a contrada Piano Marino, proprio all’altezza dell’ingresso di un noto hotel dove si trovano 180 rifugiati e richiedenti asilo politico. Collocate sulla strada alcune grosse pietre e con striscioni protestano per i tempi lunghi delle commissioni che devono vagliare la loro posizione per il rilascio dei permessi di soggiorno e dello status di rifugiato politico. Si sono, altresì, registrati piccoli momenti di tensione con le forze dell’ordine.


Pecore “duplicate” truffa all’Ue, su inchiesta partita da Enna si indaga per omesso controllo

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pecoreOmesso controllo al mattatoio delle pecore “duplicate”, gli atti dell’inchiesta della Procura di Enna in arrivo a Latina. Stralciata la posizione dei vertici della Asl. Una vicenda complessa che parte da una presunta truffa ai danni dell’Unione europea.

NELL’OVILE PECORE REDIVIVE. Tutto ebbe inizio oltre un anno fa a Piazza Armerina, comune in provincia di Enna, quando a seguito di controlli per la prevenzione della brucellosi, furono trovati all’interno di un’azienda agricola 400 capi ovini sprovvisti di marca auricolare ma non del bolo endoruminale, capsula in ceramica contenente microchip per l’identificazione elettronica degli animali, che consentì appunto di trarne un profilo inequivocabile. Le relative numerazioni, o codici identificativi come dir si voglia, inseriti nella banca dati nazionale tuttavia provocarono lo stupore degli addetti. Le pecore censite in provincia di Enna, in base alla banca, dati risultavano già macellate nel 2011 presso il mattatoio “Eurocarni 2000 srl”, sito a Mazzocchio nella zona industriale di Pontinia.

L’IPOTESI DI TRUFFA AI DANNI DELL’UE. Il sostituto Paola D’Ambrosio della Procura di Enna, dopo la segnalazione dell’anomalia riscontrata dall’esame della banca dati, a questo punto apre un fascicolo per falso e truffa ai danni dell’Unione europea. Perché è a Bruxelles che vengono stanziati i contributi per gli allevatori e vi sarebbero persone disposte a tutto per mantenere in vita il proprio bestiame per non perdere gli aiuti comunitari. E’ per questa ragione che il titolare dell’azienda agricola in cui furono censite le pecore “vive”… “morte” un anno prima a Pontinia. Nel registro degli indagati la titolare dell’azienda agricola di Piazza Armerina e il veterinario della Asl pontina responsabile delle operazioni di macellazione interne al mattatoio di Mazzocchio.

LA PERQUISIZIONE AL MATTATOIO DI PONTINIA. Poteva finire qui l’inchiesta sulla presunta truffa ai danni dell’Unione europea, ma il pm D’Ambrosio ha lavorato di fino e inviato gli agenti del Nucleo investigativo della forestale di Latina presso il mattatoio della “Eurocarni 2000 srl”. Era agosto 2013 quando i forestali perquisirono la struttura, portando via tutta la documentazione relativa alle macellazioni e ai capi di bestiame transitati da quella parte.

Corriere di Latina

Tentano furto autovettura a Caltanissetta, tre di Barrafranca arrestati in flagranza di reato

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Furto_autovetturaTre arresti in flagranza di reato sono stati effettuati dai poliziotti della Questura di Caltanissetta grazie ad un collega che, libero dal servizio, ha segnalato un tentativo in corso di furto di autovettura. Gli arrestati sono Simone Salvaggio, 21 anni; Rocco Michele Antonio Monte, 37 anni, e Pasquale Speziale, 34 anni, di Barrafranca.
Vistisi scoperti i tre hanno tentato la fuga ma sono stati bloccati poco dopo dalle Volanti giunte sul posto. Nell’auto i poliziotti hanno trovato un cacciavite a taglio, un coltello, una pinza, un punteruolo, un martello e altro materiale utile a forzare le portiere delle vetture. I tre dopo le formalità di rito in Questura sono stati rinchiusi nel carcere Malaspina di Caltanissetta in attesa del processo per
direttissima.

Pietraperzia: Carabinieri arrestano pregiudicato, per furto aggravato due denunciati

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MILAZZO AlessandroLa notte appena trascorsa è stata per Pietraperzia ricca di controlli serrati effettuati da parte dei Carabinieri, che nell’ambito di un servizio di controllo del territorio a cui hanno partecipato tutti i militari della Stazione pietrina unitamente a dei rinforzi arrivati da Piazza Armerina hanno controllato diverse persone e mezzi, eseguito perquisizioni ed effettuato un arresto due deferimenti in stato di libertà.
I Carabinieri dell’Arma locale, comandata dal Maresciallo Capo Castrovilli Giuseppe e dipendenti dalla Compagnia Carabinieri della città dei mosaici, in ottemperanza dell’ordine di esecuzione della carcerazione avente nr. SIEP 150/2013, emesso dalla Procura della Repubblica – ufficio esecuzioni penali – del Tribunale di Caltanissetta, hanno tratto in arresto, Milazzo Alessandro, 36enne nato a Caltanissetta ma residente a Pietraperzia, coniugato, autista soccorritore 118, pregiudicato.
Il Milazzo, riconosciuto definitivamente colpevole dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, è stato condonnato alla pena di mesi cinque e giorni tredici di reclusione.
Milazzo Alessandro, espletate le formalità di rito, è stato accompagnato presso la propria abitazione al regime della detenzione domiciliare a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante del provvedimento.
All’arresto del Milazzo, bisogna aggiungere altri risultati conseguiti operativi dai Carabinieri di Pietraperzia e cioè nr. 5 perquisizioni eseguite ex art. 4 legge 110 del 1975, nr. 2 perquisizioni locali ai sensi dell’art. 41 del TULPS, nr. 3 perquisizioni in flagranza di reato, e nr. 2 denunce in stato di libertà oltre al ritiro di nr. 2 patenti di guida per violazioni varie ad altrettanti utenti della strada.
I due denunciati, I. N. e C. R., rispettivamente 43enne e 25enne, entrambi di Pietraperzia, sono gravemente indiziati di furto aggravato in concorso.

“Operazione sicurezza Piazza Armerina” della Polstrada di Enna

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polstrada2Nell’ottica di una maggiore cultura della legalità e del rispetto delle norme del codice della strada e, non ultimo, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza della circolazione stradale, di concerto con la Questura ed il Compartimento della Polizia Stradale “Sicilia Orientale”, La Polizia Stradale della Provincia di Enna, nella mattina del 11 giugno, ha predisposto nuovamente un dispositivo speciale di controllo che ha interessato il Comune di Piazza Armerina. Per tale attività sono state impiegate nove pattuglie, sia moto che auto montate, dislocate nelle arterie principali di accesso alla città, in particolare nella periferia nord e sud e nelle strade che portano alla Villa Romana del Casale. Tale dispositivo, coordinato direttamente dal Vice Questore Aggiunto Fabio D’Amore, Dirigente della Sezione Polstrada di Enna, ha permesso di effettuare accurati controlli di Polizia sulle autovetture e sugli occupanti in transito, impegnando tutto il personale della Sezione della Polizia Stradale di Enna, della Squadra di Polizia Giudiziaria, unitamente a pattuglie del Distaccamento di Nicosia e Catenanuova. L’attività di repressione delle violazioni al Codice della Strada e dei reati in genere ha determinato il controllo, in totale, di 115 veicoli e 128 persone, utilizzando anche gli strumenti per verificare il tasso alcolemico. Sono state contestate 60 violazioni al Codice della Strada e decurtati 125 punti dalle patenti. Inoltre, 2 carte di circolazione sono state ritirate a vario titolo. E’stato effettuato anche 1 sequestro ed 1 fermo amministrativo di veicoli. Le sanzioni al Codice della Strada hanno riguardato, principalmente, il mancato uso delle cinture di sicurezza, la circolazione con mezzi privi della prevista revisione periodica e della copertura assicurativa e la mancanza al seguito della prevista documentazione per la guida. Anche in tale circostanza la Polizia di Stato e, in particolare, la Polizia Stradale si è particolarmente impegnata ad effettuare controlli a vasto raggio nei pressi dei centri abitati di maggiore densità abitativa del comprensorio ennese, allo scopo di reprimere comportamenti pericolosi e illeciti, finalizzando gli interventi anche al miglioramento della sicurezza del traffico. Tale attività, fortemente voluta dal Sig. Questore di Enna Dott. Ferdinando Guarino, dà una risposta concreta alle necessità di maggiore sicurezza, sempre più sentite dalla popolazione locale. Per tale motivo, anche considerando dell’elevato l’apprezzamento della gente comune per l’attività svolta, si continuerà ad incrementare i controlli e la presenza su strada della Polizia di Stato, affinché anche attraverso i controlli sui comportamenti alla guida, si possa infondere una maggiore consapevolezza dell’importanza del senso della legalità e di responsabilità, ma, soprattutto, tenendo conto che la vita e l’integrità fisica è un bene prezioso da tutelare e preservare in ogni modo.

Enna. Processo CdA Ato Rifiuti, arringhe difensive chiedono assoluzione

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ato_rifiuti ennaEnna. Ultime battute processuali nella vicenda del consiglio di amministrazione dell’Ato Rifiuti con cinque ex amministratori sul banco degli imputati. Nell’ultima udienza c’è stata l’arringa dell’avvocato Alessandro Messina, difensore dell ex presidente Serafino Cocuzza, il quale ha chiesto in termini chiari “ l’assoluzione perché il fatto non sussiste” per il suo assistito. Serafino Cocuzza e gli altri ex amministratori sono accusati di abuso d’ufficio per le 101 assunzioni che il Consiglio di Amministrazione dell’Ato rifiuti ennese fece. L’udienza si è chiusa con un rinvio per contro-repliche, mentre la sentenza dovrebbe aversi il prossimo 7 luglio L’avvocato Messina, nel suo intervento, ha anche evidenziato che l’avere assunto il personale tramite contratti a progetto senza fare concorsi non si può applicare all’Ato, perché gli amministratori non erano amministratori pubblici ma di una società per azioni, per cui mancherebbe sia “l’elemento materiale” che “soggettivo” del reato in quanto la società sarebbe stata soggetta a una “disciplina privatistica”. Non bisogna dimenticare che esiste anche la possibilità che questo processo possa chiudersi per prescrizione. A chiederlo è stato il pm Francesco Rio, ma gli avvocati difensori preferiscono che i loro assistiti escano fuori da questo processo con un’assoluzione. Gli altri imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Azzolina, Michele Baldi, Piero Patti e Rosario Pellegrino. Per l’accusa, gli amministratori dell’Ato Rifiuti avevano assunto un numero eccessivo di dipendenti rispetto a quello che prevedeva l’organico della società. Gli ex amministratori si sono dichiarati sempre innocenti, sostenendo che si è trattato solo di una normale attività amministrativa per gestire un’emergenza rifiuti che avrebbe potuto penalizzare dal punto di vista igienico sanitario tutto il territorio provinciale.

Enna. Corte dei Conti ad autista comunale chiede restituzione di 7 mila euro

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corte dei conti siciliaDovrà restituire 7 mila euro a titolo di “danno erariale“ l’autista comunale, Salvatore S., 40 anni, che è stato rinviato a giudizio per appropriazione indebita ai danni del comune. E’ stata la Corte dei Conti a chiedere l’indennizzo di 7 mila euro. Salvatore S deve ancora subire il processo davanti ai giudici del Tribunale di Enna. Per la Procura, l’autista, nel corso dell’espletamento del suo lavoro, più volte si è presentato presso il rifornimento, punto di riferimento del comune, e faceva il pieno nella sua Ford Focus a carico del comune perché usava le carte carburanti per i servizi comunali. Il comune, in questa vicenda, si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Elvira Termine. Nel costituirsi parte civile, il comune aveva chiesto all’autista la restituzione dei 7 mila euro, oltre a una grossa cifra a titolo di danno d’immagine. Salvatore S. era stato arrestato, dopo le indagini della squadra mobile, il 15 giugno del 2012, quindi concessi i domiciliari e poi liberato. Il processo sarà celebrato davanti al giudice monocratico Vittorio Giuseppe La Placa. L’indagine è stata coordinata dallo stesso Procuratore capo, Calogero Ferrotti. L’indagine ha evidenziato che Salvatore S. in media consumava circa mille euro di carburante al mese per la sua macchina ed il prelievo del carburante avveniva anche in orari fuori dal lavoro e nei giorni festivi. Al momento dell’arresto, l’autista davanti al Gip aveva ammesso aveva ammesso alcune responsabilità, chiedendo pure perdono al Comune. Sulla vicenda ci sono dei dubbi circa l’utilizzo del carburante perché mille euro al mese, quindi l’acquisto di circa 650 litri di benzina, sono tanti perché si potrebbero percorrere circa 10 mila chilometri, per cui appare molto probabile che il carburante fosse andato a finire ad altre persone ed in questo caso si arriverebbe all’accusa di ricettazione e non di appropriazione indebita.

Piazza Armerina. Processo preside Scollo, udienza preliminare a metà luglio

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processoEnna. Supplemento istruttorio, disposto dal Gup, nel processo che vede imputato il dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico per Geometri di Piazza Armerina, Giovanni Scollo, nei confronti del quale c’è una richiesta di rinvio a giudizio in quanto responsabile di peculato nell’inchiesta sul prelievo di soldi dalle casse della scuola, impiegati per effettuare gite di piacere all’Estero. Intanto è stata depositata la relazione dell’Ufficio scolastico regionale, con tutti allegati che sono stai redatti dagli ispettori regionali, dopo le segnalazioni che erano state fatte dallo stesso Scollo. Esiste uno scontro legale fra il dirigente scolastico e l’ex direttore amministrativo Giovanni Delle Cave, che ha confessato le sue colpe ma che nel contempo accusa l’ex preside di avere sperperato i soldi della scuola con prelievi irregolari. Giovanni Delle Cave ha già concluso il suo iter processuale in quanto, oltre ad essere reo confesso ha patteggiato la pena. Le relazioni degli ispettori potrebbero eliminare quello che era stato detto, vale a dire che tra i due c’era un patto per poter utilizzare i soldi nelle gite all’estero. Govanni Scollo viene difeso dagli avvocati Marco Di Dio Datola e Antonio Impellizzeri. L’indagine, al momento della denuncia, è stata effettata della squadra mobile, e sulla base di accertamenti si può ipotizzare che i soldi prelevati, circa 300 mila euro in nove anni, con delibere non certo corrette erano stati impiegati per le gite all’estero. Tra i due non c’era buon sangue, tutt’altro per cui la versione di Delle Cave potrebbe avere dei buchi neri. Intanto l’udienza preliminare è prevista per il 15 luglio, il Gup sarà Vittorio Giuseppe La Placa, che è subentrato al giudice Elisabetta Mazza.


Incidente mortale sulla A19, a Sacchitello, morte una donna 39enne e la figlia di due anni

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140615 A19 incidente sacchitello

Incidente mortale, qualche dopo le 18, nei pressi si Sacchitello, sulla A19 verso Catania,dove a perdere la vita sono state una donna 39enne e la figlia di due anni. Ferito, invece, il marito alla guida dell’auto volata giù dal viadotto, a causa di uno scontro con un’altra auto. Ancora da accertare la dinamica dell’incidente. Dopo lo schianto con l’altro mezzo, l’auto sarebbe caduta da un viadotto. La donna era originaria di Petralia Sottana, in provincia di Palermo, abitava con il marito, rimasto ferito e la bimba, a Castellana Sicula.

140615 A19 incidente sacchitello (2)

 

Nicosia. Tratti in arresto due rumeni per furto di oltre 500 kg di rame

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furto rameNel corso del pomeriggio del 14 giugno i militari della stazione carabinieri di Villadoro unitamente a quelli della stazione di Sperlinga e del nucleo operativo e radiomobile di Nicosia hanno tratto in arresto, in flagranza di Reato Vinache Costin Dorinel classe 1989 e Truska Laurenzio classe 1994 entrambi gravati da pregiudizi penali e di polizia, nullafacenti, per il reato di furto aggravato e ricettazione in concorso.
La notte tra l’11 e il 12 giugno, nel corso di un servizio di perlustrazione e rastrellamento finalizzato a reprime i numerosi furti di rame che si verificano sul territorio, i carabinieri intervenivano in contrada valle dei Giunchi del comune di Nicosia dove notavano che ignoti malfattori avevano tentato di rubare un lungo tratto di rame da una linea elettrica dell’Enel, lasciando tuttavia l’operazione incompiuta. Nella circostanza venivano pertanto predisposti immediati servizi di osservazione diurni e notturni con lo scopo di sorprendere i malviventi che sicuramente sarebbero tornati per completare il loro lavoro.

VINACHE Costin Dorinel Romania

VINACHE Costin Dorinel Romania

Nel pomeriggio del 14 giugno dopo lunghe ore di appiattamento notavano avvicinarsi al luogo del furto i due uomini di nazionalità rumena, quest’ultimi dopo aver completato le operazioni di asportazione del rame provvedevano a caricare la refurtiva sul loro mezzo per poi allontanarsi dal luogo in maniera repentina.
TRUSKA GEORGE LAURENZIO

TRUSKA GEORGE LAURENZIO

I carabinieri intervenivano intimando l’alt all’autovettura. Alla vista dei carabinieri i due correi accelleravano fuggendo. Dopo un breve inseguimento sotto, la pioggia battente, i due rumeni scendevano dall’auto e si davano a precipitosa fuga tra le campagne circostanti ma venivano raggiungi dopo qualche centinaia di metri dai militari delle altre pattuglie. Un accurata ispezione delle aree circostanti consentiva di recuperare non solo la refurtiva ma anche il materiale utilizzato per asportare il rame (scale e cesoie). Il rame recuperato avrebbe fruttatto intorno ai 2.500 euro.

Gagliano Castelferrato arrestato pregiudicato per il reato di evasione dai domiciliari

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TIMPANARO DomenicoNel corso della tarda serata di ieri 17 giugno a Gagliano Castelferrato, personale della locale stazione carabinieri ha proceduto all’arresto in flagranza di reato per evasione di Timpanaro Domenico classe 1958, pregiudicato del posto.
I militari, nel corso di un servizio di controllo del territorio, hanno sorpreso l’uomo, senza giustificato motivo, fuori dalla propria abitazione, dove si trovava in regime di detenzione domiciliare a seguito di due provvedimenti restrittivi emessi dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta e di Enna, poiché ritenuto responsabile del reato di calunnia. Il Timpanaro veniva bloccato dai militari operanti mentre passeggiava per le vie del comune, incurante delle leggi e della pena da dover scontare.
L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Enna ove sarà detenuto in attesa di essere tradotto dinnanzi all’autorità giudiziaria per l’udienza di convalida.

Enna. Sottoposti a fermo due messinesi: trasportavano cavi di rame per circa 1800 kg

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GENTILE Gianluca

GENTILE Gianluca

Sottoposti a fermo due messinesi con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio ed altro: trasportavano cavi di rame per circa 1800 kg.

Si tratta di: Gianluca Gentile, messinese del 1977, ivi residente; e Liberato Gargiulo, messinese del 1973, ivi residente, i quali sono stati fermati lungo la A/19 direzione Catania, all’altezza dello svincolo di Mulinello dopo che una pattuglia della Squadra Mobile in servizio di prevenzione dei reati predatori in ambito autostradale aveva notato all’interno del furgone cassonato sul quale viaggiavano i due alcuni teli mossi dal vento, sotto i quali si trovavano matasse di metallo.

GARGIULO Liberato

GARGIULO Liberato

Incuriositi dalla natura del carico, per meglio verificare la reale natura di tale trasporto, la pattuglia operante ha proceduto ad un controllo verificando che a bordo del mezzo si trovavano ben 25 matasse di rame, poi risultate pesare quasi 1.800 kg, la cui provenienza non è stata giustificata dai due; anzi, uno di essi ha riferito di avere prelevato tale quantità di metallo per conto di un romeno residente in un vicino centro.

Inoltre, i due erano sprovvisti dei documenti attestanti la regolarità del trasporto.

Da un attento esame del carico, si poteva, così, verificare che sui cavi in argomento, che risultavano tranciati, erano ancora presenti i morsetti di collegamento per il fissaggio.

Esperiti gli accertamenti di rito, i due sono stati sottoposti a fermo di P.G. e messi a disposizione del PM di turno dr. Fabio Scavone che coordina le indagini.

Rubato il gruppo elettrogeno dell’impianto di selezione rifiuti di Gagliano

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compostaggio gagliano (3)L’impianto di selezione dei rifiuti di Gagliano ha subito per la seconda volta un furto. Infatti i ladri questa volta hanno portato via il gruppo elettrogeno, addirittura sono arrivati con un camion, lo hanno smontato, caricato e portato via. Il danno si aggira intorno ai 20 mila euro e l’Ato Rifiuti o chi per esso dovrà riacquistarlo per poter sperare che possa entrare in funzione. L’Impianto, costruito più di tre anni fa dalla Provincia regionale, costato circa 3 milioni di euro, non è mai entrato in funzione per difficoltà burocratiche ma anche per un certo ostruzionismo da parte di enti locali, e dire che è nelle condizioni di poter raccogliere i rifiuti solidi di 2500 famiglie, ed essendo un impianto modulare con gli opportuni accorgimenti potrebbe essere utile nella selezione dei rifiuti anche sino a 100 mila abitanti, quindi utile per circa 12 comuni della provincia. Il sindaco di Gagliano, Salvatore Zappulla, alcuni mesi fa, si era impegnato ad intervenire presso l’Assessorato regionale competente per accelerare l’iter burocratico in modo da dare il via all’attività di selezione dei rifiuti. Proprio in questi giorni si è saputo che il sindaco Zappulla ha dato disposizione all’Ufficio tecnico di preparare il certificato di agibilità dell’impianto e sulla base di questa certificazione si dovrebbe andare avanti più velocemente, ma è anche chiaro che prima dovranno ripristinare l’impianto e sostituire tutto quello che è stato rubato. E’unitile dire che la messa in attività dell’impianto sarebbe per Gagliano, Agira e Troina una risorsa ambientale e finanziaria notevole in quanto portando i rifiuti selezionati a Gagliano, eviterebbero di abbancare questi rifiuti in discarica con costi notevolmente minori. Bloccata ancora la discarica di Cozzo Vuturo, l’unica possibilità di effettuare una sana raccolta dei rifiuti potrebbe essere proprio la messa in funzione dell’impianto di Gagliano e questa volta tutto dipende dall’amministrazione comunale.

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