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Enna. Accusato di stupro dalla ex, assolto

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Era stato accusato dall’ex fidanzata di averla stuprata, ma a seguito di indagini accurate è stata assolto da questa accusa. La ragazza si era presentata al pronto soccorso dicendo di essere stata strupata, ma gli accertamenti dei medici non hanno riscontrato violenza sessuale, ma la ragazza lo ha denunciato, solo che nel corso del processo ridimensiona l’avvenimento.
Lo stesso non vengono riscontrate tracce di abusi.

Un operaio ennese di 38 anni, difeso dall’avvocato Giovanni Palermo, è stato così assolto dal tribunale collegiale, presieduto da Giuseppe Tigano, dall’accusa di violenza sessuale nei confronti della sua ex fidanzata, vicenda avvenuta qualche anno fa.

Dopo le modifiche sostanziali apportate dalla ragazza il giovane operaio è stato assolto con formula piena, chiesta anche dal Pm Francesco Rio.

La vicenda nasce in una sera in cui i due si ritrovano assieme, quindi decidano di passare la serata nell’abitazione della ragazza e la giovane dichiara di essere stata costretta con la forza a subire il rapporto sessuale. Portatasi al pronto soccorso i medici visitandola non hanno accertato alcuna violenza sessuale ed il ragazzo ha dichiarato che dopo il rapporto avuto erano usciti e al termine della serata lui aveva comunicato alla ragazza di voler troncare la relazione.
Nel corso del dibattimento processuale è crollata l’ipotesi di violenza sessuale, visto che il rapporto è stato consensuale e che la stessa ragazza ha modificato la sua versione dei fatti ed allora anche l’accusa si è convinta che non c’è stata violenza, ma un semplice rapporto consensuale per cui ha ritenuto che l’imputato fosse dichiaratamente innocente ed è per questo motivo che è stato assolto.


Carabinieri Enna: Bilancio operativo anno 2013

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Ten. Col. Baldassare DAIDONEEnna. Le principali attività svolte dalla Benemerita ennese nell’anno 2013, al Comando di Baldassare Dandone (nella foto), di seguito il comunicato stampa (che pubblichiamo integralmente).

L’anno appena trascorso ha visto il Comando Provinciale Carabinieri di Enna, attraverso tutte le sue componenti operative costituite dal Nucleo Investigativo Provinciale, dai Comandi Compagnia di Enna, Piazza Armerina e Nicosia e dai Nuclei Operativi e Radiomobili e delle 21 stazioni dipendenti dalle stesse,

esprimere ancora una volta dei risultati di alta efficienza in tema di prevenzione e repressione dei reati in genere.

Il consuntivo di fine anno presenta l’avvenuta esecuzione di 234 arresti (compresi 4 fermi di P.G.) di cui  134 in flagranza di reato e 96 su ordine o esecuzione di mandati di cattura emessi dall’A.G. Risultano inoltre essere stati denunciate all’A.G. 1496 persone.

Veramente numerose sono le attività investigative grandi e piccole quotidianamente condotte da tutti i Comandi dell’Arma presenti sul territorio, molte delle quali, specie per i soggetti denunciati in stato di libertà, in virtù del doveroso segreto d’indagine, non noti in quanto comunicate all’A.G. per i provvedimenti e le valutazioni di competenza.

Tra i principali fatti ed operazioni di servizio portate a termine si segnalano:

12.01.2013 in Piazza Armerina:- Arresto dei catanesi GIORDANO Claudio e MUSUMECI Gaetano per il tentato furto di un Bancomat di una Banca di San Cono;

26.02.2013 in Catenanuova: Arresto di TIRENDI Salvatore e TIRENDI Carmelo (padre e figlio) con sequestro di kg. due di marjuana;

19.03.2013 in Piazza Armerina contrada Sortevilla:- Confisca dei beni riconducibili a SEMINARA Salvatore, ritenuto il reggente di Cosa Nostra Ennese;

21.03.2013 in Parma (presso la Casa Circondariale) e Piazza Armerina:- Notifica di un nuovo provvedimento di arresto a carico di SEMINARA Salvatore e della moglie SCIARPA Maria Concetta per il reato di truffa ai danni della Comunità Europea mediante l’illecita percezione di contribuiti agricoli ottenuti attraverso la presentazione di documentazione dimostratasi falsa;

19.03.2013 in Sperlinga. Arresto di un pregiudicato di Nicosia per duplice tentato omicidio per liti tra confinanti;

30.04.2013 in Piazza Armerina e Aidone. Sequestro anticipato dei beni di DRAGO Angelo ( unitamente alla Polizia di Stato);

06.04.2013 in Enna. Arresto di CANTONE Mario Francesco di Calascibetta con sequestro di 110 grammi di Hashish;

18.05.2013 in Nissoria. Rintraccio ed arresto di un soggetto ricercato per una serie di rapine commesse nel milanese in danno di farmacie e supermercati;

08.06.2013 in Barrafranca. Arresto del giovane TAMBE’ Alessandro, trovato in possesso di 10 panetti di hashish per un totale di un Kg. di stupefacenti;

27.06.2013 in Troina. Arresto di tre soggetti per spaccio di sostanze stupefacenti;

11.07.2013 Arresto di LEONARDI Salvatore e MARLETTA Salvatore di Catenanuova indagati per l’omicidio di stampo mafioso di DONZI’ Vito, vittima di lupara bianca scomparso il 27.01.1997;

30.08.2013 in Calascibetta. Rintraccio ed arresto di un cittadino rumeno colpito da mandato di arresto europeo ;

05.09.2013 in Barrafranca. Arresto di NICOLETTI Giuseppe, trovato in possesso di un fucile a canne mozze e 7 cartucce cal. 12;

17.10.2013 in Piazza Armerina, arresto di LO BARTOLO Davide, LO BARTOLO Samuele e MARCHI’ Michel per i reati di stalking;

18.10.2013 in Enna :- Arresto di due minori per detenzione ai fini di spaccio di 100 gr. di hashish

17.12.2013 in Catenanuova:- Arresto del pregiudicato CANCEMI Alessandro e recupero di tre mezzi agricoli oggetto di furto;

Queste solo alcune delle numerose operazioni di Polizia Giudiziaria poste in essere.

Non si dimenticano chiaramente, in questo momento anche i fatti gravi avvenuti in provincia, tra cui in particolare l’omicidio in pregiudizio di GULINO Giovanni da Barrafranca; su tutti, nel doveroso riserbo, proseguono le attività investigative al fine di pervenire all’individuazione dei responsabili.

Essere Carabiniere non significa però solo investigare, scoprire reati, significa anche stare tra la gente, capirne le necessità, aiutare chi ha bisogno, fornire una spalla su cui poggiarsi, consigliare, guidare, essere un punto di riferimento per chi si trova in un momento di smarrimento o di bisogno.

E’ stato fatto anche questo.

Ricordiamo la donna che solo qualche mese addietro, a causa di un momento di sconforto e di depressione, voleva gettarsi dal Castello di Nicosia. I Carabinieri, intervenuti immediatamente, l’ hanno confortata, le hanno fatto da subito capire che erano dalla sua parte e che avevano ben capito il momento di profondo disagio che stava vivendo. Lei, che un attimo prima voleva gettarsi dal burrone, anche se stordita, si è fidata, lasciandosi salvare.

L’anno che ci apprestiamo a vivere vedrà i Carabinieri della Provincia di Enna continuare ad essere presenti presso ogni singolo reparto, pronti ad assicurare  la vicinanza e la sicurezza dovuta a ciascun cittadino.

 

 

 

 

 

Piazza Armerina. SS 177 bis: operaio di Valguarnera sbanda e capota nella “curva della morte”

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Piazza Armerina. L’ultimo giorno dell’anno 2013 e ad un mese dal tragico incidente, che ha visto la morte di tre giovani donne, la “curva della morte” ha causato un altro sinistro automobilistico, per fortuna senza conseguenze fatali. Martedì mattina intorno alle 8 un operaio di Valguarnera (L. C. di 34 anni), dopo aver lavorato a Piazza Armerina, stava rientrando a casa da solo ma mentre percorreva sotto la pioggia la strada statale 117 bis a scorrimento veloce, all’altezza del chilometro 37+500 a causa della viscidità dell’asfalto ha perso il controllo della sua autovettura, che si è capovolta restando al centro della stessa carreggiata.
La giornata di martedì scorso, come il 30 novembre, giorno del fatale incidente mortale che coinvolse 3 auto e 8 persone di cui 2 morte sul colpo e una durante il trasporto, è iniziata con una pioggia battente che si protraeva già dalla notte precedente. La sorte è stata benevola con l’operaio valguarnerese che subito soccorso e trasportato all’ospedale “Chiello” non ha riportato ferite tali da far temere per la sua incolumità.
L’incidente non ha coinvolto altre automobili, rimane, però, tanta indignazione per la situazione in cui continua a versare quel tratto di strada a pochi metri dal bivio di contrada Furma. Un tratto di strada che è pieno di altre curve pericolose, in discesa, molto viscido e poco soleggiato anche in estate, in quanto immerso in una fitta area boschiva. All’indomani dell’incidente mortale del 30 novembre i parenti delle vittime e dei feriti, la comunità e il Consiglio comunale piazzese, lanciarono diversi appelli alle istituzioni competenti per eliminare la pericolosità dell’intera tratta stradale. Sul web fu anche diffusa una petizione con la quale si chiede ancora adesso all’Anas, alla Provincia di Enna e alla Regione Siciliana un intervento urgente finalizzato alla sistemazione di una più adeguata segnalazione che permetta agli automobilisti in transito di percepire chiaramente la portata del pericolo. Ad oggi, però, nessuna miglioria è stata apportata al tratto di strada. Giuseppe Purrazza, coinvolto nell’incidente mortale, del novembre scorso, nel quale ha riportato delle gravissime lesioni che dovrà curare per lungo tempodice: «Ho visto la morte con gli occhi, occorre fare in fretta, è intollerabile constatare che ad un mese da quanto avvenuto nessuno sia ancora intervenuto concretamente per scongiurare che altri brutti incidenti, come quello in cui sono stato coinvolto io e a cui sono miracolosamente scampato, possano ripetersi».
Marta Furnari

A19, si ribalta camion in prossimità galleria Caltanissetta, chiusa per due ore l’autostrada

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A19 incidente 020114Personale del Comando Vigili del Fuoco di Enna è intervenuto nella mattinata, verso le ore 4, lungo l’autostrada A19 direzione Catania Palermo, in prossimità galleria Caltanissetta per incidente stradale.
Per cause ancora da determinare un camion adibito al trasporto carne si ribaltava al km 108+100, l’autista riportava contusioni varie e veniva trasportato con l’ambulanza del 118 presso l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta per ricevere le cure del caso. I vigili del fuoco mettevano in sicurezza il mezzo al fine di agevolarne la rimozione da parte di ditta specializzata ed è stato necessario chiudere per due ore l’autostrada al transito veicolare.

Due arresti a Villarosa: pregiudicato aggredisce guardia medica e pastore accoltella nipote

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Enna. Inizio anno movimentato per i Carabinieri della Compagnia di Enna, nel corso dei diuturni servizi di prevenzione, appositamente incrementati per le Festività di fine anno su preciso input del Comandante Provinciale, Ten.Col. Baldassare Daidone, allo scopo di accrescere la rassicurante presenza dell’Arma e la conseguente percezione di sicurezza da parte della cittadinanza.
Per questo motivo, sono state predisposte numerose pattuglie e posti di controllo alla circolazione stradale, soprattutto in prossimità degli obiettivi ritenuti più a rischio e delle arterie principali, che hanno consentito di identificare diversi pregiudicati e contrastare le condotte di guida pericolose, deferendo all’Autorità Giudiziaria nr. 3 persone responsabili di guida in stato di ebrezza o sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, ed elevando varie contravvenzioni al Codice della Strada.
Inoltre, a Villarosa, i militari della locale Stazione Carabinieri:
- il 1.1.2014 arrestavano in flagranza per i reati di violenza, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale un 47enne pluripregiudicato del luogo, che, andato in escandescenza all’interno dei locali della Guardia Medica per evitare la somministrazione di farmaci, aggrediva il personale sanitario e successivamente i Carabinieri prontamente intervenuti in ausilio, che riuscivano a bloccarlo prima che provocasse lesioni ad altri;
- nella mattinata odierna, sottoponevano a fermo di p.g. un pastore romeno, 45enne, incensurato, che nella serata di ieri, nelle campagne di Villarosa, aveva accoltellato, per futili motivi legati alla gestione del bestiame, il nipote, anch’egli romeno, dandosi poi alla fuga. Le immediate ed articolate ricerche, che si sono protratte per tutta la notte anche con l’ausilio di altre pattuglie, si concludevano alla prime luci dell’alba, quando i Carabinieri riuscivano a scovarlo all’interno di un’azienda agricola e a ritrovare l’arma utilizzata. L’aggredito, ferito al braccio, è tuttora ricoverato presso l’ospedale di Enna e le condizioni di salute sono stazionarie.

Enna. Focolai della tubercolosi bovina in due allevamenti

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Enna. Ancora una volta si sono registrati casi di tubercolosi in alcuni allevamenti del territorio del capoluogo. Il sindaco ha dovuto emettere ordinanza di sequestro di due allevamenti che si trovano nelle contrade Ciaramito e Turlimurli, perché i veterinari, che settimanalmente controllano, sotto le direttive del capo dipartimento prevenzione, Ireneo Sferrazza, gli allevamenti hanno individuato l’esistenza di focolai della tubercolosi bovina. Gli animali, dopo l’emissione delle ordinanze, sono stati affidati ai rispettivi proprietari delle due aziende agricole, che però debbono osservare tutta una serie di pesanti prescrizioni, perché le ordinanze dispongono il cosiddetto “sequestro fiduciario”. I provvedimenti restrittivi riguardano anche le altre specie sensibili che sono presenti all’interno dell’ azienda. E’ obbligo dei proprietari che gli animali ammalati non debbono entrare in contatto con altri capi di bestiame sani, non debbono essere mossi né si potranno riprodurre. Non sarà necessario dover abbattere i bovini infetti e non si corrono rischi nel mangiare le carni. Ancora una volta viene isolato il “mycobacterium bovis” negli allevamenti del centro Sicilia. Recentemente tutto questo era avvenuto nella zona dei Nebrodi, o comunque nella zona centro-nord della provincia di Enna, al confine con la provincia di Messina, dove in certi casi ancora esistono gli allevamenti allo stato brado. La tubercolosi bovina è una malattia cronica degli animali, provocata da un batterio che gli esperti definiscono “imparentato” con gli agenti patogeni della tubercolosi umana e di quella aviaria. Può colpire tutti i mammiferi, provocando vari sintomi, fra cui un malessere generale, la tosse e anche, nei casi più gravi, la morte. Secondo i medici non è la causa principale della tubercolosi umana, ma gli esseri umani possono contrarre la malattia, bevendo latte crudo di bovini infetti o in caso di inalazione di goccioline infette. Il sindaco, nella sua ordinanza, ha disposto anche la distruzione dei feti o dei vitelli nati morti o morti subito dopo la nascita. Il sequestro segue altri provvedimenti analoghi che sono presi tra ottobre e novembre per allevamenti che si trovano nelle contrade Manca D’Arso, Nicoletti, Priuta e Corefidato, sempre in territorio del capoluogo ennese. Rientrato l’allarme di tubercolosi bovina in un altro allevamento, che si trova in contrada Gallizzi, dove sono state formalmente revocate tutte le restrizioni sanitari che erano state imposte, eccetto che per il latte destinato all’uso umano, che dovrà essere sottoposto a trattamenti speciali.

Tentata rapina ad Enna in una gioielleria: fermati due pregiudicati di Gela

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D’Aleo Fabrizio

D’Aleo Fabrizio

Enna. Alle ore 20 circa di giovedì 2 gennaio 2014, perveniva al “113” una telefonata da parte di un cittadino il quale segnalava che era in corso un tentativo di rapina all’interno di una gioielleria sita ad Enna in via Roma.
Il passante aveva notato due giovani allontanarsi velocemente dal predetto esercizio commerciale, specificando come gli stessi, dopo aver percorso a piedi un breve tratto di strada, fossero saliti a bordo di un ciclomotore, dandosi alla fuga.
Venivano, pertanto, avviate le immediate ricerche con il pattugliamento delle zone interessate dall’evento ed allertati, altresì, tutti gli equipaggi dislocati sul territorio; si provvedeva, inoltre, a diramare la segnalazione alle sale operative delle forze di polizia sedenti nelle province limitrofe.
Nel contempo, personale della Squadra Mobile, portatosi sul luogo, acquisiva informazioni utili in ordine alle modalità dell’azione delittuosa ed in merito alla descrizione dei malviventi. Gli operatori, in particolare, apprendevano che poco prima due giovani, uno dei quali travisato, si erano introdotti all’interno della gioielleria e, dopo avere minacciato con un taglierino il titolare e la propria dipendente, aggredivano le vittime con pugni e calci, al fine di farsi consegnare il denaro in cassa e i preziosi disponibili.

Rinzivillo Giovanni

Rinzivillo Giovanni

La reazione delle vittime, tuttavia, non consentiva ai due malfattori di portare a termine il piano delittuoso; i rapinatori, allontanatisi dal negozio, si davano, infatti, a precipitosa fuga per le vie del centro, dileguandosi a bordo di uno scooter, la cui targa, benché camuffata dall’utilizzo di nastro adesivo, veniva rilevata dai passanti che la riferivano alle forze di polizia.
L’imponente dispiegamento di pattuglie sul territorio consentiva, alle successive ore 21:15, il rintraccio da parte di una pattuglia della Sezione Polizia Stradale di Caltanissetta, allertata dalla Sala Operativa della Questura, che intercettava in località Capodarso i malviventi in fuga a bordo del motociclo segnalato.
I due soggetti, alla vista della polizia, invertivano repentinamente la marcia, tentando di sfuggire al controllo.
Tuttavia, il personale operante, dopo un breve inseguimento, riusciva a bloccare colui che conduceva il mezzo e, nel contempo, si metteva alla ricerca del secondo rapinatore, allontanatosi attraverso i campi viciniori.
Il malvivente fermato veniva portato presso gli uffici della Squadra Mobile di Enna, ove, frattanto, le vittime avevano formalizzato querela per i fatti suddetti, e ove si procedeva, altresì, al compimento degli atti di p.g. susseguenti.
Il reo veniva identificato in D’Aleo Fabrizio, nato a Gela (CL) nel ‘95, ivi residente, pregiudicato.
Per quanto sopra, gli uomini della Squadra Mobile di Enna e della Sezione di Polizia Stradale di Caltanissetta, dopo le formalità di rito, arrestavano il D’Aleo, per tentata rapina aggravata, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e guida con patente diversa, e, come disposto dal P.M. di turno, dott. Augusto Rio, lo associavano presso la Casa Circondariale di Enna.
L’altro complice, Rinzivillo Giovanni, nato a Gela il nell’88, ivi residente, sorvegliato speciale di P.S., alle ore 4:00, veniva intercettato da una pattuglia dei Carabinieri di Caltanissetta, in quel territorio.
Il brillante esito dell’attività svolta costituisce il risultato dell’intensificazione dei controlli effettuati dalle forze di polizia in ambito provinciale, disposti – in un’ottica di prevenzione e di contrasto alla criminalità- dal Questore di Enna Ferdinando Guarino, il quale ha inteso rafforzare la presenza delle pattuglie sia nel centro cittadino che nelle aree rurali periferiche, maggiormente colpite da eventi di natura predatoria.
In tali evenienze, si rileva decisiva la sinergia operativa tra forze di polizia e la tempestività dell’allarme, affinché, nell’immediato, si possa addivenire alla risoluzione di casi del genere.
In tale ottica di prevenzione, negli ultimi giorni sono state irrogate dal Questore numerose misure di prevenzione nei confronti di altrettanti soggetti pregiudicati, rintracciati dalle pattuglie su strada nelle contrade rurali, senza giustificato motivo.

Resta in carcere il gelese che tentò di rapinare una gioielleria in pieno centro ad Enna

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Enna. Si è avvalso della facoltà di non rispondere il pregiudicato gelese,18 anni, che giovedì sera, introno alle 20, ha tentato di rapinare, assieme ad un altro gelese Giovanni Rinzivillo, 25 anni, la gioielleria che si trova in via Roma, in pieno centro storico, davanti piazza VI Dicembre dove si trova la scuola media Pascoli. Il Gip Luisa Maria Bruno, dopo l’interrogatorio, alla presenza del Pm Augusto Rio, ha confermato l’arresto effettuato dagli agenti della squadra Mobile ennese, mentre l’altro pregiudicato, arrestato dagli agenti della Polizia Stradale nissena si trova in carcere a Caltanissetta, ed è probabile che venga interrogato martedì mattina. L’arresto dei rapinatori è stata possibile grazie alla collaborazione di un cittadino che ha allarmato subito la Centrale Operativa della Questura, dichiarando che c’era in corso una rapina nella gioielleria, ed anche alla tempestività delle forze di polizia, che sostanzialmente hanno bloccato tutte le strade attorno ad Enna anche con la collaborazione delle forze di polizia di Caltanissetta. Questo è un messaggio importante in quanto le reazioni sono state immediate e tempestivo, il coordinamento delle forze di polizia efficace tanto è vero che nel giro al massimo di mezz’ora le strade di accesso ad Enna, l’autostrada e le statali erano già sotto controllo da parte delle squadre volanti, Polizia Stradale ennese e nisseno e così i due malviventi sono stati rintracciati a Capodarso e poi arrestati anche se in tempi diversi perché Rinzivillo ha cercato di fuggire a piedi ma non c’è riuscito. Non si sa se Rinzivilo si avvarrà della facoltà di non rispondere. Intanto c’è da sottolineare la reazione delle due donne che si trovavano all’interno della gioielleria, che non si sono impaurite della presenza dei due giovani, armati di tagliarino, hanno reagito con efficacia ed hanno costretto i due rapinatori a fuggire.


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Tentata rapina ad Enna in una gioielleria: fermati due pregiudicati di Gela


Pietraperzia: Carabinieri arrestano un pregiudicato, per scontare pena per rapina aggravata

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PAPALIA CalogeroI Carabinieri della Stazione di Pietraperzia, comandata dal Luogotenente Lomoro e dipendenti dalla Compagnia Carabinieri della città dei mosaici, in ottemperanza dell’ordine di esecuzione della carcerazione avente nr. SIEP 560/2013, emesso dalla Procura della Repubblica – ufficio esecuzioni penali – del Tribunale di Rimini, hanno tratto in arresto nella tarda serata di ieri, Papalia Gaetano, 37enne nato ad Enna ma residente a Pietraperzia, coniugato, bracciante agricolo, pregiudicato.
Il Papalia, riconosciuto definitivamente colpevole del reato di rapina aggravata, è stato condannato alla pena di anni tre e mesi quattro di reclusione nonché alla multa di euro 800,00.
Papalia Calogero, espletate le formalità di rito, è stato accompagnato presso la casa circondariale di Enna a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Enna. Polstrada: a Natale e Capodanno sul territorio 114 pattuglie, 221 infrazioni e decurtati 212 punti

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In occasione del Natale e per il fine Anno, la Sezione della Polizia Stradale di Enna, diretta dal Vice Questore Aggiunto Dott. Fabio D’Amore, unitamente ai dipendenti Distaccamenti di Nicosia e Catenanuova, hanno assicurato per tutto il periodo delle festività la presenza sul territorio, complessivamente, di 114 pattuglie. Continuo è stato il pattugliamento, in particolare, lungo il tratto autostradale della A19 di competenza e nelle località di maggiore traffico, tra i quali la S.S.117 bis e la S.S. 561, che portano da Enna a Piazza Armerina e Pergusa, ma anche nei comuni di Leonforte, Troina, Agira, Pietraperzia Barrafranca, Valguarnera, Mistretta Villarosa Calascibetta e Sperlinga. L’attività di controllo è stata finalizzata alla prevenzione e repressione delle violazioni al Codice della Strada e per garantire la sicurezza della circolazione, in particolare per il contrasto dell’uso di alcol o stupefacenti durante la guida. Nel periodo in questione, sono stati controllati 650 veicoli e 750 persone, utilizzando anche le apparecchiature in dotazione per la verifica del tasso alcolemico. Sono state levate 221 infrazioni al Codice della Strada e decurtati 212 punti. Sono stati, inoltre, effettuati 18 soccorsi a conducenti in difficoltà. Nel periodo in esame sono stati rilevati cinque incidenti, di cui due con feriti. Inoltre, sono state ritirate due patenti di guida. Le infrazioni riguardano, principalmente, il mancato uso delle cinture di sicurezza, l’utilizzo del telefonino durante la guida e la guida di veicoli privi di revisione periodica. In particolare, si segnala che il giorno della vigilia del Natale, alle ore 20,30 circa, al Km 172 della autostrada Palermo-Catania, presso lo svincolo di Gerbini, un individuo, tale T.C. di anni 40 di Catania, veniva fermato mentre circolava con autovettura Fiat Panda. Dal controllo effettuato dagli Agenti della Polstrada, i numeri di telaio del veicolo risultavano alterati, per tale motivo il veicolo è stato sequestrato e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Catania. La persona alla guida è stata denunciata a piede libero alla Procura di Catania per ricettazione. Inoltre, il veicolo è stato sequestrato amministrativamente, perché sprovvisto di copertura assicurativa. Ed ancora in giorno di Natale, verso le ore 16, una pattuglia della Polstrada, durante un controllo presso la località denominata Ponte Maccarrone, al Km 43 della Statale 121, nel territorio del Comune di Centuripe, intimava l’alt ad una autovettura Alfa Romeo 156, condotta da A.A. nato in Romania di 29 anni e residente a Bronte (CT). Da accertamenti effettuati dagli operatori, si appurava che tale conducente era stato già deferito all’Autorità Giudiziaria dai Carabinieri di Randazzo all’A.G. presso il Tribunale di Catania per guida senza patente. Trovato, pertanto, nuovamente alla guida senza patente, si procedeva a sequestrare il veicolo ai fini della confisca. Lo stesso conducente, veniva anche sanzionato penalmente, anche ai sensi dell’art.186/2 lett.C del C.d.S., perché è risultato positivo al controllo con etilometro, con un valore compreso tra 1,67 e 1,61 g/l. Infine, veniva sanzionato anche ai sensi dell’art.193 del Cd.S., in quanto l’autovettura non risultava essere coperta di assicurazione verso terzi. Nel territorio del comune di Calascibetta, il giorno 4 gennaio, alle ore 14.10, circa, una pattuglia della Polstrada in servizio di vigilanza stradale, durante un posto di controllo, intimava l’alt ad un’autovettura Fiat Punto di colore giallo, il cui conducente, non ottemperando l’alt, proseguiva la marcia e si dava repentinamente alla fuga. A questo punto, il personale della pattuglia annotava la targa del veicolo e non si metteva all’inseguimento del veicolo, per non recare pericolo alla circolazione in un centro abitato. Quindi, dopo aver effettuato gli opportuni controlli, si accertava la proprietà del veicolo, ma il proprietario non è stato riconosciuto dagli Agenti, quale conducente il veicolo, ma il figlio, che, vistosi riconosciuto, confessava agli operatori di non essersi fermato all’alt perché guidava l’auto del padre senza essere titolare di patente di guida. Pertanto, lo stesso giovane di veniva denunciato in stato di libertà per guida senza patente, mentre il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo provvisorio per giorni 30 ex art. 224 ter del C.d.S.. Al giovane conducente venivano, altresì, contestate le violazioni amministrative per non essersi fermato all’alt e per essere stato trovato alla guida privo delle cinture di sicurezza.

Compagnia Carabinieri Nicosia: attività operativa anno 2013

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L’anno solare 2013 ha viso un non comune impegno da parte dei Militari della Compagnia Carabinieri di Nicosia nella prevenzione e repressione di reati nell’area settentrionale della provincia di Enna. Questo territorio, molto vasto, frastagliato e scarsamente popolato, ha visto un costante impegno dei Comandanti le Stazioni, che con i loro Militari hanno operato costantemente, in modo silenzioso ed operoso, realizzando risultati di prim’ordine. I Militari della Compagnia hanno raccolto 630 denunzie, hanno deferito 320 persone all’Autorità Giudiziaria ed hanno effettuato ad oggi 84 arresti in flagranza di reato, 20 su ordine dell’AG, per un totale di 104 provvedimenti restrittivi.I reati perseguiti vanno dallo Spaccio di sostanza stupefacente in concorso, al tentato omicidio plurimo aggravato, passando per il sequestro di persona, la coltivazione di sostanza stupefacente ed i numerosi reati predatori censurati. Tra le operazioni più importanti della Compagnia possiamo ricordare la complessa attività di indagine svolta nel Comune di Troina che ha visto l’esecuzione di 3 misure cautelari nei confronti di soggetti responsabili di spaccio di sostanza stupefacente in concorso. L’indagine è durata pochi mesi, ma ha permesso di sgominare un gruppo di persone dedite alla vendita di marijuana e cocaina. Altra bella attività di Polizia Giudiziaria riguarda l’arresto di un pregiudicato di Nicosia per tentato omicidio aggravato plurimo, avvenuto nel marzo scorso. Questo, al culmine dell’ennesima lite con il vicino di terreno, nel comune di Sperlinga, in seno al medesimo disegno criminoso, ha prima tentato di uccidere a colpi di fucile questo, appostandosi alle porte di Sperlinga armato di fucile, e poi è salito in macchina, recandosi nella vicina cittadina di Nicosia, ove ha sparato in pieno centro abitato, in pieno giorno, vicino ad una scuola, contro il fratello della sua prima vittima, maestro elementare, vagando poi nel centro abitato con il fucile carico. I Militari sono riusciti a bloccarlo nei pressi dell’ex tribunale, a disarmarlo ed a trarlo in arresto. La prima vittima ha riportato serie lesioni ad un occhio, mentre la seconda è rimasta illesa. Queste solo alcune delle numerose operazioni di Polizia Giudiziaria realizzate.
Nicosia Carabinieri
Essere Carabiniere non significa solo investigare, scoprire reati, significa anche stare tra la gente, capirne le necessità, aiutare chi ha bisogno di una spalla su cui poggiarsi, consigliare, guidare, essere un punto di riferimento per chi si trova in un momento di smarrimento, di confusione. E’ stato fatto anche questo. Ricordiamo la donna che solo qualche mese addietro, a causa di un momento di sconforto e di depressione, voleva gettarsi dal Castello di Nicosia. I Carabinieri, intervenuti immediatamente, l’anno confortata, le hanno fatto da subito capire che erano dalla sua parte e che avevano ben capito il momento di profonda confusione che stava vivendo. Lei, che un attimo prima voleva gettarsi dal burrone, anche se stordita, si è fidata, lasciandosi salvare.
Queste solo alcune istantanee del costante operato dei Carabinieri della Compagnia di Nicosia, che giorno e notte, con sacrificio, lavorano tra la Gente e per la Gente, cercando di rendere il territorio più sicuro.


comunicato stampa

Assaltano con fiamma ossidrica a Nicosia, Agira e Regalbuto stazioni di carburante, 4 arresti

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Sono stati visti sfrecciare a bordo di due automobili, a Librino, in prossimità dello svincolo autostradale Catania-Palermo. Messi alle strette dagli agenti della Squadra Mobile di Catania hanno confessato di essere gli autori di un assalto in tre aree di servizio tra Nicosia, Agira e Regalbuto.

In manette, con l’accusa di furto aggravato in concorso, sono finiti Giorgio Francesco Siracusa, 37 anni, Mario Buda, 35 anni (pregiudicato), Gianluca Magrì, 25 anni e Giuseppe Davide Giannitto, 38 anni.

Gli agenti della Sezione “Antidroga”, nell’ambito di servizi finalizzati alla repressione dei reati nelle zone periferiche della città, durante un controllo lungo la bretella stradale che collega l’autostrada Catania-Palermo al quartiere cittadino di Librino, hanno notato due autovetture ad alta velocità, una Fiat Grande Punto ed una Toyota Yaris, che, dopo un breve inseguimento, sono state bloccate.

All’interno della Fiat Grande Punto sono stati trovati una fiamma ossidrica completa di due bombole e arnesi per lo scasso e due radioline rice-trasmittenti (nella foto). I quattro avevano con sé mille euro con alcune banconote che presentavano segni di bruciatura.

Ipotizzando immediatamente che i quattro potessero essere i responsabili di un furto di denaro, la polizia ha ricostruito alcuni furti commessi nella zona di Enna tra Nicosia, Agira e Regalbuto dove erano state assaltate tre aree di servizio, con danneggiamento delle colonnine dei distributori di carburante self-service. Presi di mira il distributore di carburante “Esso” a Nicosia, l’aerea di servizio “Eni” ad Agira e l’area di servizio “Agip” di Regalbuto.

I quattro fermati, hanno confessato di avere forzato i predetti macchinari e, in particolare, solo dal distributore di Regalbuto, di aver rubato 860,00 euro.

Valguarnera. Carabinieri arrestano pregiudicato per scontare pena per rapina e tentato omicidio

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GUARRERA GiuseppeI Carabinieri della Stazione di Valguarnera, comandata dal Maresciallo Basilotta Luca e dipendenti dalla Compagnia Carabinieri della città dei mosaici, in esecuzione del provvedimento di carcerazione nr. SIEP 2/2014, emesso della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Caltanissetta – Ufficio Esecuzioni Penali – , hanno tratto in arresto nella tarda serata di ieri, Guarrera Giuseppe, 34enne nato a Piazza Armerina ma residente a Valguarnera Caropepe, celibe, nullafacente, pregiudicato.
Il Guarrera, riconosciuto definitivamente colpevole del reato di rapina aggravata in concorso e tentato omicidio, (artt. 61, 110 e 628 co.1, artt. 56 e 575), commessi in Aidone, dovrà espiare la pena detentiva di anni 9 (nove) mesi 5 (cinque) giorni 3 (tre) di reclusione.
È doveroso ricordare la vicenda e cioè che il 16.04.2007, il Guarrera, in concorso con un minorenne, portò in campagna un soggetto di Valguarnera e, nei pressi della diga Ogliastro, lo picchiò a scopo di rapina. I due aggressori lo hanno colpito duramente e la vittima cadde in una scarpata.
Guarrera Giuseppe, espletate le formalità di rito, è stato accompagnato presso la casa circondariale di Enna a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Inquinamento miniera Pasquasia: Procura Enna proroga inchiesta

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Ottenuta un’ulteriore proroga da parte del procuratore Calogero Ferrotti per continuare l’inchiesta, apertasi tre anni fa, sulla presenza di quintali di amianto all’interno della miniera di sali potassici di Pasquasia e quindi con forte inquinamento di tutta la zona. Soltanto da poco è iniziata l’opera di bonifica della miniera perché solo nel luglio scorso il procuratore Ferrotti ha dato il via libera per il dissequestro dell’area, proprio per consentire i lavori di bonifica, a seguito di un finanziamento della Regione Siciliana di circa 20 milioni di euro.
Area dissequestrata, lavori di bonifica iniziati, ma l’inchiesta rimane aperta, continua per accertare se ci sono reati di omissione d’atti d’ufficio, gestione di rifiuti non autorizzata, per presunte responsabilità dei vertici della Regione tanto è vero che l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo fu convocato presso gli uffici della Procura per essere interrogato sulla vicenda amianto a Pasquasia e sulla mancata, allora, della bonifica. I sopralluoghi effettuati dalla commissione regionali attività produttive e da esperti, nominati dalla Procura hanno consentito di appurare che la miniera e i terreni vicini erano inquinati dalla presenza di notevoli quintali di amianto e di olio dielettrico.

Nicosia: arrestato incensurato per maltratamenti in famiglia, lesioni personali e minaccia

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Nella giornata di ieri, verso le ore 21, i Militari della Stazione Carabinieri di Nicosia hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, C.R. classe ’63, disoccupato, incensurato, responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e minaccia. I Militari della Stazione di Nicosia, qualche ora prima, intervenivano presso l’abitazione dell’arrestato, allertati dai vicini che avevano udito delle urla e dei rumori, ove constatavano, visibilmente lo stato di ubriachezza, e che si era scagliato contro un familiare, colpendolo sul busto. L’intervento dei Militari permetteva di porre fine al gesto violento e di trasportare l’arrestato presso il Comando Stazione per le formalità di rito. La persona offesa dal reato è stata visitata presso il pronto soccorso dell’ospedale di Nicosia, ove è stata certificata una prognosi di 2 giorni. Dagli elementi raccolti dagli inquirenti sembrerebbe che  non sia nuovo a condotte del genere. Espletate le formalità di rito lo stesso è stato trattenuto presso le Camere di Sicurezza della Compagnia Carabinieri, in attesa di giudizio direttissimo, come disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna.
comunicato stampa


Condannati tre valguarneresi per furto di tronchi di eucalipto

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Enna. Sono stati condannati i tre valguarneresi che in possesso di due motoseghe, il 16 dicembre del 2008, si erano portati in un bosco demaniale ed avevano tagliato e rubato tronchi di eucalipto, per circa quattro quintali, e poi li avevano caricati su un camion.Ma proprio in quel momento erano stati scoperti dalla Forestale, fermati, e la legna tagliata sequestrata. Il giudice monocratico, Giovanni Milano ha ritenuto Gaetano e Salvatore Zeva, rispettivamente padre e figlio, e Giuseppe Taglierino, responsabili del reato di furto aggravato. Salvatore Seva e Giuseppe Taglierino sono stati condannati a 2 mesi, venti giorni di reclusione e 51 euro di multa, mentre Gaetano Zeva è stato condannato a 4 mesi e 102 euro di multa con la sospensione condizionale della pena. I tre si erano portati con un camion nelle vicinanze di un bosco del demanio nei pressi di contrada Furma che si trova a qualche chilometri dal parco Ronza, ed avevano iniziato a tagliare alberi di eucalipto, ma furono sorpresi e fermati, quando i tre avevano già fatto la maggior parte del lavoro ed avevano già sistemati i tronchi tagliati sul camion, un autocarro Fiat.

Piazza Armerina: Resoconto statistico dell’attività operativa e preventiva dei Carabinieri

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I militari della Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina nel corso dell’anno appena concluso hanno tanto operato come dimostrano l’attività operativa e quella preventiva in tutto il territorio di competenza. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, delle Stazioni di Aidone, Barrafranca, Piazza Armerina, Pietraperzia, e Valguarnera hanno raggiunto complessivamente ottimi risultati statistici.
Infatti i militari dell’Arma hanno effettuato 63 arresti complessivi di cui 26 in flagranza di reato e 37 su ordinanza ed oltre 600 deferimenti all’Autorità Giudiziaria. Dei 26 arresti in flagranza quattro sono riconducibili a soggetti che avevano a vario titolo armi e munizioni. La Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina ha anche effettuato sequestrato 7 armi e 81 munizioni, tutto illegalmente detenuto ed oltre un kg di esplosivo. Sono stati sequestrati 150 grammi di cocaina, 1,500 kilogrammi di hashish, due piantine di marijuana nonchè 465 grammi della stessa sostanza stupefacente. Per quanto attiene alle misure di prevenzione sono state proposte 10 sorveglianze speciali di P.S. e 12 avvisi orali nonché 9 proposte di diniego e detenzione armi. L’attività preventiva ha visto l’impiego complessivo di 1205 pattuglie e 3016 perlustrazioni con l’esecuzione di 6200 posti di controllo con l’identificazione compiuta di 13270 persone. Nell’ambito della stessa attività sono stati sequestrati, a vario titolo, oltre 200 mezzi di circolazione.
Tra gli arresti da menzionare, sicuramente:
- quelli di GIORDANO Claudio, 36enne nato e residente a Catania, convivente, nullafacente, pluripregiudicato anche per reati specifici e MUSUMECI Gaetano, 30enne nato e residente a Catania, coniugato, panificatore. I due furono arrestati per tantato furto aggravato e ricettazione dai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina, per il tentato furto al bancomat dell’agenzia Intesa San Paolo di San Cono (CT);
- quello di TAMBÈ Alessandro, 18enne nato a Caltanissetta ma residente a Barrafranca, celibe, disoccupato. TAMBÉ, a seguito di perquisizione veicolare effettuata dai militari dell’Arma di Barrafranca, fu trovato in possesso di nr. 10 panetti di sostanza stupefacente del tipo Hascish del peso di 100 grammi cadauno per un peso complessivo di circa 1 (uno) chilogrammo;
- quello di NICOLETTI Giuseppe, 24enne nato in Germania ma residente a Barrafranca, celibe, disoccupato, pregiudicato. Il giovane fu tratto in arresto per il reato di detenzione illegale di un fucile a canne mozze con matricola abrasa e del relativo munizionamento in quanto, a seguito di perquisizione domiciliare effettuata da personale dell’Aliquota Operativa, fu trovato in possesso di un fucile a canne mozze sovrapposto, marca “Franchi”, con matricola abrasa, ben lubrificato e di nr. 7 cartucce cartucce cal. 12, di cui 6 (sei) marca Fiocchi ed una marca Winchester, custodite in un sacchetto;
- LO BARTOLO Davide, LO BARTOLO Samuele e MARCHÌ Michel per i reati di stalking e violenza in danno di donne.
Il controllo del territorio è quindi, per i militari della Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina, il compito primario, l’attività precipua sia come prevenzione che repressione di tutti i reati in genere.



comunicato stampa

Procura di Enna indaga su corsi di formazione regionali

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La Procura di Enna ha aperto un’inchiesta, affidandola al Pm Fabio Scavone, sui corsi di formazione della Regione svolti in provincia negli ultimi anni. L’inchiesta viene aperta a seguito di due denunce che sono state presentate al Procuratore Capo Calogero Ferrotti ed ha il compito di appurare sull’utilizzo di denaro pubblico nei corsi di formazione, al fine di comprendere “l’effettività validità dei corsi”. L’indagine sarebbe estesa a vari enti di formazione, presentate da alcuni giovani della provincia. Le denunce sono due e distinte tra loro, ma si rivolge ai corsi di formazione. Una denuncia è stata presentata da corsisti e formatori, i quali non hanno mai ricevuti quei soldi che spettavano loro perché ai corsisi sarebbero dovuti andare 7 euro al giorno, ma invece non hanno ricevuto niente, lo stesso per i formatori, che percepivano qualcosa in più. La seconda denuncia interessa un corso di formazione dove i partecipanti addirittura avrebbero pagato, seguito le lezioni, svolto un tirocinio e poi, dopo avere anche sostenuto e superato degli esami, hanno scoperto che potrebbero essere stati raggirati dall’ente che li ha organizzati e quel che è di più il titolo, che speravano di ottenere sarebbe stato fasullo. Alcuni corsisti, già da qualche mese, non avendo ricevuti i soldi che spettavano loro, si sono rivolti ad un avvocato per una class action, ma sino ad ora non hanno ricevuto alcuna comunicazione. Le deleghe per condurre l’indagine sono state assegnate al comando provinciale della Guardia di Finanza. Tutto viene mantenuto nel più assoluto riserbo, perché l’inchiesta ha dei contorni molto delicati e tra l’altro si vuole cercare di individuare i responsabili di questi corsi e quali le realtà economiche di questi enti, che dipendono dalla Regione. Soltanto dopo si potrà sapere cosa veramente sia successo e perché corsisti e formatori non sono stati pagati. Il procuratore Ferrotti vuole vederci chiaro in questi corsi, che tra l’altro hanno avuto regolare svolgimenti tanto è vero che tutti firmavano sia all’ingresso che all’uscita dalle lezioni se dalla Regione sono arrivati i soldi e dove sono andati a finire. Non è dato sapere se siano già stati effettuati interrogatori o altre attività investigative.

Due arresti: a Barrafranca per detenzione e spaccio e a Piazza Armerina per furto aggravato

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SALDIGLORIA DanieleNell’ambito di servizi coordinati predisposti dalla Compagnia di Piazza Armerina, una pattuglia della Stazione Carabinieri di Barrafranca, ha tratto in arresto, in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, Saldigloria Daniele, 19enne nato ad Enna ma residente a Barrafranca, celibe, disoccupato.
I Carabinieri, percorrendo la via Guerreri, sentivano nei pressi del civico 15, un forte odore di sostanza stupefacente verosimilmente marijuana provenire dall’uscio della suddetta abitazione udendo, inoltre, il confabulare di diverse persone. Atteso che la porta dell’abitazione era socchiusa e la luce interna accesa, i militari hanno bussato ripetutamente senza avere risposta. Avendo fondato motivo di ritenere che si potessero rinvenire sostanze stupefacenti, i Carabinieri sono entrati nell’abitazione per procedere ad accurata perquisizione dell’abitazione.
All’interno di una delle stanze dell’abitazione veniva rinvenuta:
- su di un tavolino un residuo di sostanza presumibilmente stupefacente del tipo Marijuana dal peso di circa 0,1 grammo;
- su un divano vetusto una piccola dose di stupefacente presumibilmente marijuana dal peso complessivo di 0,3 grammi chiusa con del cellophane e nr. due grinder (comunemente denominato trita erba). Dopo ciò, si effettuava la perquisizione anche in una stanza attigua a quella presente, priva di luce, con all’interno della mobilia in disuso e diversi oggetti accantonati, rintracciando in un cassetto di un piccolo baule in legno un busta in cellophane contenente più parti di sostanza stupefacente presumibilmente Marijuana dal peso complessivo di 15 grammi;
- in un lenzuolo, vi era un secondo involucro di cellophane contenente parti di Marijuana non confezionata ed un involucro di un pacchetto di fazzoletti contenente a sua volta 13 confezioni di platica termosaldate con all’interno sempre la suddetta sostanza stupefacente per un peso complessivo di circa 18 grammi;
- la somma contante pari a 232,40 euro.
A seguito di tali recuperi di droga, la perquisizione veniva compiuta anche ai due piani superiori dello stabile, ove veniva rinvenuto, in un mobile della cucina, sita al secondo piano, un narghilè comunemente utilizzato per la combustione dello stupefacente.
I Carabinieri hanno ovviamente proceduto al sequestro penale del denaro che verrà debitamente custodita in attesa di essere versata su un libretto di deposito giudiziario.
La droga, posto sotto sequestro penale ed a disposizione della competente Autorità Giudiziaria, sarà inviata nei prossimi giorni al Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale dei Carabinieri di Agrigento per gli accertamenti del caso.

CASTORO GiuseppeSempre la stessa notte, una pattuglia composta da due militari dell’Aliquota Radiomobile, Reparto comandato dal Maresciallo Aiutante Vincenzo Quarta, nel corso del regolare servizio d’istituto, in contrada Elsa, agro del Comune di Piazza Armerina, ha tratto in arresto nella flagranza del reato di furto aggravato, Castoro Giuseppe, 31enne nato e residente a Piazza Armerina, convivente, disoccupato, pregiudicato.
I due Carabinieri hanno sorpreso il Castoro alla guida di un veicolo per il trasporto leggero, a bordo del quale trasportava alcuni oggetti di natura furtiva quali:
- nr. 1 coltivatore idraulico a 7 masse;
- nr. 3 bobine di rame del peso di kg. 20 ciascuna;
- nr. 1 gruppo elettrogeno;
- nr. 1 smerigliatrice;
e materiale per effettuare lo scasso e cioè:
- nr. 2 scale pieghevoli;
- nr. 2 cesoie;
- nr. 1 seghetto;
- nr. 4 chiavi a pappagallo;
- nr. 1 macchina operatrice metallica (flex) con nr. 3 dischi;
- nr. 5 giraviti;
- nr. 2 coltelli;
- nr. 1 piede di porco;
- nr. 1 cintura da imbragatura.
Le indagini immediatamente avviate consentivano di appurare che il coltivatore idraulico a 7 masse, il gruppo elettrogeno e la smerigliatrice erano stati asportati da un’azienda agricola sita in contrada Finocchio, agro del comune Mazzarino (CL) che venivano quindi riconsegnati all’avente diritto e cioè al proprietario dell’azienda. Le tre bobine di rame erano state invece divelte da un trasformatore Enel ubicato presso la medesima contrada. Il valore complessivo della refurtiva euro 15.000,00 circa.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale di Enna a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.

Arrestato ancora una volta noto pluripregiudicato di Villarosa

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LICATA GiuseppeVillarosa. Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Villarosa capeggiati dal Maresciallo Stefano Panico hanno eseguito un ordine di carcerazione nei confronti di Licata Giuseppe Nono, di anni 48. Il noto villarosano dovrà scontare un residuo di pena di 10 mesi presso la Casa Circondariale di Enna per maltrattamenti in famiglia e reati in materia di armi commessi nell’anno 2007. Il Licata comunque è conosciuto da tempo alle Forze di Polizia e, soprattutto all’Arma di Villarosa: infatti è soggetto pluripregiudicato, con vari precedenti penali e di polizia, già denunciato per reati contro la persona, contro il patrimonio e contro la Pubblica Amministrazione, nonché per reati previsti dalle Leggi Speciali; gravato da misure di Prevenzione quale anche dalla Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno. Licta da diversi anni ha assunto diverse condotte illecite contravvenendo alle norme del Codice della Strada, violando il Codice delle Leggi Antimafia e delle Misure di Prevenzione, oltraggiando e minacciando in diverse occasioni i militari operanti ed il personale sanitario. Arrestato e deferito alla Procura di Enna più volte, ha evaso dagli arresti domiciliari ed è stato sempre sorpreso in stato di manifesta ubriachezza anche alla guida di autoveicoli.

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